Dopo qualche anno di sospensione dovuta alle restrizioni imposte dalla pandemia Covid-19 sono state riproposte, due “feste” del giuramento d'Ippocrate. Le cerimonie svoltesi presso l’aula magna del Dipartimento di Economia di Foggia è voluta essere un momento importante per i giovani che l'Università ha laureato dottori, riconoscendogli capacità e competenze scientifiche, ma che il giuramento renderà medici.
Passaggio importante attraverso cui hanno giurato di riconoscere l'altro come persona e di prendersene cura. La persona nella sua interezza. Non più riconoscere solo una malattia, ma una persona con una malattia. Dall'odore dell'inchiostro dei libri, al riconoscersi e farsi carne viva nella puzza del sudore, della paura e del dolore del sofferente.“Il giuramento di Ippocrate mantiene un grande valore nel tempo, addirittura riscoperto in periodi come questi - commenta il Presidente dell’Ordine dei Medici di Foggia e provincia Pierluigi De Paolis – è una ripresa di tutti quei codici morali imprescindibili, perché non si può essere medici professionisti senza avere nel cuore le regole del codice deontologico. Il medico non ha perso la fiducia o la faccia durante la pandemia, anzi - rincara De Paolis – durante la cerimonia abbiamo ricordato le 374 vittime tra i medici del Covid rimasti in prima linea in tutti i settori, da quelli dell’emergenza urgenza ospedaliera territoriale a quella dei reparti. Compresi gli stessi medici di famiglia di cui abbiamo registrato le prime morti nel tentativo di curare i propri pazienti a”mani nude”. Non credo che il rapporto di fiducia sia stato intaccato dal Covid, fatte salve quelle situazioni che sono emerse a causa del virus, ovvero di precariato della professione. Vale a dire il turnover che non c’è, la condizione di sicurezza di lavoro e una situazione di disagio diffuso rispetto ad una categoria che non vive di una buona considerazione da parte degli altri amministratori”.
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Durante l’emergenza tanti giovani medici sono stati letteralmente catapultati nei reparti Covid in prima linea allo scopo di fronteggiare un nemico invisibile e insidioso. A loro fecero tante promesse in buona parte non mantenute. “Le promesse non rimaste tali – aggiunge il Presidente – l’unico spiraglio che abbiamo visto è stata la fine dell’imbuto formativo. Il Ministro Speranza aumentò le borse di studio delle scuole di specializzazione e del corso di formazione specifica di medicina generale. Percorsi che però durano 4/5 anni. Avremo così come risultato più medici formati. Pensiamo che si dovrebbe impiegare già nel corso di formazione a tempo indeterminato i medici che stanno compiendo questi stessi percorsi, magari prevedendo la possibilità di conferma o di licenziamento nel caso di abbandono della scuola”.
E sul futuro De Paolis è chiaro. “Difficile fare previsioni perché temiamo di essere poi smentiti. Ciò che non vorremmo è che la ripresa dell’anno scolastico con la riapertura delle scuole e con la caduta di tutte le precauzioni precedenti scoppiasse di nuovo un picco della pandemia. Specialmente in un momento difficile come questo dove si dovrà somministrare nuovamente il vaccino (la quarta dose in arrivo nelle prossime settimane, ndr) col nuovo ceppo Omicron, le vaccinazioni antinfluenzali e le problematiche legate alla stagione autunnale/invernale ormai alle porte”. Intanto si sono riaperte le scuole pugliesi che,a parte qualche piccola regola di buon senso, non dovranno più sottostare alle norme anti Covid. “L’atteggiamento prudenziale sarebbe stato personalmente più gradito, soprattutto per il non avere a disposizione grossi mezzi per poter riscaldare le aule”- conclude De Paolis.
Zone Transition
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Tra i presenti anche l’ex Presidente dell’Ordine Salvatore Onorati che ha poi aggiunto: “La giornata di sabato ha una valenza interna ed una esterna. Il Giuramento è quell’atto formale che segna il passaggio dallo scienziato/dottore all’essere un medico che si impegna a non curare ma a prendersi cura. Col Giuramento di Ippocrate non ci si impegna a utilizzare solo la testa ma soprattutto il cuore. Apriamo la comunità dei medici ai nuovi giovani. Mi auguro che il futuro sia più radioso e che la pandemia sia ormai alle spalle – conclude- i vaccini sono serviti. La speranza è che si possa tornare a vivere tranquillamente. Temo ancora il Covid, il mio è un pessimismo che arriva dalla ragione. D’altra parte però, il tutto viene bilanciato dall’ottimismo della volontà che mi fa andare avanti con passione e dedizione”.