Quando, nei prossimi giorni, inizieranno i lavori di demolizione del ristorante dei Romito per i manfredoniani sarà l’evidenza che qualcosa è davvero cambiato nel Golfo dopo il commissariamento per mafia del consiglio comunale e l’attenzione della Squadra Stato, che si fa sul serio.
Ma sul fronte dell’abusivismo edilizio ci sono tante situazioni illegali che attendono da sempre di essere affrontate e risolte. Le evidenziava la relazione della commissione di accesso, che portò alla luce il mancato contrasto, da parte degli uffici comunali, al gravissimo abusivismo edilizio, in particolar modo tra i poderi di Siponto. Un’azione di contrasto, va detto, che non si è vista nemmeno nel biennio di gestione straordinaria affidata dai commissari prefettizi. E’ particolarmente interessante il focus degli inquirenti sull’area delle ex paludi sipontine, anche detta Polder, particolarmente pregiata da un punto di vista naturalistico, in ragione di numerosi canali e specchi d’acqua, oltre che per la prossimità al litorale costiero. Una cospicua parte di questo territorio, ad oggi ancora paludosa, fa parte del Parco Nazionale del Gargano. Non lontano, sono presenti, inoltre, importanti vestigia del passato. Per tali ragioni, l’area è sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici: Parco del Gargano, PAI (Alta Pericolosità Idrica), Vincolo Archeologico e Vincolo Paesaggistico PPTR. L’area è, inoltre, ricompresa nel Piano regolatore Generale del Comune, zona E12 “area agricola soggetta a P.P.S.A.”.
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“Da molti anni, certamente precedenti a quelli della giunta Riccardi, l’area è stata “cannibalizzata” da una serie di privati che, usurpando le aree demaniali, recintandole e disponendone arbitrariamente, hanno operato una spregiudicata e nociva cementificazione”, si evidenziava nelle carte prefettizie, che parlavano di un abusivismo edilizio “proseguito senza sosta”. “Fermo restando che il fenomeno legato agli abusi edilizi è assai datato, è pur vero che lo stesso non si è mai arrestato, proseguendo anche in anni assai recenti e determinando la situazione attuale di degrado e illegalità”, si stigmatizzava. “Nel territorio sipontino si è permesso il proliferare di numerose costruzioni abusive senza che nessuna iniziativa sia stata mai assunta dal Comune per ristabilire, in una vasta e importante area del proprio territorio, la legalità. A distanza di tanti anni nessun abbattimento, nessuna concreta misura, ancora oggi, per contrastare il fenomeno di abusivismo”, si spiegava ancora.
Sarà un caso che gli autori degli abusi siano spesso personaggi censurati anche per gravi reati? Emblematico il caso del boss Matteo Lombardi, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Giuseppe Silvestri, detto l’Apicanese, ucciso a Monte Sant’Angelo. Lombardi è uno dei vertici del clan Romito-Lombardi-Ricucci-La Torre. Silvestri, a sua volta, era considerato un esponente di spicco del clan dei Montanari, facente capo alla fazione dei Li Bergolis-Miucci. L’arresto di Lombardi avvenne proprio all’interno dell’immobile abusivo di Siponto, dove la sua famiglia abita. E’ uno dei poderi di Siponto, protetto da numerose telecamere. L’abitazione abusiva dei famigliari di Matteo Lombardi “u Carpinese” è “sfuggita” al controllo del territorio che avrebbe dovuto essere operato dal Comune. Comune che, tuttavia, non è ignaro della presenza dei Lombardi presso la zona del Polder, poiché nel 2009 alla moglie ed al suo nucleo familiare fu concessa la residenza nell’immobile abusivo.
Idem nel 2014, alla nascita del figlio della coppia. “Neanche in questa circostanza venivano attivate delle più approfondite verifiche circa il luogo di residenza del nucleo famigliare, come la legge avrebbe imposto, attraverso le quali si sarebbe potuto facilmente contestare l’abuso edilizio in questione”, continuava la relazione, sottolineando come il figlio minore fosse stato battezzato ad aprile 2019 da Pasquale Ricucci, detto Fic secc, esponente di vertice del clan (ucciso a Macchia a novembre 2019), e da sua moglie. “Francamente allarmante è la circostanza per cui, tra i tanti abusi formalmente denunciati, ma di fatto tollerati dal Comune, proprio in questo caso nessuna documentazione (eccezion fatta per quella dell’Anagrafe) risulti agli atti dell’ente. Eppure, la “villetta” di Lombardi sorge sul viale dei Pini, in posizione evidente. L’immobile si trova su una delle strade principali del Polder e si contraddistingue, tra l’altro, per la presenza di un vistoso sistema di videosorveglianza”, concludeva la relazione.
Figlio di Matteo è quel Michele che spadroneggiava nel comparto della marineria sipontina e del commercio del pescato, proprio “approfittando dello spessore delinquenziale di suo padre” e che è stato arrestato nei mesi scorsi con l’operazione antimafia Omnia Nostra (con nuovi arresti anche per Matteo). Il caso di Lombardi non è, peraltro, isolato. Anche quando ci sono state diffide a demolire gli immobili abusivi sono rimasti in piedi, come nel caso di Grazio Palumbo, che fu coinvolto in un procedimento penale a carico soggetti di spicco della criminalità organizzata di stampo mafioso quali Emiliano Francavilla, Enzo Miucci e Mario Lanza.
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Palumbo era accusato di essere un fiancheggiatore del boss Franco Li Bergolis, oggi detenuto per associazione per delinquere di stampo mafioso, del quale avrebbe agevolato la latitanza. Dopo la diffida a demolire del 31 ottobre 2005, il 3 marzo 2006 la Polizia Locale comunicò all’allora dirigente comunale che Palumbo non aveva ottemperato alla diffida e il 10 ottobre 2006 l’Ufficio anagrafe gli rilasciò la residenza all’interno dell’immobile abusivo. Una situazione incredibile e surreale, che però a Manfredonia si è davvero verificata.