Mitilicoltura nel mirino della magistratura, arresti e sequestri tra gli allevatori. "Trattati come terroristi"

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E' il solido fondamento su cui si basa l'economia di una intera comunità: la mitilicoltura di Cagnano Varano. Nel tempo la produzione di cozze in questo pezzo del Gargano nord si è andata consolidando, divenendo un polo produttivo molto importante, secondo solo a Taranto nel Mediterraneo, con le sue 13 mila tonnellate l'anno.

Le cozze di Cagnano sono famose e apprezzate sul mercato per la delicatezza del loro gusto. Vengono coltivate a ciclo continuo durante l'anno, sia nelle acque del lago che in mare.

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Ecco perché l'operazione condotta ieri da magistratura e forze dell'ordine che ha portato ad arresti e sequestri può rappresentare un duro colpo per l'economia locale. Fermo restando che la legge è uguale per tutti, che non ci sono scusanti o giustificazioni per disattenderle e che la tutela dell'ambiente è cruciale, c'è chi in paese è preoccupato per le inevitabili ripercussioni che questa situazione potrà avere sulla comunità garganica, già fragile ed impoverita da altri mille fattori che si sono stratificati nel tempo.

"Non siamo dei terroristi, come siamo stati trattati questa mattina (ieri, ndr)", sbotta a l'Attacco Mario Coccia, titolare della organizzazione di produttori Jolly Pesca, non coinvolta nell'inchiesta.
In premessa l'imprenditore mette inoltre in evidenza che non tutte le reste provengono dalla mitilicoltura locale: "Le correnti che vengono da nord scaricano tutto sulle coste del Gargano settentrionale, basti guardare il meccanismo delle correnti marine e le loro traiettorie. Detto questo, i pescatori hanno sempre reclamato un centro, un'isola ecologica. Ci sono anche dei progetti in Provincia ma non è stato fatto niente".

Ora sulle loro teste cade questa inchiesta e il clima non è dei migliori: "Cagnano vive sulla economia della pesca e della mitilicoltura. L'impatto economico di tutto questo sarà molto più grave del previsto, veniamo da tre anni di moria a causa delle temperature alte e dal periodo difficile del Covid". Tra produzione diretta e indotto la mitilicoltura rappresenta la fonte di reddito per centinaia di famiglie: "Solo un pescatore, solo un figlio di pescatore può capire quanti sacrifici ci sono dietro questa attività e quanta fatica".

L'imprenditore pone poi un quesito: "Perché non ci fanno sapere che fine hanno fatto tutti i rifiuti che abbiamo smaltito al costo di decine di migliaia di euro? Perché non controllano anche i signori dello smaltimento? Ora la nostra sorte sta in mano alla magistratura ma se non dissequestrano gli impianti subito, l'Adriatico si troverà invaso da decine di migliaia di boe. Sono sottoposte sempre a controlli per le avversità meteo marine ma già da 5 giorni manchiamo per via del mare mosso".

Mai si era vista, a memoria dei cagnanesi, una operazione che impiegasse un tale dispiegamento di forze sul territorio.

Ed infatti stupore e sconcerto sono i sentimenti che da ieri mattina pervadono i cittadini di Cagnano Varano, dove a conclusione di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, svolte dal Nucleo Speciale d'Intervento del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera nell'ambito dell'operazione denominata "Gargano Nostrum", il Gip del Tribunale dauno ha emanato un'ordinanza con la quale applica le misure cautelari personali e reali nei confronti di numerosi indagati per i reati ascritti di "disastro ambientale" e di "combustione illecita di rifiuti". L'area interessata è quella costiera e lagunare tra Lesina e Capojale.

La complessa operazione di polizia giudiziaria, finalizzata all'esecuzione delle misure cautelari disposte, è durata molte ore ed è stata svolta con personale militare e mezzi della Guardia Costiera provenienti da tutta Italia. Gli agenti sono stati avvistati anche presso la casa comunale di Cagnano.

Gli arresti e i sequestri riguardano il settore della mitilicoltura, attività particolarmente fiorente nel Gargano Nord, Cagnano è la seconda località pugliese dopo Taranto quanto a volumi di produzione, che si aggirano intorno alle 13 mila tonnellate l'anno. Il rovescio della medaglia è rappresentato dagli scarti della produzione, le famigerate reste, le retine di plastica in cui si allevano le cozze che invadono le spiagge e inquinano i fondali. La legge dispone regole ben precise per la raccolta e lo smaltimento di questi rifiuti speciali ma non sempre vengono applicate.

Una vera e propria piaga per il prezioso e fragile ambiente del promontorio. Il tema si ripropone periodicamente, la Regione Puglia ha stanziato anche delle risorse per bonificare coste e acque ma non basta.

Di recente se ne era interessata anche l'assessora regionale al welfare Rosa Barone, intervenuta in merito alla realizzazione di un'isola ecologica a Capojale che permettesse un più agevole stoccaggio delle reste: "La mitilicoltura - ricordò Barone - rappresenta la principale fonte di reddito e lavoro del paese garganico.  Da tempo i cittadini chiedono alle istituzioni locali di risolvere il problema del corretto smaltimento di reste e retini in plastica, che purtroppo spesso dal mare arrivano sulla spiaggia di Capojale. I mitilicoltori devono avere un'area attrezzata per lo stoccaggio e la raccolta di questi rifiuti".

Dal 2015 sia l'amministrazione Costanzucci (ex Sindaco), che la delegazione di attivisti del M5S di Cagnano assieme alla consigliera Barone, hanno affrontato questa problematica con l'allora assessore provinciale all'ambiente, e i relativi uffici provinciali, riscontrando la volontà di questi ultimi di finanziare un centro raccolta rifiuti. Ultimamente la Provincia ha fatto sapere che non avrebbe potuto finanziare un'isola ecologica specifica per i mitilicoltori perché trattasi di imprese private e che avrebbero finanziato un Ccr per rifiuti urbani e che, nel caso, ad un'area attrezzata per le cooperative doveva pensare il Comune. Dopo una serie di incontri era stato presentato anche il progetto da parte dell'ufficio tecnico comunale di Cagnano per una supervisione da parte della Provincia.

"A partire da maggio scorso - mettono in evidenza gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Cagnano - inizia la latitanza dell'amministrazione comunale che non riferì nulla circa lo stato di avanzamento dei lavori, enunciando uno stato di confusione mentale circa gli elementi necessari per il completamento del progetto da inviare alla Provincia. Per tale motivo, l'assessore Barone coordinò un sopralluogo, richiesto dal Comune, nei pressi del sito di riferimento al quale parteciparono il Comune, i dirigenti comunali, i dirigenti provinciali. Sviscerati i vari dubbi, l'amministrazione promise di convocare la riunione tecnica comunale entro i primi di luglio e che entro alla fine di tale mese sarebbe stato tutto pronto. Nulla fino al mese di settembre quando l'assessore Barone, tramite il suo collaboratore, chiese novità circa lo stato di avanzamento dei lavori. L'assessore Coccia riferì che stavano ricostituendo l'ufficio tecnico con il 110 e non sarebbe stato possibile completare la documentazione entro settembre. A seguito di un'altra chiamata, l'assessore riferì circa l'avanzamento dei lavori e la conclusione entro la fine di ottobre 2021, grazie anche alla collaborazione di ulteriori tecnici. Ad oggi, ancora nessuna notizia è pervenuta".

Torna anche oggi sulla vicenda la stessa assessora pentastellata: "Sono molto contenta di quanto avvenuto - ha commentato Barone a l'Attacco, riferendosi al blitz delle forze di polizia -, in questo modo si punta l'attenzione su questo fenomeno assurdo, parliamo di disastro ambientale a discapito di un territorio che potrebbe invece utilizzare la mitilicoltura per crescere in maniera omogenea e corretta, cosa che invece non avviene. Purtroppo sappiamo bene come le reste e tutti gli altri rifiuti vengono dispersi e questo dimostra che non c'è cura per il territorio e per questo tipo di attività. Soprattutto non c'è cura per l'ambiente che invece è così tanto benevolo con noi".

Zone Transition

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Quanto al centro raccolta di Capojale Barone conferma che l'iter è ancora bloccato: "C'era ancora un passaggio che il Comune di Cagnano Varano avrebbe dovuto fare, una modifica del progetto richiesta dalla Provincia per poter sbloccare i finanziamenti, che pure sono vincolati. Ma al momento è ancora tutto fermo".

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