Atti mafiosi all’Oasi Lago Salso e Mattinata, l’ampliamento della zona di protezione tra le ipotesi

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Messaggi dal sapore mafioso, mandati da quella feccia che continua ad essere un cancro per il territorio garganico. Stanno suscitando un’ondata corale di sdegno i due atti criminali messi a segno da ignoti nella giornata di giovedì in due punti diversi dell’area protetta del Parco nazionale del Gargano.

A Mattinata, in località Vergon del Lupo, diversi alberi sono stati tagliati interrompendo volutamente la statale per Vieste.

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Mentre a Manfredonia, proprio all’ingresso dell’Oasi Lago Salso, è stato fatto ritrovare un cormorano con una fune legata intorno al collo e una cartuccia da caccia nel becco. Una chiara sfida allo Stato, visto che proprio nell’Oasi ha sede l’omonima stazione del Carabinieri Forestali. C’è da capire cosa mostrano le telecamere posizionate all’entrata dell’Oasi. Varie le ipotesi che si stanno avanzando per i due fatti. A Vergon del Lupo nel 2006 circa 200 alberi secolari, tra cui querce e cerri, furono abbattuti per ricavarne legna dal noto mafioso Francesco Notarangelo, detto Natale, da un altro mattinatese, Francesco Quitadamo.

Nei giorni scorsi l’operazione antimafia Omnia Nostra, tra i 48 indagati collegati al clan Romito-Ricucci-Lombardi-La Torre (che spadroneggia tra Manfredonia, Macchia di Monte Sant’Angelo e Mattinata), ha coinvolto anche i pregiudicati mattinatesi Notarangelo e i due fratelli Antonio e Andrea Quitadamo, detti Baffino. C’è un collegamento? In parecchi, nella “farfalla bianca del Gargano”, lo stanno pensando in queste ore.

Quanto all’orribile fatto avvenuto davanti all’Oasi Lago Salso, diverse associazioni ambientaliste sono propense a ritenere che il gesto non sia da ricollegare alle ire degli itticoltori del nord Gargano contro i danni provocati dai cormorani (come qualche cittadino ha ipotizzato) quanto piuttosto alla contrarietà del mondo venatorio all’ampliamento della zona di protezione dell’Oasi, deciso dalla Regione Puglia col nuovo Piano Faunistico Regionale. La vicenda, ampiamente trattata su queste colonne, vede anche un ricorso al TAR contro la Regione da parte dei proprietari terrieri della Riviera Sud, procedimento in cui finora non si sono costituiti né l’ente Parco nazionale del Gargano né la stessa amministrazione comunale.

Quale che sia la motivazione, sono segnali molto preoccupanti, non isolati: nei mesi scorsi le comunità furono inorridite di fronte alle foto di un lupo impiccato nei pressi del Lago di Varano e di un airone guardabuoi impalato a Calenella (Vico).

“Dopo il ritrovamento del cormorano siamo rimasti sorpresi e indignati”, afferma il WWF Foggia tramite il presidente Maurizio Marrese. “Un gesto così violento è assolutamente intollerabile, soprattutto perché avvenuto davanti alla stazione dei Carabinieri Forestali dell’Oasi. È un gesto che sa chiaramente di intimidazione dopo gli ultimi avvenimenti legati proprio all’Oasi Lago Salso, come la distruzione di circa 150 ettari di habitat naturale e la recente istituzione di un’oasi di protezione da parte della Regione Puglia, richiesta sempre dal WWF a norma di legge, proprio per tutelare l’area contigua all’oasi dalle attività venatorie. Questa è un’area in cui sono fondamentali la presenza delle istituzioni e il controllo delle forze dell’ordine. Per questa ragione facciamo richiesta sia all’Ente Parco che alla Regione Puglia non solo di aumentare la vigilanza ed il controllo sul territorio ma anche di prendere provvedimenti creando nuove oasi di protezione e formalizzando aree contigue al Parco Nazionale.  Chiediamo al presidente del Parco Pazienza di ricostituire il legame virtuoso con le scuole, che manca da troppi anni. La conoscenza, la formazione e l’educazione sono fondamentali per creare i “cittadini del Parco” del domani. Invitiamo inoltre la Provincia di Foggia a rendere operative le guardie ecologiche volontarie (GEV) ormai in stand by da troppi anni, mai rese operative sul territorio eppure fondamentali nel coadiuvare l’azione delle forze dell’ordine. Facciamo appello non per ultimo anche alle associazioni venatorie locali, sempre molto attente sul territorio, chiedendo di prendere pubblicamente le distanze da questi atti di bracconaggio e di segnalare alle forze dell’ordine ulteriori violazioni”, conclude il WWF.

