Funerali di Luigia Boccamazzo chiudono agosto tragico. “Il Signore aiuti a non sprecare la vita tra banalità e frivolezze”

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Nel giro di sole 48 ore la comunità di Lucera si è ritrovata due volte a strozzare in gola la rabbia di una duplice scomparsa di altrettante donne che hanno perso la vita a causa dell’incidente stradale avvenuto la sera del 29 agosto scorso. Entrambe viaggiavano a bordo di una bici elettrica sulla Strada Provinciale 5 per Pietramontecorvino dove sono state investite da una Bmw in transito. Amelia Capobianco di 23 anni è morta sul colpo, mentre l’amica Luigia Boccamazzo è rimasta in agonia per 36 ore al Policlinico Riuniti di Foggia dove è spirata mercoledì mattina a seguito dei traumi multipli subiti.

I funerali della prima si sono tenuti giovedì scorso nella cattedrale di Piazza Duomo, e quello della seconda sabato mattina alla chiesa parrocchiale di Santa Maria della Spiga che non è riuscita a contenere le centinaia di persone riversate in strada per rendere l’ultimo omaggio a Luigia Boccamazzo, ultimogenita, assieme alla gemella Michela, di una delle famiglie più conosciute del popoloso quartiere periferico.

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A celebrare il rito funebre è stato monsignor Giovanni Mace, ex parroco del rione che è rimasto sempre vicino alla popolazione che spesso egli stesso ha visto nascere e crescere.

“Ti ricordo piccolissima ai campi scuola – ha detto nell’omelia il sacerdote, rivolgendosi direttamente al feretro bianco – e quindi la tua scomparsa ci ha lasciati increduli e inebetiti. Mai ci saremmo aspettati che il tuo giorno sarebbe arrivato così all’improvviso, diventando un angelo prima di noi e senza nemmeno avvisarci. Tutti quanti sappiamo che bella persona sei stata, animata da coraggio, determinazione, entusiasmo, forza e allegria. Mancherà la tua sincerità e la tua voglia di vivere, ma adesso proprio tu hai il vantaggio di essere vicina a noi perché hai superato lo scoglio del corpo materiale”.

Mace è rimasto in contatto con tantissime persone residenti della zona, per cui conosce molte dinamiche umane e sociali della comunità: “Il primo pensiero va ai genitori – ha aggiunto – che dovranno fare un grande sforzo per digerire questo boccone amaro. La morte di una giovane colpisce sempre tutti, perché quando si spegne una vita viene tolto un pezzo di speranza. La perdita di un figlio è cosa troppo dolorosa, resta quasi la sensazione di inutilità per i tanti sforzi compiuti. Il dolore non deve diventare disperazione e senso di abbandono definitivo. Oggi restano solo i ricordi che però nessuno è in grado di cancellare, e quelli più forti resistono al tempo e proiettano verso l'eternità. In quei ricordi sarà possibile tuffarsi quando arriverà il desiderio di abbracciare Luigia, e in quel momento avverrà un piccolo miracolo. Il Signore garantisce l'inesistenza della morte, ce lo ricorda anche Sant’Agostino affermando che ‘La morte non esiste perché siamo l'emblema della vita e della eternità’”.

Poi un ultimo pensiero rivolto ai giovani: “Siamo consapevoli che tutti loro non hanno un futuro bello davanti, di questo io soffro molto, perciò il Signore li aiuti anche ad acquisire la capacità di non sprecare la vita dietro banalità, frivolezze e desiderio di successo. Luigia ci insegna a vivere ogni giorno come fosse l'ultimo, per cui torniamo a essere umani nella solidarietà e nella comunione tra noi. Lei ora vive nella gioia eterna e noi ne siamo consolati nonostante lo sgomento di questo momento, anche perché proprio lei ci accompagna nel nostro cammino terreno in cerca di orientamento”.

Così come accaduto con Amelia Capobianco, al termine della celebrazione in chiesa, la piazza antistante si è trasformata in un luogo che ha ospitato le lacrime ma anche sollecitato i ricordi di una donna sempre pronta a fare festa. E così è stato anche in questa ultima occasione, tra palloncini bianchi, colombi, fuochi d’artificio e persino lo stappo di una bottiglia di spumante, oltre a un video che ne ha ripercorso la vita fin dalla nascita.

“Dove c'eri tu allegria e divertimento – ha confermato pubblicamente la sorella Michela – ma adesso aiutaci a superare questo momento. Tu e Amelia ora siete voi le gemelle in cielo”.

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Presenti anche i colleghi della ditta di distribuzione farmaci in cui Luigia lavorava da almeno 15 anni e dove era stata prelevata dall’amica a fine turno quella tragica sera: “Era il valore aggiunto tra il personale in grado di risolvere qualsiasi problema – hanno riferito - grande lavoratrice e sempre pronta ad aiutare tutti, anche perché in azienda siamo come un famiglia. Portava allegria e pragmatismo nell'ambiente che frequentava da poco più che maggiorenne. Sarà difficile sostituirla dal punto di vista professionale e umano e la vogliamo ricordare tra gli scaffali dell'azienda ma anche nel campo di calcio dove abbiamo insieme vinto un torneo aziendale”.

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