Avvocata, campana, precisamente di Ariano Irpino. Marica Grande è uno dei volti nuovi in corsa per il Parlamento europeo nella circoscrizione meridionale. Candidata in quota Lega, partito nel quale milita dal 2018 e che rappresenta in seno al direttivo provinciale di Avellino, non è nuova, però, a competizioni elettorali. È stata, infatti, già candidata alle elezioni politiche del 2022, sempre col Carroccio, ed è stata consigliera comunale d’opposizione a Zungoli. La sfida europea nasce dalla sua stretta vicinanza con l’europarlamentare uscente Massimo Casanova, assieme al quale ha condotto sul territorio avellinese numerose battaglie, in particolare sul fronte infrastrutture. È stato il loro impegno, infatti, a sbloccare qualche mese fa la progettualità, incagliata da tempo, della piattaforma logistica della Valle dell’Ufita. E sono proprio le infrastrutture, le connessioni, specie con l’entroterra da cui Grande proviene e le cui criticità conosce bene, a costituire il cuore della sua agenda tematica. “Senza non c’è sviluppo”, dice a l’Attacco che l’ha intervistata.
“In Europa un’Italia più grande” recita il suo claim, che gioca col suo cognome. Un altro modo per asserire “Più Italia, meno Europa” come dice Matteo Salvini?
È chiaro che un’Europa così non funziona. Seguendo Massimo Casanova nelle sue battaglie al Parlamento europeo e, in generale, di tutta la delegazione Lega – ID, ho potuto beneficiare di un filo diretto con i temi e le problematiche che sono state affrontate nella legislatura che va a chiudersi. E comprendere bene quanto impattino, ed anche pesantemente, sulla vita reale degli italiani, dei cittadini, dei territori. Sbaglia chi pensa che l’Europa sia un’entità lontana, quasi astratta: con le sue direttive ed i suoi regolamenti influisce sulla nostra economia, la nostra identità, le nostre tradizioni, molto più di quel che si pensi. Oserei dire, molto più degli stessi provvedimenti nazionali, che talune volte soccombono di fronte alla legislazione europea.
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Un esempio, per essere più chiari con i lettori.
Certamente. Penso, ad esempio, alla direttiva Bolkestein e a tutta la vicenda dei balneari che rischiano di dover lasciare attività e anni di sacrifici in nome di una presunta scarsità del bene che, alle nostre latitudini, non esiste. È questo il più grande limite di questa Ue: tendere ad omogeneizzare regole e legislazioni di Paesi totalmente diversi tra loro per storia, tradizioni, cultura, orografia, sistema industriale e sociale, piuttosto che provare a valorizzarne le differenze e farle coesistere. Ecco, più Italia, meno Europa significa proprio questo: difendere ciò che siamo e renderlo fonte di ricchezza nel rapporto con gli altri Paesi membri. Prende corpo da queste riflessioni la mia candidatura, che altro non è che servizio al territorio. E non poteva che essere con la Lega, l’unica forza politica che ha portato avanti a gran voce la difesa del Paese e delle sue categorie produttive, spesso in totale solitudine. L’auspicio è che il 10 giugno possiamo svegliarci con equilibri politici differenti, che premino la Lega e le forze di centrodestra, ed una Commissione Ue totalmente rinnovata. Se posso aggiungere...
Prego.
Ecco perché, sono sì consapevole che la sfida è difficilissima e che una circoscrizione così ampia la rende quasi improba, ma abbiamo il dovere tutti non solo di provarci ma di utilizzare questo periodo per spiegare ai cittadini, agli elettori che la partita in gioco è seria ed è molto più grande di quel che si possa pensare. Ne va dei nostri prossimi 30-40-50 anni, del futuro dei nostri figli e dei figli dei nostri figli.
Diceva della sua amicizia e del forte rapporto politico con l’imprenditore e deputato uscente Massimo Casanova. Come sono nati?
Massimo l’ho conosciuto grazie all’impegno che ha sempre profuso per il Sud e, in questo caso, per la Campania e per l’Avellinese, da cui fieramente provengo. Non vorrei far torto ad alcuno ma posso dire, senza timore di smentita, che è stato l’unico politico che ha mostrato presenza e, soprattutto, concretezza. Ho apprezzato sin da subito il non perdersi in chiacchiere e nelle lungaggini proprie della politica ma la sua capacità di entrare nei problemi con pragmatismo, farsene carico e provare a dare risposte rapide.
Come accennava per la piattaforma logistica della Valle dell’Ufita?
Certo, ed è solo un esempio. Una progettualità nevralgica per il territorio, per il suo sviluppo e la sua economia che era incagliata da tempo. Siamo riusciti ad ottenere che RFI procedesse con lo studio di fattibilità. E stiamo monitorando gli step successivi.
Conosce la Capitanata?
Assolutamente sì. E ne apprezzo la grande vitalità. Sto girando molto in questa campagna elettorale, anche in questa zona e in tutta la Puglia. Nei giorni scorsi sono stata a San Giovanni Rotondo, a San Severo, qui a Foggia. Ho fatto tappa sui Monti Dauni, incontrato gli amministratori di Panni.
Che percezione ha?
Intorno al mio nome vedo tanto entusiasmo, devo essere sincera. A volte anche superiore ad ogni più rosea aspettativa e questo mi fa enormemente piacere. Spero di poter restituire tutto in termini di impegno, serietà, credibilità, affidabilità.
Ci sono istanze particolari che le sono state avanzate?
Il Sud è straordinariamente vario ma è anche accomunato da un grande, comune deficit: le infrastrutture. Sono queste il perno attorno al quale si muovono lo sviluppo e la crescita di un territorio. Ed è al potenziamento di queste che le comunità guardano e rispetto a cui chiedono il nostro impegno. Ad Avellino come a Foggia, come nel resto della Puglia, in Basilicata, in Calabria, in Molise, nello stesso Abruzzo. Le reti di connessione sono centrali e la precondizione di ogni progetto di sviluppo. Lo dice chi conosce bene l’entroterra, quindi so di che cosa parlo. Poi, ovviamente, ci sono tutte le tematiche connesse all’economia, il rifiuto di provvedimenti estremamente ideologici, il timore che il Made in Italy possa essere soppiantato dalla carne sintetica o dagli snack di locusta, le partite in tema di agricoltura, pesca, la caccia. Posso?
Dica.
Un altro grande tema che mi è stato posto è quello della fauna selvatica, il proliferare di cinghiali e lupi che mettono a rischio coltivazioni e allevamenti. È un problema serio, che sta creando danni milionari e grossi disagi. Va affrontato con determinazione e celerità. Non scherzo quando dico che a rischio è la stessa incolumità delle persone.
Carne sul fuoco, insomma, ce n’è. Ora tocca affrontarla.
È una sfida che mi vede prontissima. Con l’umiltà di chi sa che deve ascoltare e la determinazione di chi vuole per davvero fare qualcosa di buono per la propria terra.
Zone Transition
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In lista ci sono nomi di peso. Come pensa di sfidarli?
Non devo sfidare loro ma convincere i cittadini che innanzitutto devono recarsi a votare: si tratta di elezioni straordinariamente importanti, abbiamo bisogno che facciano sentire la loro voce e il loro peso nell’urna per poter avere la forza di battere i pugni in Ue. A loro chiedo di sostenere la Lega, perché ha sempre fatto quel che diceva, con coerenza. E, se vorranno, di sostenere me. Conosco bene questi territori e sono una persona operativa, coerente e presente. Devono solo decidere di fidarsi di me.