“Rischia di rimanere inascoltato il grido di dolore e la richiesta di aiuto di un’infermiera dell’Asl Foggia che dall’8 aprile 2015 sino a oggi è stata assegnata in servizio presso la Casa Circondariale di Foggia”.
Così in una nota la federazione provinciale Unione sindacale di base (Usb) Foggia. “Nove anni di servizio in una realtà difficile dove il più delle volte si affrontano situazioni che mettono a rischio l’incolumità fisica dell’operatore stesso, soprattutto quando si parla di donne (infermiere) lasciate sole nelle varie sezioni e dove il rischio di pesanti attenzioni da parte dei detenuti diventa reale in una struttura carceraria dove il sovraffollamento penitenziario supera il 180 per cento”.
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“Il 16 ottobre 2023, durante l’espletamento del proprio turno di servizio nella Casa Circondariale di Foggia, veniva aggredita brutalmente da un detenuto subendo un pugno in pieno volto. Per l’aggressione subita si è reso necessario il trasporto della lavoratrice in ospedale dove le fu diagnosticata un trauma che l’ha costretta ad assentarsi diversi giorni dal proprio posto di lavoro e il riconoscimento dell’infortunio per l’aggressione subita sino al 31 dicembre 2023 e l’esonero dal lavoro notturno”.
“Pare assurdo che in merito all’accaduto la direzione strategica dell’Asl Fg non adotti tutte le misure per preservare lo stato di salute della dipendente in questione, sottraendo la stessa da nuovi episodi di violenza e trasferendola presso altre unità operativa. Non si può considerare la vicinanza alla lavoratrice riconoscendo soltanto l’esonero dal lavoro notturno”.
“Al datore di lavoro grava l’obbligo di protezione dell’integrità psicofisica del lavoratore e anche l’obbligo di adottare, ai fini della tutela delle condizioni di lavoro, non solo le particolari misure tassativamente imposte dalla legge in relazione allo specifico tipo di attività esercitata, ma anche tutte le altre misure che in concreto si rendano necessarie per la tutela della sicurezza sul posto di lavoro in base alla particolarità dell'attività lavorativa. Prevedendo piani di rotazione ordinaria e straordinaria nelle aree ad alto rischio, come da direttive Anac disciplinato dal Testo unico sul pubblico impiego”.
“L’Unione sindacale di base è stata più volte informata di malesseri e di vessazioni sui luoghi di lavoro, ma questa volta vuole essere cassa di risonanza di una situazione che ritiene vergognosa in considerazione soprattutto delle violenze continue e protratte sulle donne operatrici sanitarie, così come lo dimostra i diversi incontri avuti sull’argomento con la direzione generale e sanitaria”.
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“Ogni giorno ci si riempie la bocca parlando del diritto al benessere psicofisico sul posto di lavoro, ma è importante anche per il personale che l’Azienda dalle parole si passi ai fatti; chiediamo pertanto che, rispetto all’episodio accaduto all’infermiera presso la casa circondariale di Foggia, la direzione dell’Asl Foggia dia un chiaro segnale a tutela della lavoratrice, provvedendo al trasferimento presso altre unità operative”.