Proprio come a Diomede, re di Argo, che dopo lunghe lotte risultò uno dei principali eroi delle guerre degli Epigoni e di Troia narrate da Omero nell’Iliade, anche ai Campi Diomedei, che portano il suo stesso nome, sembra attendere la stessa sorte: una guerra – lunga sicuramente – ma dagli esiti incerti. Proprio così, perché il parco dell’ex ippodromo i cui lavori iniziarono a febbraio 2018, come riportava il cartello esposto in cantiere, avrebbero dovuto essere ultimati non oltre lo scorso 6 aprile 2019 (3 anni fa), con un tempo previsto contrattualmente di circa 14 mesi. Ma così non è stato.
Un’idea che viene da lontano: era stato lanciato dal Comune nel 2009 il concorso internazionale di idee per la progettazione di un grande parco urbano su una superficie di 23 ettari, collocata in un ambito che stava “assumendo crescente valenza urbana per le funzioni di pregio che progressivamente hanno trovato sede al suo contorno: il Teatro Mediterraneo, ubicato sul fondo dell’ottocentesca Villa Comunale che la costeggia sul lato settentrionale; l’Università e la sede dell’Iriip; il Quartiere fieristico; la Cittadella dell’Economia in corso di realizzazione ed il Teatro Tenda anch’esso in corso di realizzazione. La zona oggetto di concorso rappresentava pertanto una potenziale “cerniera” tra tali funzioni, capace di definire una nuova centralità urbana”.
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Insomma una bella idea che a distanza di anni, però, non ha preso forma. Ad inizio lavori sono susseguiti vari stop: l’intervento a gamba tesa della Soprintendenza, di alcuni parlamentari 5 Stelle e del Comitato Pro IRIIP – prima – e le infinite vicissitudini susseguite nel capoluogo – poi – dalla pandemia al commissariamento del Comune, hanno inficiato negativamente sui tempi di consegna.
Intanto è di poche ore fa la notizia, poi smentita dallo stesso Ugo Fragassi, di un possibile ritorno ai lavori nell’area, come vociferato in un comunicato del Coordinamento delle associazioni per la rinascita della città di Foggia certi, almeno inizialmente, che le opere della zona fossero finalmente riprese. “Passando di lì qualche nostro tecnico aveva visto delle macchine funzionare – spiega a l’Attacco Walter Mancini – credevamo che il taglio erba fosse sintomo di ripartenza ma ci sbagliavamo”.
Contattato al telefono l’orsarese Ugo Fragassi, titolare dell’ATS Montemaggiore, impresa che insieme alla società cooperativa agricola Deltambiente di Ravenna e alla Habitat srl del foggiano Pino Di Carlo operano nei Campi, ha prontamente sconfessato la notizia: “Nessun lavoro è iniziato. Per le motivazioni bisogna però rivolgersi al Comune, non sono autorizzato a rilasciare dichiarazioni”.
Zone Transition
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“È però necessario che i cittadini sappiano in quale data gli uffici tecnici preposti hanno stabilito l’ultimazione dei lavori, e quando la cittadinanza tutta potrà usufruire di un’opera che certamente farà guadagnare alla città posizioni nella classifica della qualità della vita – aggiungono invece dal Coordinamento - gli spazi di verde pubblico, cioè i metri quadri di verde procapite, costituiscono uno degli indicatori sui quali viene calcolata la vivibilità. È facile dedurre che in una città come Foggia, aggiungendo con un solo progetto 24 ettari di verde, cioè circa 240.000 mq (circa 2 mq ad abitante in più, ndr) sicuramente si risale la classifica. Sarebbe altresì necessario far pulire la zona perimetrale immediatamente esterna al cantiere, poiché stiamo ricevendo numerose e continue lamentele da parte dei cittadini che in questo corridoio pavimentato usano correre o passeggiare, e così è diventato difficoltoso farlo. D’altronde a seguito dell’incontro dell’8 marzo scorso con il Commissario Giangrande in Sala Consiliare del Comune di Foggia il nostro consulente, l’ing. Marco Nicastro, chiarì che intervenire per il riempimento di qualche buca presente in una strada cittadina non era assolutamente equivalente o equipollente a ripristinare l’intera pavimentazione della stessa strada. Questo perché lo stesso Commissario aveva manifestato preoccupazione per il possibile richiamo dalla Corte dei Conti che avrebbe potuto fargli rilevare una doppia uscita di soldi pubblici per lo stesso capitolo di spesa ove si fossero successivamente ottenuti i finanziamenti. In questi giorni però – continuano – abbiamo constatato con soddisfazione che molte buche, seppur ancora poche rispetto all’enorme quantità presente in città, sono state chiuse. La gente deve capire che questa città non è dei Commissari né della Tecnostruttura, pertanto tutti i cittadini di buona volontà saranno i benvenuti nel nostro Coordinamento per la Rinascita di Foggia, non per far numero ma per apportare idee e soluzioni per il vivere civile e per migliorare, con il contributo di tutti, la qualità della vita”.