Continua nel peggiore dei modi l’inizio del 2022 in provincia di Foggia. Nella notte tra il 10 e l’11 gennaio San Severo ha visto andare a fuoco altri due esercizi commerciali noti in città, situati a poche decine di metri l’uno dall’altro.
Pirolandia, rivenditore di fuochi pirotecnici, e Li Quadri Parrucchieri, sono stati completamente devastati dagli attentati dinamitardi che si sono trasformati in grossi incendi a causa dei prodotti e del materiale contenuto nei due negozi. Si è ormai al quarto episodio bombarolo nella città dei campanili: gli altri due, avvenuti nella notte del 4 gennaio, avevano colpito la profumeria Afrodite e la concessionaria d’auto Romano. E si tratta, complessivamente, dell’ottavo guanto di sfida lanciato nel 2022 dalla criminalità organizzata alla società civile, al tessuto economico del territorio e alla squadra Stato, se si considerano gli ordigni e gli incendi che hanno segnato la cronaca nera di questi giorni anche a Foggia e a Vieste.
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Peraltro, Li Quadri è a 200 metri dal commissariato di polizia di San Severo.
Secondo una prima sommaria ricostruzione, effettuabile a partire dallo stradario di quell’area urbana sanseverese, chi ha messo la bomba a Li Quadri (poco dopo le ore 03.00) deve aver avuto il tempo di percorrere, forse a piedi, via Leccesse, e piazzare il secondo ordigno davanti alla saracinesca di Pirolandia, in corso Leone Miucci, strada che incrocia la stessa via Leccese. La seconda esplosione è avvenuta intorno alle ore 03.40, come confermano a l’Attacco dall’Arma dei Carabinieri, che si sta occupando delle indagini sull’attentato al rivenditore di fuochi pirotecnici.
Il caso del salone di acconciature per capelli è invece affidato alla Squadra mobile della Polizia di Stato. Indagini sdoppiate, dunque, per quella che per l’opinione di molti nella città dell’Alto Tavoliere potrebbe essere la stessa mano criminale.
“Non possiamo escluderlo come neppure confermarlo al momento”, spiegano i Carabinieri. “Le esplosioni sono avvenute a circa 10-15 minuti di distanza l’una dall’altra. I Ris dell’Arma stanno espletando esami e verifiche anche per comprendere che tipo di materiale esplosivo sia stato usato per confezionare gli ordigni”.
Dal Comando dei Carabinieri fanno inoltre sapere a l’Attacco che si tratta di “atti simili ai due di qualche giorno prima”.
Non è dato ancora sapere se si tratta di precise minacce a scopo estorsivo o di una più generale strategia della tensione risollevata dopo mesi di tregua dalla criminalità organizzata per continuare ad affermare la propria presenza sul territorio, con appuntamenti cadenzati ad ogni principio del nuovo anno (come ha sostenuto pochi giorni fa l’ex questore di Foggia Piernicola Silvis, in un’intervista su queste colonne).
In queste ore, però, è al vaglio degli inquirenti una lettera anonima a carattere minatorio che il titolare di Pirolandia avrebbe ricevuto nello scorso mese di novembre.
“Chiedo a tutti di denunciare e di non aver paura”, ha dichiarato nelle scorse ore alla stampa. “A novembre ho ricevuto una lettera tuttora al vaglio degli inquirenti e oggi mi hanno fatto il servizio per danni ammontanti ad almeno 80mila euro. Ma Pirolandia tornerà più forte di prima e faremo l’inaugurazione la settimana prossima. Siete tutti invitati. Nessuno deve avere più paura”.
Ieri mattina il sindaco Francesco Miglio, dai luoghi delle esplosioni, ha diramato un video invocando, per l’ennesima volta, una più massiccia presenza dello Stato a San Severo e la visita sul territorio della ministra degli Interni Luciana Lamorgese.
“Le lancio un appello ad essere qui, su questo territorio di Capitanata, nei prossimi giorni, per annunciare delle misure concrete, da attuare nelle prossime settimane, per sventare quella che è una vera e propria strategia complessiva messa in atto dalla associazione mafiosa per tenere sotto scacco la città e l’intero nostro territorio. Diversamente saremo noi ad andare a Roma a rivendicare l’attenzione che siamo certi di meritare".
Attentati - che, in molti casi, arrivano senza precedenti richieste estorsive - tanto ai danni di umili esercenti che di stimati imprenditori del territorio, ritenuti persone perbene che nulla avrebbero a che fare con il tessuto criminale locale: questa la vulgata sui titolari delle ultime due attività colpite a San Severo.
Zone Transition
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Netto Nazario Tricarico, leader del movimento Città Civile e persona che più volte negli ultimi sette anni e mezzo si è spesa a favore della legalità e delle vittime di attentati bombaroli (come con la raccolta fondi che servì a riaprire il noto lounge bar Gatta dopo gli ingenti danni subiti da un ordigno della mala): “Una delle letture percorribili sui recenti fatti di cronaca è che, quando si devasta completamente un locale, la richiesta estorsiva potrebbe avvenire ex post. Nel senso che dopo l’attentato può presentarsi dall’esercente un colletto bianco, prestanome della criminalità organizzata, che offre l’aiuto economico necessario per rimettere in piedi l’attività. Soldi in prestito che andranno poi restituiti alla mafia locale. Da qui in poi inizia il processo di acquisizione dell’impresa ‘estorta’ che permette alla criminalità organizzata di riciclare i proventi del traffico di droga. Una versione che mi è stata confermata direttamente dalle forze dell’ordine su altri episodi di simile natura. Dietro le bombe”, conclude Tricarico, “potrebbe infine esserci la volontà di qualche nuovo gruppo criminale di affermare la propria presenza sul territorio dopo che l’operazione Ares ha praticamente decapitato le vecchie batterie”.