Folla e commozione ai funerali di Bruno Maiori, salutato con le moto in Piazza Duomo e con un video celebrativo

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Il feretro direttamente a terra, quasi un simbolo dell’estremo e disperato attaccamento al proprio luogo natio, e intorno la corona dei fratelli e delle sorelle, assieme ad altre centinaia di persone che sabato mattina hanno reso l'ultimo saluto a Bruno Maiori, il 45enne di Lucera trovato morto tre settimane fa in un hotel del cantone svizzero di San Gallo.

La salma era giunta in città solo giovedì scorso, dopo un lungo e complesso iter burocratico e giudiziario che in effetti è ancora in corso, poiché non è stato chiarito ancora nulla di cosa sia accaduto veramente in quella domenica mattina del 27 febbraio. L’unica cosa certa è che il decesso non è avvenuto per cause naturali. Nella Cattedrale e in Piazza Duomo le lacrime e gli applausi si sono mescolati con i ricordi e le emozioni, ancora più forti dopo la proiezione di un video realizzato dagli amici di una vita come omaggio finale del suo percorso terreno, salutato anche dal rombo di alcune moto, la primaria passione di Maiori fino a quando era rimasto a Lucera, prima di prendere una strada gastronomica che lo aveva portato all’estero.

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“Queste lacrime pesano perché non possiamo fare a meno di te – ha detto al microfono Valeria, una delle sorelle, al termine del rito religioso - perché eri tu sempre quello con il sorriso, con una soluzione e pronto a dare una mano a tutti. Siamo orgogliosi di te, e lo dimostrano anche tutte queste persone che sono qui adesso, sei il nostro angelo e ci piace pensare che adesso sarai accanto alla nostra mamma”.
Intanto, sul fronte giudiziario, non ci sono ancora novità rilevanti provenienti dalla Svizzera dove le indagini sarebbero comunque formalmente terminate, visto che la polizia locale ha affidato tutte le risultanze alla procura di San Gallo, competente per territorio.
La delegazione lucerina che la scorsa settimana si è recata sul posto, guidata dall’avvocato Vincenzo Scarano incaricato dalla famiglia, non ha ancora ottenuto risposte alle tante domande che si stanno ponendo i fratelli e le sorelle dell’uomo.

Abbiamo a che fare con un codice di procedura penale piuttosto diverso dal nostro – ha confermato il legale a l’Attacco – e basti solo pensare che siamo perlomeno, e meno male, riusciti già a costituirci parte civile, nonostante non siano nemmeno cominciato un processo, ma è ancora tutto alla valutazione del pubblico ministero. Questo adempimento ci permetterà di acquisire tutta la documentazione finora prodotta, ma di cui non siamo ancora venuti in possesso. Non sappiamo nemmeno quale sia lo status del 19 che sarebbe stato arrestato la mattina stessa della tragedia, né quindi se sia indagato o addirittura detenuto. Non conosciamo ancora gli esiti dell’esame autoptico eseguito sul corpo di Bruno, senza aver avuto la possibilità di nominare un nostro perito di fiducia. Naturalmente, appena riusciremo ad avere reale contezza della situazione, faremo le nostre valutazioni e agiremo di conseguenza, perché questa storia ha bisogno di essere chiarita fino all’ultimo punto”. Dalle indiscrezioni trapelate dagli ambienti investigativi, emerge che la struttura sarebbe stata posta per qualche giorno sotto sequestro, ed è dotata di un diffuso sistema di video sorveglianza, interno ed esterno all’edificio, per cui non è escluso che le immagini acquisite dagli inquirenti potrebbero aver fornito un quadro più chiaro di quello che sia accaduto anche nelle ore precedenti al tragico ritrovamento di Maiori senza vita. La sera prima, infatti, c’era stata una festa di Carnevale con un discreto afflusso di persone esterne alla clientela abituale, circostanza da cui potrebbero spuntare risposta anche apparentemente inaspettate.

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Un altro filone da considerare, inoltre, è quello della posizione stessa del Maiori lavoratore, arrivato da pochi mesi in quell’hotel in cui alloggiava e operava nello stesso tempo, dopo un lungo periodo trascorso in Spagna. La sua ultima permanenza a Lucera risale alle scorsa vacanze natalizie, quando aveva riferito ai parenti di stare bene in quel luogo e di essere trattato bene anche dal punto di vista economico. Tuttavia, quando è tornato in Svizzera le cose sarebbero peggiorate, perché aveva raccontato che il proprietario non gli aveva pagato gli ultimi due mesi di stipendio, vantando quindi un credito di circa 8.000 franchi. Questa circostanza lo ha fatto entrare in aperto conflitto con Willy Meier e anche con la sua compagna, una sudamericana il cui ruolo nella struttura è ancora tutto da individuare, così come tante altre questioni che le carte giudiziarie potrebbero presto svelare.

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