“Svegliarsi la mattina e apprendere dagli organi di stampa che sono stati arrestati quattro dipendenti, per i reati a loro attribuiti, è come scoprire che tuo padre anziché fare l’impiegato alle Poste era, invece, un serial killer”. È questa la sostanza delle sensazioni che sta provando Michele La Torre, patron della Cooperativa Santa Chiara che gestisce la RSAA Stella Maris, riferite in una conversazione con altre persone. L’uragano mediatico che ha travolto la residenza per anziani situata a Siponto ha consigliato all’imprenditore manfredoniano di restare in silenzio.
Le uniche dichiarazioni ufficiali sono state rese dal legale della struttura, l’avvocato Michele Vaira, nell’immediatezza degli arresti eseguiti dalla Polizia di Stato in danno di quattro OSS accusati di maltrattamenti e violenze su 14 ospiti della struttura.
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“La proprietà e la direzione della Stella Maris – aveva detto il legale della Cooperativa Santa Chiara - non hanno alcuna responsabilità e risultano danneggiate dalle condotte dei dipendenti, che saranno immediatamente sottoposti a sospensione cautelare. Daremo tutta la nostra collaborazione per accertare i fatti e, al processo, ci costituiremo parte civile per gli enormi danni all’immagine che sono stati causati alla struttura e a tutti gli altri lavoratori che si dedicano agli ospiti con dedizione, passione e assoluta diligenza”.
L’ordinanza di applicazione della misura cautelare è nei confronti di iniziali 5 indagati, diventati 4 (Domenico Nuzziello, Mariano Paganini, Michele Salcuni, Antonio Vero) perché, nonostante le dichiarazioni rese da alcuni operatori della cui attendibilità gli inquirenti non dubitano, gli elementi raccolti non sono risultati sufficienti “a costituire gravi indizi di colpevolezza, posto che gli episodi in cui sarebbe stato coinvolto (la quinta persona, ndr) non sono stati circostanziati”.
Difatti, “nel corso dell’attività di monitoraggio ambientale – riferisce l’ordinanza -, la condotta posta in essere nei confronti dei pazienti, a causa di problemi tecnici, non è mai stata oggetto di riscontro diretto”.
Rileggendo, ancora una volta, quello che è stato vergato nell’atto firmato dalla gip Roberta di Maria, emerge che c’è più di un dipendente della Stella Maris che è stato ascoltato dagli inquirenti. Per l’esattezza, sono 4: 3 uomini e 1 donna.
Buona parte di costoro hanno dichiarato di aver assistito a taluni episodi di presunti maltrattamenti, perciò viene da chiedersi come mai la Procura di Foggia non abbia contestato loro alcun tipo di reato.
In casi analoghi, quando ci sono state maestre che hanno preso a schiaffi i propri alunni in presenza di altri insegnanti che non avevano fatto nulla, per esempio, è stato comunque contestato a costoro, in omissione, lo stesso reato degli accusati.
Ad ogni buon conto e col senno del poi, era comunque lecito aspettarsi una maggiore attenzione da parte della dirigenza, per quanto fosse sicuramente difficile che qualcuno potesse aspettarsi le malefatte documentate dalle riprese delle telecamere installate in 5 stanze e in 2 locali ulteriori: il bagno assistito e le docce, entrambi al primo piano.
Ciò che emerge piuttosto chiaramente è che la dirigenza della RSAA Stella Maris non è mai stata allertata da alcuno, come del resto si può intuire pacificamente visto che non è stato indagato nessuno dei vertici.
Nonostante molteplici tentativi per stabilire un qualsivoglia contatto con la dirigenza della residenza, tutte le bocche risultano cucite.
Non trapela nulla, tuttavia l’Attacco ha appreso che si sta svolgendo un’approfondita indagine interna - anche attraverso l’audizione dei singoli dipendenti – onde approfondire le cause e, al contempo, attivare ogni possibile rimedio.
C’erano persone che avrebbero assistito e che non sono intervenute, eccetto un OSS. Ma nessuno di loro ha riferito alcunché alla dirigenza e nessuno degli infermieri in forza alla struttura è accusato di reati, stando a quello che è riportato nell’ordinanza della gip di Maria.
Nella giornata di domani si svolgeranno gli interrogatori di garanzia dei 4 accusati, per decidere sulla convalida o meno delle misure cautelative disposte nei loro confronti. Restano da accertare, inoltre, le cause di due decessi di anziani ospiti avvenuti l’1° aprile e il 30 giugno scorsi.
Nel pomeriggio del 27 marzo 2022, 5 giorni prima di morire, un anziano ospite della struttura, dopo essere stato trasportato in ambulanza, veniva preso in carico dal Pronto Soccorso dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo con diagnosi “otoraggia bilaterale”, cioè fuoriuscita di sangue da entrambe le orecchie.
“Gli hanno fatto un sole piatti a quello – si sente dire nell’intercettazione del dialogo tra due OSS estranei ai capi d’accusa rivolti dalla Procura a 4 loro colleghi, mentre uno mima all’altro un colpo dato con entrambe le mani aperte – ehh (annuendo con il capo) e hanno dato la colpa a omissis (altro paziente) che gli ha ficcato delle cose nelle orecchie, hai capito o no?”. Le “cose” in questione erano bastoncini di cotton fioc.
Zone Transition
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Il 29 giugno scorso, poi, “nel corso delle operazioni di igiene espletate da due operatori”, un’anziana donna “urtava il capo alla spalliera del letto”. Nel corso di quella stessa giornata la donna veniva “attenzionata dalla struttura e durante la notte del 30 giugno 2022 decedeva nonostante l’intervento del personale del 118”.