Imbarazzi, Capotosto e Rignanese alla cena di Cera per FI Cerignola, Fallucchi e Gatta da Metta

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Con cinque casi di consigli comunali sciolti per infiltrazioni malavitose (tra cui il secondo capoluogo di provincia italiano) e il processo per corruzione che vede imputata mezza maggioranza di centrodestra a Foggia, mafia e legalità non potevano che essere tra i temi della campagna elettorale. Dopo i (legittimi) strali contro il Pd di Letta e Boccia, rei di aver ricordato solo le amministrazioni di colore opposto soggette a scioglimento (senza menzionare in alcun modo Manfredonia, dove l’amministrazione era a guida Pd), arriva da San Giovanni Rotondo l’ultimo episodio destinato a far discutere.

Lo scorso 14 settembre il tour provinciale della dirigenza di Forza Italia ha toccato la città di San Pio, dove l’appuntamento era in serata presso il Gran Hotel Paradiso di via Aldo Moro. Presenti i candidati Giandiego Gatta, Raffaele di Mauro, Rosa Caposiena, Tonio Ciarambino e il senatore Dario Damiani. Alla cena finale con una quarantina di persone, a quanto pare offerta da Angelo e Napoleone Cera – interessatissimi all’elezione del sipontino Gatta perché Napy rientrerebbe in consiglio regionale – a sorpresa si sono presentati anche due ex consiglieri comunali di Foggia quali Pasquale Rignanese e Antonio Capotosto.
Entrambi sono indagati nell’ambito del processo per presunte tangenti a Palazzo di città, la Procura ne ha chiesto il rinvio a giudizio insieme a Landella e diversi altri ex esponenti di maggioranza. In più Capotosto è incandidabile dopo la sentenza di primo grado. Alcuni presenti parlano di imbarazzo in sala: nessuno si attendeva di vedere alla cena i due ex eletti. Rignanese è sì azzurro ma non si faceva vedere ad appuntamenti di partito da diverso tempo; quanto all’ex UdC Capotosto, pare aver ricucito il legame coi Cera dopo la rottura di alcuni anni fa, quando il politico di Carapelle divenne un fedelissimo di Landella. Imbarazzo accresciuto dal fatto che uno dei candidati più stimati, Ciarambino, è l’avvocato difensore di Iaccarino proprio nel processo che interessa anche Capotosto e Rignanese. E tutti sapevano perfettamente, mercoledì sera, che Iaccarino riveste in tale procedimento il ruolo di grande accusatore.
Dopo scioglimento per mafia e incandidabilità, a Cerignola era stato anticipato dalle polemiche, da disdette dell’ultimo momento e mancate presenze l’incontro che ha visto i candidati del centrodestra ospiti dell’ex Sindaco Franco Metta e del suo movimento politico Avanti Cerignola. Annamaria Fallucchi, Giandiego Gatta e Marcello Lanotte hanno parlato a circa 150 cittadini.

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L’apparizione della meloniana Fallucchi è stata fugace e l’imprenditrice non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla partecipazione all’appuntamento politico. I berlusconiani Gatta e Lanotte, invece, hanno rivendicato la propria scelta. “Sono orgoglioso di essere qui”, ha detto l’attuale presidente del consiglio comunale di Barletta. “Potrebbe essere il momento dello sfratto del Pd e delle logiche del centrosinistra. Noi siamo liberali nell'indole. Se dopo un anno l'amministrazione inaugura opere di Franco Metta significa che ci si gira i pollici e si perde tempo a scrivere”. Il riferimento è alla lettera dell’attuale primo cittadino Francesco Bonito che aveva messo in dubbio l’incontro con Metta.
Il tema della lotta alla mafia e dello scioglimento dei consigli comunali, entrato nella campagna elettorale in Capitanata, è stato solo sfiorato, grazie alle domande de l’Attacco. “In questo momento alla gente interessa poco delle polemiche”, ha riferito Gatta a l’Attacco. “I cittadini vogliono risolvere il problema della propria sopravvivenza, di avere un reddito adeguato che consenta ad ogni famiglia di arrivare alla fine del mese senza dover ricorrere a prestiti o peggio senza dover essere costretti a ricorrere agli usurai. La gente vuole vedere la soluzione dei problemi quotidiani: le polemiche non interessano a nessuno, men che meno a me. Lotta alla mafia? Va combattuta senza se e senza ma. Tra l’altro io vengo da una città, Manfredonia, la cui amministrazione di sinistra è stata anch’essa sciolta per mafia. Discutere delle modalità attraverso le quali si perviene allo scioglimento dei Comuni può essere oggetto di un convegno specifico sul tema che magari un giorno faremo”, ha rimarcato Gatta.

