La ritrovata visibilità di Giuseppe La Torre: dalla civica alla Provincia, alla vittoria del proprio Capolinea

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Dopo alcuni anni in cui appariva defilatissimo rispetto alla scena politica locale, per il sipontino Giuseppe La Torre è tempo di ritrovata visibilità. L’ex assessore comunale è da decenni l’amico più fraterno e fidato, a Manfredonia, del coordinatore provinciale della civica emilianista CON Rosario Cusmai, consigliere politico del presidente Michele Emiliano. Non poteva, dunque, mancare, al pranzo organizzato due giorni fa dal foggiano per festeggiare il proprio compleanno insieme al proprio gruppo di eletti e amici. Per La Torre sono settimane di impegno attivo in favore del candidato sindaco del centrosinistra Domenico La Marca, sostenuto da sei liste tra cui la Manfredonia Civica messa in piedi, con 24 nomi, proprio dal braccio destro di Cusmai. Al contempo prosegue l’attività che La Torre svolge da ottobre scorso in Provincia dopo l’assunzione nell’ufficio di gabinetto del presidente Giuseppe Nobiletti, proprio in quota a Cusmai, insieme al piemontesiano piddino di Orta Nova Antonio Di Carlo. Un modo, per Nobiletti, per ripagare i principali partiti che, insieme al M5S, lo portarono alla guida di Palazzo Dogana a gennaio 2023.

Il 50enne La Torre è inquadrato come istruttore amministrativo con contratto a tempo pieno e determinato. La spesa per l’ente è pari a 25mila euro complessivamente, considerando anche Di Carlo. Nell’organico della Provincia La Torre ha ritrovato la cognata Rosa Lombardi, dirigente del Settore finanziario. 

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C’è infine anche un’altra, positiva novità per il manfredoniano, prima forzista nel Pdl e poi civico, assessore nel Riccardi bis (2015-2018), più volte consigliere comunale. Una novità che attiene, però, all’attività di ristorazione e lido balneare esercitata col proprio Capolinea, che in estate è anche uno dei principali stabilimenti di Siponto. 

Nei giorni scorsi la Capolinea Beach di Granatiero Sebastiano Michele & C. sas ha vinto al Consiglio di Stato contro Comune di Manfredonia, Soprintendenza e Ministero per i beni e le attività culturali, rispetto al mantenimento della struttura tutto l’anno. La sentenza è stata pubblicata lo scorso 7 maggio mettendo fine ad una controversia che andava avanti sin dal 2019. L’unico ente costituitosi in giudizio è stato il Ministero, condannato con la Soprintendenza a pagare all’impresa spese legali per 8mila euro. L’impresa legata a La Torre ha ottenuto la totale riforma della sfavorevole sentenza TAR del 2019 e l’annullamento degli atti impugnati. 

La Capolinea Beach è titolare dello stabilimento balneare, in forza di concessione marittima del 2008. La spiaggia fronteggia una parte della pineta di Siponto che per il piano comunale delle coste è inclusa nella spiaggia, essendo collocata a confine dell’abitato. Nel 2016 la società presentò istanza per il rilascio di permesso di costruire relativo a lavori di adeguamento dello stabilimento balneare alle prescrizioni del piano regionale delle coste e del piano comunale; nell’occasione chiese il mantenimento delle strutture funzionali all’attività balneare per l’intero anno solare. 

Il progetto ottenne il parere favorevole della Soprintendenza, con alcune prescrizioni, ad eccezione della richiesta di mantenimento delle strutture per l’intero anno solare: il protocollo tra Comune e e Soprintendenza prevede che nell’area della pineta di Siponto, “che si estende da Siponto fino alla foce del fiume Candelaro”, si consentono esclusivamente strutture stagionali. Dunque il Comune rilasciò il permesso di costruire imponendo la rimozione dei manufatti entro il 31 ottobre di ogni anno. Da qui il ricorso al TAR, respinto, e poi l’appello, accolto dal massimo giudice amministrativo. 

“L’intesa, laddove interpretata nel senso indicato dalla Soprintendenza – cioè nel senso che il lido Capolinea sarebbe inidoneo solo perché antistante al primo tratto della pineta di Siponto - va contro la ratio del regime delineato dalla norma regionale, oltre che dal piano comunale delle coste, in particolare per la ragione che non tiene conto delle ragioni che hanno condotto a considerare “urbano” il lido Capolinea”, si legge nella sentenza. 

“Dunque, in un contesto normativo di favore per il mantenimento delle strutture balneari per l’intero anno solare, non si comprende per quale motivo un lido incluso nel litorale urbano non debba beneficiare dello stesso trattamento degli altri lidi urbani, nonostante la pineta di Siponto si estenda ben oltre, e per un lungo tratto, e dunque appaia adeguatamente tutelata nel suo insieme dalle prescrizioni più limitative imposte alle spiagge non urbane, antistanti la pineta. Deve essere seguita l’opposta interpretazione secondo cui l’intesa non ha inteso escludere il lido Capolinea dalla costa urbana, riservando anche ad esso la possibilità di mantenere le strutture per tutto il corso dell’anno, nonostante la vicinanza con la pineta”. 

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Dunque il Consiglio di Stato ha ritenuto “viziati gli atti impugnati, ad eccezione del protocollo di intesa del 2017, limitatamente alla parte in cui hanno imposto all’appellante la rimozione delle strutture a fine stagione. L’intesa, invece, come sopra interpretata risulta scevra da vizi e quindi non deve essere annullata, in tutto o in parte”.

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