Fortemente preoccupata è anche la Federazione nazionale Pro Natura, guidata da Vincenzo Rizzi. “Crediamo che l’uccisione del cormorano sia da ricollegarsi all’ampliamento della protezione all’Oasi. Non ci sono impianti di itticoltura a Manfredonia. Immagino che siano state visionate le telecamere, spero inoltre si prendano le impronte digitali sul cormorano. Di fronte a simili fatti ricordo quanto già dissi nel 2019”, afferma a l’Attacco. “Aver tollerato in silenzio le fantasie di una narrazione archeo-venatoria infarcita da logiche liberiste in campo economico, per cui le vittime si trasformavano in carnefici e i carnefici in vittime, ha prodotto simili azioni in una terra in cui è difficile capire il confine tra Stato e antistato. Ora cerchiamo di comprendere il senso di una simile “bravata” perché oggettivamente non si può non considerare che siamo di fronte a una risposta alla richiesta di un’oasi di protezione venatoria a cuscinetto dell’Oasi Lago Salso. Storicamente proprio nell’Oasi stessa abbiamo avuto ripetutamente attentati che hanno comportato: la distruzione di strutture, manomissioni, l’uccisione di animali, e in nessun caso si è mai arrivati a trovare i colpevoli, ma cosa più grave non c’è mai stata una concreta solidarietà per ricostruire ciò che era stato distrutto. Ora mi aspetto dalla Regione Puglia un gesto concreto, quello di arrivare nel più breve tempo possibile al divieto di caccia nell’area individuata così come stabilito dalle norme di legge esistenti”.

“Due ritrovamenti, chiari segnali di aggressione mafiosa al territorio: alberi tagliati a sfregio in agro di Mattinata e cormorano ucciso e apparecchiato. Perché aggredire il territorio del Parco? Perché questa pressione criminale sulla natura?”, si domanda Legambiente Festambientesud di Monte Sant’Angelo. “Forse dobbiamo pensare che le organizzazioni mafiose hanno bisogno del controllo pieno sul territorio, oltre che quello sull'economia, come purtroppo ci dimostrano le inchieste recenti, e, a volte, su alcune istituzioni, come si registra dalla cronaca degli ultimi anni di questo territorio?”.

Zone Transition

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“In questi giorni sono avvenuti 3 episodi che denotano come la lotta alla illegalità sia ancora lunga”, osservano i Verdi di Manfredonia. “Sono atti che hanno un denominatore comune: il territorio non lo deve controllare lo Stato. Per la farmacia colputa a Monte è evidente il messaggio ma anche per gli alberi abbattuti in una zona in cui i tagli abusivi sono continui e da alcune settimane è stato ripristinato il presidio dei Carabinieri Forestali a Mattinata. Infine il cormorano è la risposta dei bracconieri alla creazione di una zona di protezione faunistica intorno all'Oasi. È necessario che tutti i cittadini facciano fronte comune contro le prevaricazioni. Nessuno deve sentirsi solo. Non è sufficiente solo la repressione dei fenomeni ma è necessaria la prevenzione attraverso l'educazione e la testimonianza dei valori della nonviolenza e della legalità perché la subcultura mafiosa non vinca”, concludono i Verdi.

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