I post sui social possono fungere da “termometro” o amplificare quanto accade in una città. E’ innegabile però che nell’ultimo periodo, quello a cavallo tra il 2021 e il 2022, a Cerignola si sono registrati una serie di piccoli furti e danneggiamenti vari che hanno esasperato gli animi di chi li ha subiti, ma anche di chi si trova a commentare tali notizie.
Come detto, il singolo episodio potrebbe entrare nella “routine” di qualsiasi città. Ma una moltitudine di “denunce” social in un tempo ristretto potrebbe significare la presenza di una baby gang o l’incremento della microcriminalità. Si tratta di furti che lasciano sconcerto per la “merce” portata via: buste della spesa, zaini scolastici, oggetti vari e di poco conto. Oggetti che di solito vengono rivenduti per guadagnare un po’ di denaro, mentre il furto di prodotti appena acquistati in un supermercato potrebbe celare la difficoltà a soddisfare bisogni primari e necessari. “Cosa vi è venuto in tasca rompendomi il vetro del cofano della mia macchina?”, si domanda un cittadino. “Accade di tutto – scrive un’altra persona –. Tutto questo succede perché non ci sono controlli, ormai agiscono in qualunque ora della giornata, sia di giorno che di notte”. In realtà, proprio in questi giorni, le forze dell’ordine hanno intensificato le loro operazioni di contrasto alla criminalità. Non solo a Cerignola, perché il problema riguarda tutta la Capitanata.
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La pandemia prima, i rincari delle bollette poi, oltre a una serie di eventi sfortunati hanno sicuramente creato diversi (e nuovi) disagi alle famiglie. E di fronte alla disperazione qualcuno potrebbe aver commesso un gesto inconsulto. Altri, invece, parlano anche di “autori seriali”: questi, alla prima occasione, mettono in pratica piccoli furti e colpiscono in maniera casuale. “Essere rapinata un in macchina di tutta la mia spesa, compreso lo zaino di mio figlio – racconta esasperata una cittadina –, vorrei sapere dove si andrà a finire”. “Rimango sempre dell'opinione, leggendo questi episodi, che si tratta di una vera e propria squadra di delinquenti – suppone un altro utente –. Mi auguro che vengano beccati e denunciati. Sono ormai troppi questi episodi e servirebbero controlli nei parcheggi dei supermercati”.
“Dal nostro punto di vista è chiaro che la situazione nel territorio è complicata, sempre al limite tra legalità e sopravvivenza – ha commentato a l’Attacco don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana –. La zona grigia a Cerignola è molto ampia: il discorso lavorativo è complesso perché si lavora poco, spesso in maniera illegale, in nero e quindi sfruttati. Molte volte le famiglie, quelle del ceto medio, riescono ad affrontare la quotidianità, mentre ci sono altri nuclei che hanno subito il contraccolpo della pandemia e hanno maggiori difficoltà nella gestione della vita domestica e quotidiana”.
Già in passato, infatti, don Pasquale Cotugno aveva affermato che a quelle storiche si erano aggiunte nuove famiglie da aiutare e sostenere. “È chiaro però, detto questo, ciò non significa che qualcuno ha il diritto di compiere azioni illegali – ha aggiunto il direttore della Caritas diocesana –. C’è un dato: molte persone, in particolare i giovani che non sentono il peso delle spese quotidiane, commettono dei piccoli furti per avere i soldi facili, soddisfare i loro bisogni personali e non familiari. Chi vuole lavorare e vuole che la famiglia sopravviva sa come farlo in maniera legale. La maggior parte di questi furti rendono invivibile la quotidianità e sono perpetrati dalla microcriminalità, da chi ha sposato uno stile di vita delinquenziale al di fuori di ogni circuito aggregativo, sociale e formativo”.
Secondo il direttore della Caritas “qualcuno magari ha abbandonato la scuola o i percorsi di inserimento professionale perché magari vengono sottopagati, questo ci fa capire che c'è un ragionamento complesso dietro quello che accade e che forse viene affrontato poco nel nostro territorio”. Queste parole, ad esempio, portano alla mente il fatto eclatante accaduto una settimana fa circa, quando alcuni ragazzi minorenni invece di seguire le lezioni in Didattica a distanza hanno deciso di rapinare una banca a Barletta. Ma, come detto, oltre a gesti così evidenti, in città si verificano sempre più spesso dei reati che lasciano l’amaro in bocca a chi li subisce e potrebbero nascondere una situazione di malessere in chi li effettua.
Zone Transition
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“La nostra azione si svolge su più livelli: con il centro di ascolto diocesano e nei centri dislocati nelle diverse parrocchie cerchiamo di stare accanto a tante famiglie deboli e vulnerabili – ha evidenziato don Pasquale Cotugno –, stiamo dando molto sostegno anche attraverso il pagamento di bollette o affitti. Vediamo con i nostri occhi, quindi, come le famiglie affrontano le piccole difficoltà e cerchiamo con le nostre azioni educative e sociali di agire sui ragazzi attraverso un discorso preventivo, che è l'aspetto più complicato da portare avanti, soprattutto in alcuni quartieri dove il disagio sociale è più strutturato”.