Gli avvocati Vincenzo Maria Scarano e Arturo Marucci, in qualità di difensori della famiglia Maiori, ossia dei fratelli e sorelle del povero defunto sig. Bruno Maiori
che è morto in circostanze sconosciute nella giornata di ieri 27/02/2022 nella città di Mels in Svizzera, denunciano “il gravissimo disagio e dolore avvertito dalla famiglia, nonché di tutta la comunità lucerina, che è venuta a conoscenza della morte del caro familiare e proprio concittadino, casualmente mediante alcuni articoli pubblicati su mezzi di stampa”.
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“Sebbene ad oggi siano decorsi quasi due giorni (ora presunta del decesso 8:40 del mattino) - continuano i legali -, nessun organo e autorità elvetica ha provveduto ad informare la famiglia, qualche conoscente sul posto e/o autorità consolari circa il decesso”.
“Di conseguenza nessuna ricognizione e/o riconoscimento cadaverico è stato disposto, non si ha alcuna notizia su dove sia custodita la salma, se, dove e quando verranno effettuati i rilievi autoptici e di conseguenza su quando potrà essere rimpatriata per darne degna sepoltura!! Le Autorità Elvetiche stanno agendo in piena autonomia, ignorando la esistenza di una famiglia e la presenza stessa di alcuni diritti fondamentali (quali ad esempio anche la nomina un proprio medico legale che possa presenziare agli esami disposti dalla magistratura)”.
“Infatti, nonostante siamo al contatto con le Autorità diplomatiche in loco (Consolato Generale di Italia a Zurigo), oggi nessuno è in grado di poterci fornire notizie utili sugli accadimenti e sulle vicissitudini del povero Bruno”.
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“Però è surreale che gli stessi organi inquirenti elvetici da un lato hanno lo stretto riserbo con le Autorità diplomatiche italiane e con la famiglia Maiori (non informando gli stessi nemmeno dell'avvenuto decesso) mentre dall'altro rilasciano tranquillamente dichiarazioni alle tv e organi di stampa locali, in persona del sig. Hanspeter Krusi portavoce della Polizia del Cantone San Gallo”. “Quindi appare evidente - terminano gli avvocati Scarano e Marucci - che qualche domanda ce la iniziamo a porre ed attendiamo fiduciosi delle risposte, dovute, quantomeno nel rispetto dei trattati internazionali e del dolore che i familiari ed una intera comunità stanno provando”.