Continua il momento negativo del Pd di Capitanata, dopo la batosta delle elezioni politiche che è costata la clamorosa esclusione dalla Camera del vicepresidente della Regione Raffaele Piemontese. I prossimi appuntamenti elettorali non possono essere sbagliati, ma ad oggi sul fronte delle alleanze la situazione è tutt’altro che soddisfacente.
Le prime urne che attendono i dem sono quelle di gennaio, quando si voterà per il nuovo presidente della Provincia di Foggia. Il punto di partenza resta il documento unitario firmato dalle forze dello schieramento “Insieme per la Capitanata” a gennaio scorso, quando Pd, civici emilianisti e M5S furono uniti nel voto per il rinnovo del consiglio di Palazzo Dogana.
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Ma chi investire della candidatura, adesso, per il dopo Nicola Gatta?
Chi pareva nutrire le maggiori speranze, negli ultimi tempi, era il sindaco di Monte Sant’Angelo Pierpaolo d’Arienzo, fedelissimo di Piemontese e suo compaesano. Ma adesso, stando a quanto trapela dal Pd, i civici di Michele Emiliano si sarebbero messi di traverso e avrebbero chiesto esplicitamente che il candidato del campo progressista non sia un piddino bensì un civico. Ma il primo cittadino di Lucera Giuseppe Pitta non sembra avere molte chance. In realtà, in casa Pd, sostengono che tale scenario accresca nuovamente le quotazioni del sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti. “E’ garganico, il territorio vuole un presidente espressione del Gargano dopo gli ultimi 5 anni con Gatta”, rimarcano fonti interne ai dem, sottolineando il desiderio di alternanza al termine del mandato del sindaco di Candela, espressione dei Monti Dauni.
“E poi Nobiletti piace al presidente della Regione Michele Emiliano ed è amico di Piemontese. I civici di Rosario Cusmai? Farebbero quel che dice loro Emiliano…”.
Ma per quanto Nobiletti abbia avuto un avvicinamento al M5S dopo gli anni di durissimo scontro consiliare con l’ex eletta pentastellata Mariateresa Bevilacqua, che possibilità avrebbe oggi di convincere i contiani?
“Il M5S potrebbe non schierarsi”, ipotizza qualche dem.
Una prospettiva smentita dai diretti interessati.
“Abbiamo avuto una riunione, la scorsa settimana, cui hanno partecipato il nostro referente regionale Leonardo Donno e tutti i nostri eletti, dai parlamentari ai consiglieri di Foggia e Capitanata”, spiega a l’Attacco l’europarlamentare M5S Mario Furore. “Decideremo il da farsi alla fine di questo confronto interno”.
“Al momento non ci sono novità o decisioni. Stiamo lavorando con i vertici su tutti gli aspetti delle prossime elezioni”, si limita a dire la consigliera provinciale di San Giovanni Rotondo Nunzia Palladino.
A detta di fonti pentastellate il documento congiunto di gennaio resta sul tavolo e si è discusso anche di quell’intesa, in base alla quale il candidato presidente deve essere indicato dalle tre forze dello schieramento, dunque con piena voce in capitolo per il M5S.
Entro Natale bisognerà decidere, resta solo un mese di tempo.
C’è da pensare, però, anche alle elezioni comunali foggiane, cui potrebbe mancare un anno se – com’è verosimile – dopo la proroga a 24 mesi per i commissari straordinari in carica a Palazzo di città da agosto 2021 si andrà alle urne in autunno, magari a novembre come avvenne un anno fa per il Comune di Manfredonia al termine della gestione commissariale. Il centrodestra appare visibilmente ringalluzzito dalla vittoria del 25 settembre e dal fatto di stare al governo del Paese.
La sconfitta del Pd a Foggia rappresenterebbe un caso nazionale, visto tutto quello che ha travolto il centrodestra: non solo scioglimento per infiltrazioni mafiose ma anche processo imminente per mezza maggioranza landelliana per presunte tangenti a Palazzo di città. Eppure l’alleanza col M5S resta tutta da costruire. I dem sono persuasi che l’assessora regionale al Welfare Rosa Barone abbia, ieri l’altro, iniziato a lavorare alla costruzione della propria candidatura a prima sindaca del capoluogo daunio.
In effetti chi ha partecipato alla seduta monotematica del consiglio reginale, dedicata martedì all’emergenza sicurezza in Capitanata, descrive l’intervento della foggiana come “politico e appassionato, il più forte di quelli che si sono succeduti in aula”.
Emiliano ha sempre continuato a difendere a livello nazionale l’alleanza giallorossa che resiste nel governo regionale e, c’è da scommetterlo, benedirebbe questa soluzione. Del resto, anche nel pieno della campagna elettorale delle politiche, ha ripetuto più volte ai candidati Pd e M5S che, chiunque avesse vinto, bisognava salvaguardare i buoni rapporti perché alle comunali di Foggia poteva toccare ad un piddino o a un pentastellato, indifferentemente.
Ma fonti M5S confutano questo convincimento dei dem.
Barone avrebbe detto chiaramente ai suoi di non essere affatto intenzionata a lasciare il lavoro a metà in assessorato regionale, anche per gli impegni assunti in tale veste.
Ci sono, poi, anche problemi legati alle regole stringenti interne al MoVimento. Per Barone si tratterebbe del terzo mandato, seppur in una veste diversa (passando dalla Regione al Comune di Foggia) e nemmeno per l’ex sindaca di Foggia Virginia Raggi si è pensato a deroghe. Inoltre, il regolamento del M5S non prevede la possibilità di dimissioni a mandato ancora in corso per candidarsi altrove.
Zone Transition
Zone Transition
Un confronto tra Conte ed Emiliano sul caso Foggia sarebbe auspicabile al più presto se si vuol evitare di consegnare, per la terza volta di fila, la città al centrodestra, peraltro dopo il marasma degli ultimi anni