Emergono i nomi di altri soggetti coinvolti nell’operazione condotta questa mattina dalla Guardia di Finanza a Peschici.
Il gip del Tribunale di Foggia ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due dirigenti del Comune garganico, tra cui l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico, l’architetto Massimo d’Adduzio, in pensione da pochi mesi (al suo posto c’è adesso il montanaro Domenico Trotta), e Giuseppe Mastromatteo. Per i restanti sei indagati è stata applicata la misura interdittiva, per la durata di 12 mesi: dai pubblici uffici o pubblici servizi per il dirigente comunale Luigi Forte e l’istruttore tecnico comunale Domenico Martino); dalla possibilità di contrarre con la pubblica amministrazione per gli imprenditori Leonardo Lagrande e il suo socio Domenico Salvatore Mastromatteo (fratello del funzionario comunale Giuseppe); dall’esercizio della libera professione per gli avvocati e coniugi Raffaele Sciscio e Maria Pia De Nittis.
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Tra loro ci sono un paio di esponenti della Lega di Capitanata: si tratta del segretario cittadino, a Peschici, Luigi Forte e del vicesindaco di Vico del Gargano Raffaele Sciscio. “Non c'è stata nessuna perquisizione in Comune”, ha affermato a l'Attacco il Sindaco Franco Tavaglione.
Il provvedimento cautelare è giunto a conclusione di indagini di polizia giudiziaria che hanno permesso di raccogliere “gravi indizi di colpevolezza” in ordine alla commissione di vari reati contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica da parte di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, imprenditori e professionisti con riguardo al rilascio di concessioni demaniali marittime attraverso la formazione di atti ideologicamente falsi; alla alterazione del regolare funzionamento della procedura di affidamento ed esecuzione di lavori di “riqualificazione urbana”, del valore di circa 100mila euro, attraverso sia la produzione di documentazione falsa in sede di gara, sia l’omissione, da parte del Rup, delle dovute verifiche in sede di affidamento di gara e in corso d’opera circa l’effettiva esecuzione delle opere appaltate; al conferimento di incarichi professionali per circa 130 mila euro sulla base di false attestazioni e dichiarazioni e in conflitto con gli interessi dell’Ente locale.
È stata pertanto avanzata dalla Procura della Repubblica – su proposta degli investigatori – una richiesta di misure cautelari personali nei confronti degli indagati che il Gip ha accolto ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari.
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“Si rappresenta che il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati non possono essere considerati colpevoli fino alla condanna definitiva”, viene precisato dalle Fiamme Gialle.