In relazione alla vicenda giudiziaria in materia di caporalato che ha coinvolto Rosalba Livrerio Bisceglia, moglie del prefetto Michele di Bari,
ex capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, interviene il legale della donna.
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“Nel corso dell’interrogatorio di garanzia avanti al GIP - spiega l’avvocato Gianluca Ursitti -, la predetta ha chiarito la propria posizione anche attraverso la produzione di documenti.
In quella sede, è stato evidenziato come l’azienda agricola sia totalmente meccanizzata e non vengono praticate colture quali pomodoro e ortaggi che richiedono una notevole manodopera ad eccezione della coltivazione del vigneto della superficie di quattro ettari e mezzo”.
“Per la fase della raccolta dell’uva sono stati regolarmente assunti 12 persone, impiegate per 6 ore giornaliere e per 8 giornate lavorative, in ragione di un’organizzazione aziendale ed extraziendale che non consentiva, e non consente tuttora, la raccolta ed il trasporto di più di un camion al giorno”.
E’ stato, altresì, specificato “che nel 2020, per la raccolta anzidetta, l’azienda ha assunto 6 operai italiani e 6 operai extracomunitari e che, quanto a questi ultimi, era la prima volta che lavoravano presso l’azienda”.
Infine, “è stata fornita evidenza documentale - conclude l’avvocato Ursitti - che i pagamenti, corrisposti secondo il salario previsto dal contratto di lavoro provinciale e nazionale, sono avvenuti a mezzo bonifico bancario su iban in favore dei singoli lavoratori ad eccezione di uno, in favore del quale è stato emesso un assegno circolare poiché non in possesso di iban”.
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“Nel ringraziare la magistratura, si confida nel suo operato affinché la vicenda sia chiarita in tutti i dettagli per l’accertamento dei fatti e delle circostanze che ne hanno richiesto l’intervento.
Intanto, il GIP del Tribunale di Foggia ha revocato le misure personali nei confronti della signora Rosalba Livrerio Bisceglia”.