C’è anche Antonio La Torre, 51enne di Foggia, tra le 49 persone finite in carcere accusate – a vario titolo – di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, minacce, violenza privata, incendio, detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa nonché per il reato di intestazione fittizia di beni.
L’indagine condotta dalla squadra mobile di Milano ha svelato la ricostituzione di una struttura territoriale di 'ndrangheta, denominata ‘Locale di Rho’, già oggetto dell’indagine ‘Infinito’ condotta dalla Dda di Milano nel 2010.
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“Io ti mangio il fegato a te e questi due infami di mer.., hai capito?”. “Oggi vengo a casa tua e ti ammazzo di botte, capito o no?”. “Ti faccio vedere io chi sono io, forse non mi conosci bene, non giocare, non me ne fotte un ca... che mi stanno ascoltando, non voglio neanche più i soldi però a casa mia ti ricordi che mi portano un pezzo di te!”.
Sono solo alcuni dei dialoghi che dimostrano la forza e la violenza delle intimidazioni e delle minacce estorsive, intercettati nell’inchiesta della Squadra mobile e della Dda di Milano che ha smantellato, con 49 misure cautelari, un clan della ‘ndrangheta, quello dei Bandiera, che aveva ricostruito la ‘Locale di Rho’ nel Milanese, già finita assieme a molte altre ‘locali’ al centro dello storico maxi blitz ‘Infinito’ della Dda milanese nel 2010.
Zone Transition
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“L'operazione testimonia che l’agire mafioso della ‘ndrangheta in Nord Italia ha assunto da tempo caratteristiche assolutamente sovrapponibili a quelle che ne caratterizzano l’azione nei territori in cui il fenomeno è endemico”, ha dichiara il Prefetto Francesco Messina, Direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato.