Deserto il concorso Asl (bandito quasi tre anni fa) per anestesisti, in 27 si candidano invece al Policlinico Riuniti

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Ancora un concorso andato deserto alla Asl Foggia, questa volta si tratta della procedura per reclutare 10 dirigenti medici, nella disciplina di anestesia e rianimazione. Il bando risale a luglio 2019 e alla scadenza dei termini erano pervenute all’ufficio del personale 31 domande di partecipazione.

Tra febbraio e marzo del 2020 sono state pubblicate le delibere con le quali si è proceduto all’ammissione di tutti i candidati, in possesso dei requisiti richiesti per partecipare al concorso. Ad agosto del 2021, la Asl ha nominato la commissione esaminatrice. Solo un paio di settimane fa la commissione ha chiuso la procedura informando gli uffici competenti del fatto che nessun candidato si fosse presentato alle prove.

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Tralasciando il dettaglio, non trascurabile, che ci sono voluti quasi tre anni per espletare un concorso, con un numero esiguo di partecipanti, senza neppure dare luogo alle prove, per una figura sanitaria che si è rivelata essenziale anche in pandemia, per la cura dei positivi in rianimazione, ragione per cui i vari dpcm consentivano di portare a compimento i concorsi, va ricordato che non è la prima volta che si verifica una cosa del genere alla Asl Foggia. Non più tardi di 5 mesi fa infatti andò deserto il bando per reclutare ortopedici: dei 5 candidati nessuno si presentò alle prove.

Ma ancora prima, proprio su queste colonne si evidenziò a più riprese come la Asl di Capitanata suscitasse lo scarso interesse dei medici che evidentemente preferiscono altre destinazioni, non solo per la partecipazione a concorsi che mettono a disposizione posti a tempo indeterminato ma anche dopo aver ottenuto la contrattualizzazione, molti rassegnano le proprie dimissioni.

La figura dell’anestesista, già di per sé molto rara, è fondamentale per tutta una serie di prestazioni, a cominciare dai parti, passando per gli interventi chirurgici, anche quelli di minore complessità, fino ad arrivare agli esami più invasivi, come le colonscopie; senza dimenticare il ruolo determinante degli anestesisti nella somministrazione delle terapie del dolore, anche postoperatorie e nelle terapie intensive in cui il rianimatore è assolutamente necessario. In molte circostanze gli ospedali del territorio sono andati in affanno proprio per la carenza di questo personale, ora la speranza è che la Asl possa attingere professionisti da altre graduatorie. Ad esempio da quella che verosimilmente scaturirà dalla procedura concorsuale attivata dal Policlinico Riuniti di Foggia.

Anche l’Azienda ospedaliera del capoluogo a giugno scorso ha indetto un concorso per reclutare 14 anestesisti rianimatori a tempo indeterminato. Sono arrivate 27 domande di partecipazione e tutti i candidati sono stati ritenuti idonei a sostenere le prove, anche i 4 specializzandi all’ultimo anno, i 6 specializzandi al penultimo anno e 10 specializzandi del terzo anno, per i quali varrà una graduatoria separata.

A breve il Riuniti nominerà la commissione giudicatrice e procederà all’espletamento delle prove.

Molti osservatori e addetti ai lavori hanno provato a spiegare su queste colonne la scarsa attrattività delle strutture Asl. Tanto per cominciare l’elemento che forse incide di più è la concorrenza spietata che le aziende private fanno al pubblico, nel tentativo di accaparrarsi i pochi medici in circolazione, stendono tappeti rossi ai dottori, assicurando loro condizioni di lavoro molto vantaggiose che il pubblico non sempre può garantire. Negli ospedali, i medici sono costretti a turni massacranti, proprio perché sono in pochi e lavorano senza particolari gratificazioni economiche e professionali.

Non solo tra pubblico e privato, la concorrenza se la fanno anche le strutture pubbliche di diverse regioni, alcune delle quali storicamente più attrattive. Alla Asl Foggia poi, spesso i contratti sono a tempo determinato, il che scoraggia ulteriormente gli specialisti. Alcuni hanno lamentato anche un clima poco sereno nelle strutture del territorio, tanto da indurre, soprattutto i più giovani, a lasciare dall’oggi al domani la Capitanata per cercare fortuna, addirittura all’estero, come dimostrano le storie raccontate in passato su queste colonne.

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Alle lungaggini e ai difetti nella programmazione si aggiungono poi anche altri problemi: “La Asl Foggia è come un allenatore di una squadra di calcio, se non funziona, se non è attrattivo, se non è rassicurante i calciatori cambiano squadra, è un dato di fatto – hanno affermato alcuni addetti ai lavori -. Ad esempio andrebbe adottata un'interpretazione dei contratti che lascia uno spazio di flessibilità nelle voci tabellari dello stipendio. Se si può utilizzare una voce contrattuale che consente di premiare economicamente quelli più bravi, più corretti, che non fanno assenze e così via andrebbe utilizzata. Bisognerebbe garantire ai medici indennità aggiuntive per poter premiare i migliori, nel resto del mondo alcuni specialisti sono pagati diversamente. E’ chiaro che i professionisti più bravi poi si trasferiscono al nord e da noi restano quelli più anziani, che magari si sono costruiti il proprio orticello negli anni, senza trasmettere ai più giovani le loro competenze per potersele ‘vendere’ nella libera professione”.

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