Tangenti Comune di Foggia, Landella, Iaccarino&Co. verso rinvio a giudizio. Rigettate eccezioni delle difese

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Nell’udienza preliminare di rinvio a giudizio, svoltasi ieri mattina (in 4^ seduta dopo tre rinvii) in Corte d’Assise presso il Tribunale di Foggia, la maggior parte dei legali hanno richiesto il non luogo a procedere per i propri assistiti. Ma sono state rigettate in blocco dalla gup Marialuisa Bencivenga tutte le eccezioni sollevate in precedenza dalla difesa sulla non utilizzabilità di intercettazioni, trojan e incedente probatorio di Leonardo Iaccarino, divenuto il grande accusatore di Landella. Si va dunque - salvo improbabili e clamorosi colpi di scena - verso il rinvio a giudizio per l'ex Sindaco di Foggia Franco Landella, l'ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino e altre 16 persone tra amministratori pubblici, imprenditori e dipendenti comunali, coinvolti nel procedimento penale istituito dalla Procura di Foggia (pm Roberta Bray ed Enrico Infante) sul presunto giro di tangenti a Palazzo di Città. Procedimento i cui capi di imputazione spaziano, a vario titolo, dalla corruzione alla tentata concussione fino al peculato.

Il Tribunale di Foggia emetterà il probabile decreto di rinvio a giudizio il 19 dicembre, per dar modo all'avvocato Carlo Mari - ieri assente nell'udienza preliminare in Corte d'Assise - di discutere la posizione del suo assistito, l'ex consigliere comunale Antonio Capotosto. Tutte le altre posizioni sono state esaminate, invece, nell’udienza di ieri con gli esiti illustrati. Stralciata, inoltre, la posizione di Michele De Carlo, attualmente in prognosi riservata presso Casa Sollievo della Sofferenza per problemi cardiaci. Impossibile, al momento, stabilire quando miglioreranno le sue condizioni di salute. Per De Carlo, quindi, l’azione penale correrà separatamente. In funzione più marginale, all'interno del procedimento, sembrerebbe profilarsi infine la posizione dell'ex consigliere comunale Pasquale Rignanese, difeso dall'avvocato Gianluca Ursitti.

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I 18 imputati del procedimento - in cui si è costituito parte civile anche il Comune di Foggia su impulso della gestione commissariale – sono Franco Landella, Daniela Di Donna, Paolo Tonti, Dario Iacovangelo, Antonio Capotosto, Leonardo Iaccarino, Giuseppe Melfi, Francesco Landini, Giada Pirazzini, Donatella Iaccarino, Marianna Tucci, Consalvo Di Pasqua, Lucio Ventura, Pasquale Rignanese, Giuseppe Casparrini, Potito Casparrini e Davide Saurino.

Quest’ultimo, per mezzo del suo legale, Mario Aiezza, ha chiesto il patteggiamento, accolto dai pm, a un anno di reclusione, "subordinata alla concessione della sospensione condizionale della pena e all'estensione degli effetti di tale sospensione alle pene accessorie, non avendo Saurino mai incassato alcuna somma dal Comune di Foggia in relazione a tale vicenda”.

Mentre nell’udienza preliminare svoltasi il 19 luglio scorso erano stati modificati dai pm, in “tentativo di peculato”, 6 dei 10 reati di peculato inizialmente contestati a Iaccarino perché, aveva spiegato l’accusa in aula, “il Comune sospese, non effettuandoli, alcuni dei pagamenti dei fornitori richiesti da Iaccarino nel momento in cui si venne a sapere del procedimento a carico dell’ex presidente del consiglio comunale”.

Secondo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dai pm, Landella, da Sindaco, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, avrebbe compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Luca Azzariti, agente per conto della Gi.One Spa (interessata al project financing per i lavori di riqualificazione ed adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione e gestione e manutenzione degli stessi nel Comune di Foggia) a consegnargli denaro, richiedendogli dapprima 500mila euro e poi 300mila.

Inoltre, Landella, la moglie Di Donna e i consiglieri Iacovangelo, Capotosto, Iaccarino, Di Pasqua, Ventura e Rignanese sono accusati di aver intascato non meno di 32mila euro per il voto favorevole all’accapo relativo al Programma Tonti. Landella e Michele De Carlo, poi, avrebbero sollecitato Andrea Pinotti a promettere loro circa un milione di euro affinché il Comune individuasse la Go4Green quale soggetto promotore e attuatore del predetto project financing (atto contrario ai doveri d’ufficio). Tonti avrebbe consegnato, di più, non meno di 32mila euro a Landella, anche per la successiva distribuzione ad alcuni consiglieri comunali, per l'esercizio delle funzioni inerenti al sindaco e al consiglio comunale con riferimento al voto favorevole all'accapo relativo al Programma Tonti Raffaele Coer srl di attualizzazione e novazione della convenzione urbanistica.

Iaccarino e Capotosto sono accusati di aver cercato di indurre l’imprenditore Michele D'Alba - suocero di Raffaele De Nittis (presidente della coop San Giovanni di Dio) - a dare o promettere loro 20mila euro in relazione al riconoscimento di un debito fuori bilancio nei confronti della cooperativa. Inoltre, Iaccarino avrebbe acquistato merce per circa 4mila euro per sé, ma con soldi comunali, presso la ferramenta Casparrini. I Casparrini, in concorso tra loro e con Iaccarino, su indicazione di quest'ultimo, avrebbero imputato al Comune di Foggia la spesa per i beni che Iaccarino effettuava per scopi personali, indicando - quali causali delle compravendite - operazioni commerciali relative a forniture di beni all’ente municipale. I Casparrini avrebbero aiutato Iaccarino ad eludere le investigazioni rendendo dichiarazioni mendaci alla polizia giudiziaria. Altri acquisti di Iaccarino - come quelli presso Buffetti, il vivaio Ricciotti e la libreria Patierno - sarebbero stati effettuati (sempre con i soldi del Comune) per sé o a favore della moglie Tucci, della sorella Donatella e dell’intima amica Pirazzini.

Inoltre, Landini, quale coniuge di Michelina Russo, titolare dell'impresa fornitrice di fitofarmaci per l'azienda agricola comunale Masseria Giardino, dapprima avrebbe promesso 5mila euro (per Iaccarino) e 4mila euro (per Melfi), oltre a circa 2mila litri di gasolio agricolo, e successivamente avrebbe consegnato le somme predette a Iaccarino e a Melfi. Ciò, secondo l’accusa, affinché i due influenzassero gli uffici comunali in modo che l'istanza di liquidazione per un importo di 26mila euro, avanzata dall'impresa Russo Michelina per una fornitura di fitofarmaci, fosse imputata ad una determinazione di spesa datata 6 giugno 2019 che, invece, autorizzava l'acquisto di fitofarmaci solo fino a 6.800 euro e, inoltre, affinché in tal senso accelerassero i tempi necessari per la liquidazione e il successivo pagamento.

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Davide Saurino, infine, è finito anch’egli tra le persone per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio perché, rispondendo alle domande degli inquirenti, pur sapendolo innocente, avrebbe accusato Iaccarino di averlo minacciato di farlo escludere dalla lista dei fornitori del Comune qualora non avesse soddisfatto le sue richieste di fornitura di prodotti natalizi (fatto che integra un delitto di tentata concussione).

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