Due commercialisti del Golfo sono accusati di riciclaggio in concorso. Michele Lombardi col commercialista Vittorio Gentile e Alessandro Coccia è accusato di aver attribuito fittiziamente
a Coccia la titolarità dell’impresa di commercio all’ingrosso di pesce Marittica (colpita anni da interdittiva antimafia), situata sul lungomare Nazario Sauro e della relativa concessione demaniale “al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, ovvero di agevolare la commissione di delitti, con l’aggravante mafiosa”. Solo perché Coccia era incensurato. Ecco cosa si dissero nel 2017.
Carousel Banner 1
Carousel Banner 1
Carousel Banner 2
Carousel Banner 2
Gentile: L’unica cosa, accertiamoci che Alessandro non ha carichi pendenti, se no ci studiamo l’amministratore.
Michele Lombardi: No, non ha niente lui.
Gentile: Tranquillo, allora glielo faccio firmare. Prepariamo tutto.
Michele Lombardi: Mi raccomando.
Gentile: Stiamo già procedendo.
Secondo l’accusa l'indagato Gentile, inoltre, “è concorrente” di un altro reato “avendo coadiuvato Michele Lombardi nell'appropriazione dell’attività commerciale svolta dalla Markittica ai danni dì Marco Donato Colletta allorquando, nella fase di avvio dell'impresa, dopo la stipula del contratto dì affitto di ramo d'azienda, ha proposto a quest'ultimo la liquidazione della sua società, offrendogli per conto di Lombardi il pagamento di un prezzo irrisorio. Dopo il rifiuto Colletta è stato vittima di un episodio incendiario, che lo ha poi indotto a farsi definitivamente da parte, rinunciando a ogni forma di collaborazione con Lombardi nell'attività che aveva storicamente svolto e preferendo aprire una nuova società operante in altro settore”.
C’è poi il capo d’imputazione che coinvolge il neo consigliere comunale Adriano Carbone, ex amministratore unico della partecipata ASE spa (in quota Antonio Conoscitore, socio di Francesco Romito). Carbone, con Antonio Zino, Raffaele Salvatore Fascione, Giuseppe Impagnatiello e Michele Bisceglia, sono accusati di aver attribuito fittiziamente alla Fascione Giovanni e C. snc il denaro impiegato per le opere di adeguamento dei locali riconducibile alla Divine Whims srls, in realtà sostenute per 35.000 euro da Antonio Zino al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, ovvero di agevolare la commissione dei delitti, e per favorire l'attività dell'associazione mafiosa. Lello Fascione è l'amministratore della Fascione Giovanni & C snc, l’impresa (che fa capo ad una conosciutissima vetreria della città) che ha ceduto in locazione i locali per l'esercizio dell'attività ristorativa.
Il gip spiega di non aver accolto la richiesta di domiciliari avanzata per Michele Bisceglia, Adriano Carbone, Lello Fascione e Giuseppe Impagnatiello in quanto “nonostante la riconosciuta ricorrenza di gravità indiziaria a loro carico, anche con riferimento alla contestata aggravante dell’associazione mafiosa, si tratta comunque di soggetti tutti totalmente incensurati, che hanno partecipato alla commissione del solo episodio criminoso contestato, peraltro di minor gravità e risalente al 2018. Dagli atti d'indagine non emerge una loro attuale e perdurante messa a disposizione del sodalizio”.
Zone Transition
Zone Transition
“Stesse considerazioni valgono con riferimento alla posizione di Gentile, il quale ha invece fornito il suo contributo isolato con esclusivo riferimento ad un episodio del 2016 e non vi sono motivi per ritenere che abbia fornito ulteriore collaborazione”, conclude il gip Galesi.