“Il dramma che si nasconde dietro una visione tecnica e oggettivante del reale non è di carattere epistemologico, ma esistenziale. L'uomo, insomma, non è solo verità delle cose. Ammesso che la verità tutta tonda parmenidea esista davvero. Ma anche e soprattutto finzione delle emozioni. Noi non viviamo per la verità delle cose, ma per l'amore che le circonda. Per l'immaginazione che le cinge e la poesia che le riveste. Dandogli un senso altrimenti inquietante”. Sono le parole con cui il giornalista e filosofo Gianluca Palamidessi apre il suo ultimo editoriale. Parole che - contestualizzate - calzano a pennello alla storia che si vuole raccontare. È una storia tutta foggiana, dal momento che avviene nelle campagne di Capitanata, e nello specifico dalle parti di Castelluccio dei Sauri. Una storia un po’ complicata, e quindi una storia inevitabilmente sbagliata, come direbbero i saggi. È la storia di due persone, due uomini, un padre e un figlio, che si sono trovati a fronteggiare, da visioni e posizioni opposte, la stessa società dell’eolico. I due, per questioni legali, hanno scelto di restare anonimi.
I fatti sono i seguenti: sabato scorso, il quotidiano l’Attacco viene contattato da un agricoltore di provincia di 80 anni. L’uomo denuncia i soprusi di un’azienda dell’eolico che, dal suo punto di vista, avrebbe usurpato la sua campagna per creare un passaggio al fine di raggiungere un impianto in costruzione su un pezzo di terra poco distante. L’Attacco si è recato sul posto, in compagnia dell’anziano agricoltore, per cercare di capire la situazione. “Io non mi sono mai opposto alla legge”, ha esordito l’uomo, in macchina, durante il percorso.
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“Quando mi hanno spiegato che nella mia campagna andavano necessariamente installati dei pali dell’energia elettrica ho accettato a malincuore, senza fare polemiche”, ha ammesso. “Pochi anni dopo, mi è stata imposta la stessa operazione, e anche in quella circostanza non mi sono opposto”, ha precisato.
“Ma questa volta è davvero troppo”, ha affermato. “Da giorni, un’azienda dell’eolico che sta costruendo una pala in una campagna vicino alla mia utilizza i miei spazi per appoggiare i suoi mezzi e raggiungere il luogo dell’opera, bloccandomi il passaggio, da cui di solito accedo con trattore e mietitrebbia, e rendendomi la vita impossibile”, ha affermato.
“Mio figlio, che è avvocato, e che si occupa di queste cose, dice che non c’è niente da fare, che dobbiamo accettare questa situazione incresciosa, che non possiamo avere ragione, e quindi io mi ci sono scontrato diverse volte nell’ultimo periodo”, ha raccontato l’uomo. “Mi sono stati proposti dei soldi, per evitare che creassi problemi. Ma io non voglio dei soldi. Sto bene, e a 80 anni suonati non mi servono. Voglio continuare a vivere in pace nella campagna in cui sono cresciuto con i miei fratelli e con le mie sorelle, senza che alcuna società di questo tipo, avallata dalle istituzioni, mi complichi l’esistenza”, ha chiosato. “Ho interpellato le istituzioni stesse e i carabinieri, da cui non ho ottenuto nulla. Sono disperato, e spero che almeno la stampa possa fare qualcosa”, ha concluso l’uomo.
A questo punto, l’Attacco ha contattato suo figlio avvocato, che ha messo dei paletti e fatto dei distinguo sulla questione. “Mio padre ha ragione”, ha detto. “Lui ne fa un discorso romantico e sentimentale”, ha fatto sapere.
“Comprendo il suo punto di vista e lo appoggio. Vuole continuare a fare serenamente il lavoro che ha sempre fatto”, ha aggiunto. “Io però faccio l’avvocato, e so bene come vanno queste cose”, ha sottolineato. “Non possiamo avere ragione contro questa azienda, purtroppo. Il nostro pezzo di terra non è stato espropriato, ma si tratta soltanto di un asservimento”, ha specificato.
“Questo significa che il disagio sarà temporaneo, anche se non ci hanno detto quanto durerà. Ma loro hanno tutte le autorizzazioni del caso, c’è poco da fare”, ha detto sconsolato. “Mio padre batte sul fatto che non siamo stati avvisati per tempo. Da un giorno all’altro ci siamo trovati questi mezzi a sbarrare il passaggio. Ma anche su questo punto abbiamo le mani legate”, ha proseguito.
“Il DPR 327 2001 in materia di espropri dice chiaramente che se le particelle in questione sono superiori a 50 - e nel nostro caso lo sono - l’azienda non è tenuta a informare preventivamente i proprietari. È una legge anticostituzionale, a mio avviso. Sono con mio padre, in questo. Ma esiste, e noi non possiamo farci niente”, ha chiosato.
Zone Transition
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“Da questa storia ne usciremo con le ossa rotte se ci imbattiamo in questioni legali. E poi fino a questo momento la società si è sempre preoccupata di venirci incontro quando abbiamo fatto notare dei particolari disagi”, ha ammesso. “Per cui non possiamo nemmeno lamentarci”, ha concluso l’avvocato. “Da parte mia, spero solo che la faccenda si risolva presto, e senza troppi danni”.