La Puglia è al quinto posto in Italia per atti intimidatori, minaccia e violenza rivolti nel 2021 contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica amministrazione. Nell'ambito regionale, è la provincia di Foggia a detenere il primato con 16 episodi riconducibili al 2021.
In totale, nel Belpaese, sono 438 gli atti registrati dall'associazione Avviso Pubblico e riassunti nell'XI Rapporto ‘Amministratori sotto tiro’.
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Il 2021 è stato il secondo anno consecutivo a far segnare una flessione negli atti intimidatori su scala nazionale: -6 per cento rispetto al 2020, quando gli episodi furono 465. In calo anche il numero dei comuni interessati (-5 per cento, da 280 a 265). I sindaci sono gli amministratori i più bersagliati. I comuni più piccoli i più colpiti. Un gran numero di intimidazioni è legato a proteste e agitazioni dovute alla pandemia da Covid-19.
Atti intimidatori sono stati censiti in tutte le regioni italiane, eccetto la Valle D'Aosta. Mentre continua a crescere – evidenziano i promotori dello studio – l'incidenza dei casi al Centro-Nord, giunta nel 2021 al 45,5 per cento del totale.
La Campania si conferma la regione in cui sono state registrate il maggior numero di intimidazioni (72 casi), pur con un calo del 15 per cento rispetto al 2020. Seguono Sicilia e Calabria, con 51 e 45 casi. Al quarto posto la Lombardia, che con 43 episodi supera la Puglia (41), confermandosi il territorio più colpito dell'area Centro-Nord. Anche nel 2021 il territorio provinciale più colpito si conferma Napoli, con 45 casi. Seguono Reggio Calabria (20) e Cosenza (19).
Zone Transition
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Particolare attenzione viene rivolta anche nel Rapporto ai social network, che nel 2021 sono stati il mezzo più utilizzato per intimidire, minacciare e diffamare gli amministratori locali (21,7 per cento dei casi totali), seguiti da lettere/volantini/messaggi (19,1 per cento) e da incendi e aggressioni (12,8 per cento per ciascuna tipologia). Anche se, analizzando i contesti territoriali, si conferma una netta diversificazione nelle tipologie di minacce utilizzate fra Nord e Sud del Paese.
(fonte: fnsi.it)