Nella giornata di ieri, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno arrestato su ordinanza di custodia cautelare un infermiere professionale di 30 anni, residente in provincia di Foggia, operante stabilmente all'interno della Casa Circondariale di Lucera.
Durante la delicata e riservata indagine condotta nei mesi scorsi dagli investigatori dell'Arma, svolta anche attraverso operazioni tecniche, sono stati raccolti plurimi indizi di colpevolezza nei confronti di un infermiere impiegato all'interno del carcere lucerino, al quale è stato contestato lo spaccio continuato ed aggravato di droga durante l'attività infermieristica dallo stesso svolta durante il servizio prestato presso tale istituto penitenziario. Fondamentale è stata la collaborazione della Polizia Penitenziaria del carcere di Lucera, come anche quella di alcuni detenuti.
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L'insospettabile infermiere, approfittando ed abusando del rapporto fiduciario con il contesto istituzionale carcerario, in ragione appunto della funzione professionale svolta all'interno della Casa Circondariale di Lucera ed in considerazione dei costanti e continui contatti avuti con la popolazione carceraria di quell'istituto di pena, senza quindi particolari restrizioni o limitazioni, poneva in essere tale grave condotta.
Durante poi le indagini svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, in esecuzione di un decreto di perquisizione delegato disposto dalla Procura della Repubblica di Foggia, attività effettuata anche mediante l'ausilio di un'unità cinofila dei Carabinieri del Nucleo di Modugno, sono state rinvenute e sequestrate all'infermiere "infedele" alcune decine di grammi di cocaina "tagliata" con della Novalgina, un comune farmaco antidolorifico, motivo per il quale è scattata nei suoi confronti anche la contestazione di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Le analisi di laboratorio tossicologiche compiute al riguardo dagli specialisti del L.A.S.S. del Nucleo Investigativo Carabinieri di Foggia hanno quindi permesso di accertare che da tale sostanza sarebbero potute essere ricavate all'incirca 70 dosi.
La condotta, secondo la contestazione mossa all'infermiere, riguarderebbe il periodo che parte sin dal gennaio 2021.
Nei prossimi giorni, l'infermiere, ristretto agli arresti domiciliari su disposizione del GIP del Tribunale di Foggia in ragione del relativo provvedimento cautelare, verrà sottoposto ad interrogatorio di garanzia.
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Ancora una volta, Magistratura e Carabinieri hanno dato un'importante risposta in termini di legalità e sicurezza nel territorio della Capitanata, tra l'altro in questo caso in un contesto molto delicato, quale appunto quello di un Istituto Penitenziario, luogo istituzionale preposto non solo alla restrizione dei detenuti, ma anche al relativo recupero e reinserimento sociale.