I cinque casi in Capitanata di amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni mafiose hanno dimostrato come, agli occhi degli inquirenti, rivestano un peso importante gli attentati intimidatori inerenti eletti, funzionari comunali, vertici e dipendenti delle imprese partecipate.
Se quelli avvenuti prima del verdetto di Prefettura e Viminale sul (rischio di) condizionamento malavitoso sono puntualmente elencati nelle varie relazioni delle commissioni di accesso, gli atti dal sapore intimidatorio registrati dopo il ritorno a gestione ordinaria di Palazzo di città vanno monitorati con egual attenzione.
Il caso di Monte Sant’Angelo, il primo Comune sciolto per mafia in provincia di Foggia (nel 2015), conferma come anche dopo la fine del commissariamento certi episodi inquietanti si ripetano, anzi possano essere anche più numerosi. E’ lunga la sfilza di atti avvenuti nella città garganica dopo il 2017, al termine del biennio commissariale. In numerosi casi si tratta di episodi criminali connessi all’impresa che svolgeva in città il servizio di igiene urbana, ovvero la foggiana Tecneco servizi generali srl, colpita da interdittiva antimafia negli scorsi anni in primis a causa della cospicua presenza di persone riconducibili per legami familiari o precedenti penali ai clan.
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A Monte il 19 giugno 2018 fu incendiata in pieno giorno l’auto del caposettore Mimmo Rignanese, parcheggiata davanti a Palazzo di Città. Il 21 giugno 2018, fu incendiata l’auto del sindaco Pierpaolo d’Arienzo, nei pressi del Comune. Il 13 luglio 2018 furono date alle fiamme due vasche per la raccolta dei rifiuti di proprietà di Tecneco. Il 25 novembre 2018 fu danneggiata l’auto dell’assessore al bilancio, il piddino Generoso Rignanese. Il 16 dicembre 2018 fu appiccato il fuoco all’area ecologica, situata in prossimità del cimitero, gestita da Tecneco. Il 10 marzo 2019 un teschio umano fu rinvenuto presso la Delegazione della frazione di Macchia con minacce di morte per il sindaco d’Arienzo e l’assessore Rignanese. Il 28 marzo 2019 furono incendiate tre porte di Palazzo di Città. Il 14 ottobre 2019 fu incendiata un’auto di proprietà di Tecneco: era il sesto attentato in 3 anni a Monte Sant’Angelo ai danni della srl e quella data alle fiamme – in maniera chiaramente dolosa – era l’auto in uso all’allora responsabile servizi e addetto alla sorveglianza.
L’1 ottobre 2020 fu ancora una volta incendiato il centro comunale di raccolta dei rifiuti urbani, gestito da Tecneco. Il 31 dicembre 2020 furono squarciate le gomme dell’auto del vicesindaco piddino Michele Fusilli e sul parabrezza furono lasciati una bottiglia piena di benzina e un accendino. Minacce personali e familiari sono state denunciate dall’ex assessora comunale alle politiche sociali Agnese Rinaldi, atti intimidatori di cui la popolazione venne a conoscenza soltanto dopo le dimissioni di Rinaldi attraverso un video di denuncia postato su Facebook. A febbraio 2021, avvenne l’ennesimo atto incendiario con la distruzione di tre mezzi e alcuni cassoni contenenti differenziata, nonché di parte del CCR.
Zone Transition
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Il 6 dicembre 2021 una bomba colpì la farmacia Simone, situata in una zona centrale della città. Nella notte tra il 19 e il 20 gennaio 2022 in via Sant’Antonio Abate fu distrutta da un incendio l’auto dell’assessore Rignanese. Questo per quanto riguarda la sola Monte Sant’Angelo.
Se si estende l’analisi al resto della provincia si ha la conferma di come il settore dei rifiuti sia perennemente nel mirino della criminalità. Il 16 febbraio 2021 a Peschici un incendio distrusse tre mezzi della molisana Ecogreen, che si occupa della raccolta dei rifiuti urbani. Era il terzo episodio nel giro di tre mesi: a novembre 2021 in fiamme mezzi e altro materiale nel centro di raccolta rifiuti; a dicembre ad andare in fumo furono due cassoni pieni di rifiuti, destinati allo smaltimento, sempre stoccati presso il CCR. “La malavita spadroneggia”, fu il commento dell’ex ad Enrico Perretta, la cui auto era stata presa di mira un mese prima a Peschici. “L’atto delittuoso ha come finalità imporre la volontà e la supremazia del clan locale”. A gennaio 2020 a San Severo un incendio distrusse 23 mezzi della Buttol mentre a luglio 2019 erano stati distrutti dalle fiamme 33 mezzi della Tekra a San Giovanni Rotondo e qualche mese dopo un incendio divampò nel capannone della Sia a Carapelle. A ottobre 2019 Tecneco fu vittima di atti intimidatori a Chieuti, dove ignoti distrussero 13 mezzi per la raccolta dei rifiuti di proprietà dell’impresa.