Non bisogna pensare che il 26 settembre la guerra finisca, anzi inizia la battaglia”, ha evidenziato Metta. “I nemici saranno spregiudicati. Loro usano infiltrati nelle istituzioni e andranno sopra ogni regola, faranno piangere le persone che vi vogliono bene solo perché avete battuto il Pd. Mi dispiace fare presagi funesti, perché la battaglia di idee non è accettata. Preparatevi a tutto questo, noi siamo l'esempio di quello che può succedere”. Ma dopo il comunicato stampa di FdI, che ha preso nettamente le distanze da Metta, c’è chi da destra ha criticato la serata. “Per capire. Giandonato La Salandra, già coordinatore provinciale di FdI e candidato capolista nel listino per la Camera, prende le distanze da Metta, che aveva organizzato una manifestazione con i candidati alle politiche. Le dichiarazioni di La Salandra sono chiare e nette: noi e Metta siamo due cose diverse, siamo distinti e distanti, lo abbiamo combattuto alle elezioni amministrative, non partecipiamo a manifestazioni con lui; queste in estrema sintesi le sue dichiarazioni”, ha affermato l’avvocato ed ex eletto Mimmo Farina, da sempre espressione della destra cittadina. “Dopo di che Fallucchi, candidata al senato per FdI, letteralmente fregandosene delle direttive del partito (tali sono quelle di un coordinatore provinciale) ha partecipato alla manifestazione con Metta e lo ha addirittura "legittimato" come uomo del centrodestra. Al momento non vi sono reazioni, provvedimenti, né commenti da parte di FdI, ma la domanda sorge spontanea: ma FdI è un partito o ognuno fa e dice quel che gli pare?”. Parlano di “centrodestra vicino a personaggi protagonisti di interdittive antimafia” i candidati M5S Gisella Naturale e Fabrizio Marrazzo, che stigmatizzano la presenza all’incontro con Metta.

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Ad Orta Nova il Sindaco Domenico Lasorsa è finito su Il Fatto quotidiano e alla mercè delle polemiche per la decisione di proclamare il lutto cittadino durante le esequie di Andrea Gaeta, il 20enne ucciso il 3 settembre in via Saragat, figlio del presunto boss del paese dei Cinque Reali Siti.
Mentre un’altra testata nazionale quale Domani ha dedicato un’intera pagina ai presunti rapporti (che emergerebbero dagli atti della Procura distrettuale di Bari) tra il candidato foggiano e consigliere regionale leghista Joseph Splendido e il pluripregiudicato Stefano Mucciarone, esponente di spicco della batteria mafiosa Prencipe-Trisciuoglio-Tolonese. Splendido ha replicato al giornale: “Non lo vedo da un anno e mezzo, lui mi lasciò una macchina da provare e poi non la comprai, può darsi che questa persona si chiamasse Stefano, ma non ricordo se fosse Mucciarone. Lui aveva la macchina che faceva per mio figlio. Me la fece provare, ma poi non l’abbiamo presa perché aveva troppi chilometri”. Quanto al fatto di avergli trovato un lavoro: “Io quando posso aiuto tutti, nella legalità. Ho tanti curriculum sulla mia scrivania. Se avessi provato a trovargli un lavoro che male c’è. Non ricordo se l’ho fatto con lui. Ho fatto tanto bene, ma non ricordo la persona specifica”.

di Lucia Piemontese e Pietro Capuano 

 

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