Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, a seguito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno eseguito otto misure cautelari personali (due arresti ai domiciliari e sei interdizioni) nei confronti di pubblici amministratori e incaricati di pubblico servizio del Comune di Peschici, nonché di imprenditori e professionisti. "Non c'è stata nessuna perquisizione in Comune", ha affermato a l'Attacco il Sindaco Franco Tavaglione.
In particolare, il Gip del Tribunale di Foggia ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due dirigenti del Comune garganico (uno è l’architetto Massimo d'Adduzio, l'ex dirigente dell'ufficio tecnico); per i restanti sei indagati è stata applicata la misura interdittiva, per la durata di 12 mesi, dai pubblici uffici o pubblici servizi (per un dirigente comunale e un istruttore tecnico comunale), dalla possibilità di contrarre con la pubblica amministrazione (per due imprenditori) e dall’esercizio della libera professione (per due avvocati).
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Il provvedimento cautelare è giunto a conclusione di indagini di polizia giudiziaria che hanno permesso di raccogliere “gravi indizi di colpevolezza” in ordine alla commissione di vari reati contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica da parte di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, imprenditori e professionisti con riguardo al rilascio di concessioni demaniali marittime attraverso la formazione di atti ideologicamente falsi; alla alterazione del regolare funzionamento della procedura di affidamento ed esecuzione di lavori di “riqualificazione urbana”, del valore di circa 100mila euro, attraverso sia la produzione di documentazione falsa in sede di gara, sia l’omissione, da parte del Rup, delle dovute verifiche in sede di affidamento di gara e in corso d’opera circa l’effettiva esecuzione delle opere appaltate; al conferimento di incarichi professionali per circa 130 mila euro sulla base di false attestazioni e dichiarazioni e in conflitto con gli interessi dell’Ente locale.
È stata pertanto avanzata dalla Procura della Repubblica – su proposta degli investigatori – una richiesta di misure cautelari personali nei confronti degli indagati che il Gip ha accolto ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari.
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“Si rappresenta che il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati non possono essere considerati colpevoli fino alla condanna definitiva”, viene precisato dalle Fiamme Gialle.