La vicenda RA.CO., relativa ai lavori di ristrutturazione al teatro Giordano di Foggia e al lungo contenzioso tra impresa e Comune, a molti anni di distanza continua ad avere ripercussioni su Palazzo di città. Nel 2020 il consiglio comunale, dopo il parere negativo dell’avvocato dell’ente Antonio Puzio, bocciò il via libera alla transazione da 1,7 milioni di euro con RA.CO. Appalti srl (proposta dalla giudice del Tribunale di Foggia Francesca Siciliani). Fu l’ultimo passaggio in aula della famigerata e datata questione, che negli scorsi anni è stata al centro dello scontro tra il centrodestra del Sindaco Franco Landella e il centrosinistra del suo predecessore Gianni Mongelli e dello sfidante di Landella, il leader della minoranza Pippo Cavaliere, all’epoca dei fatti assessore di Mongelli.
Adesso un nuovo debito fuori bilancio è stato riconosciuto dalla commissione straordinaria: è quello che proviene dal decreto ingiuntivo, provvisoriamente esecutivo, emesso a luglio 2020 dal Tribunale di Foggia, riguardante la somma dovuta alla Cred.it Società Finanziaria spa dal Comune di Foggia quale terzo pignorato, d’importo pari a 209.040,53 euro.
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A marzo scorso fu notificato all’ente lo scioglimento della riserva assunta all’udienza del 22 dicembre 2021 dal Giudice dell’esecuzione ritenuto il credito fatto valere nei confronti di RA.CO. srl in liquidazione. Nell’atto di pignoramento si afferma che il Comune di Foggia è debitore di RA.CO. in liquidazione della somma di 2.123.302,50 euro a titolo di corrispettivo per i lavori di ristrutturazione e completamento del teatro Umberto Giordano in forza della gara pubblica indetta dall’ente.
La società finanziaria lucerina Cred.it., il cui legale rappresentante è Nicola Caputo, risultava creditrice nei confronti di RA.CO. della somma di 199.433,42 euro, oltre spese e competenze legali.
Dal momento che non è stato possibile riscuotere tale somma da RA.CO., Cred.it. si è rivolta al Comune.
Il credito non è stato contestato da Palazzo di città.
Ad aprile il Servizio Avvocatura sollecitò il Servizio Lavori pubblici a predisporre proposta di deliberazione di riconoscimento di debito fuori bilancio e l’ufficio guidato dal dirigente Paolo Affatato rispose chiedendo una relazione dettagliata della pretesa creditoria giacchè “l’esiguità della documentazione resa impone un puntuale discernimento delle cause del debito alla luce delle determinazioni di opportunità processuale assunte nelle diverse fasi del giudizio”. Affatato sottolinea la “mancanza attivazione da parte del Servizio Avvocatura di qualsivoglia procedura di opposizione all’atto di pignoramento” e “l’assenza di riscontro del Servizio Avvocatura circa le ragioni della mancata impugnativa”.
“Accertata la corrispondenza di quanto richiesto rispetto a quanto statuito in ordinanza di assegnazione dal Giudice dell’Esecuzione, occorre procedere alla liquidazione, anche al fine di evitare ulteriori aggravi di spesa per eventuali azioni giudiziarie tese al recupero del credito”, aggiunge nella propria relazione l’ingegnere e dirigente del Lavori pubblici.
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Per questa ragione, dopo il parere positivo del Servizio Finanziario e dei revisori dei conti, il debito fuori bilancio è stato approvato col via libera dei commissari Marilisa Magno, Sebastiano Giangrande e Rachele Grandolfo.