La politica diventa garantista: sullo scandalo cala il silenzio, piena fiducia nella magistratura

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Il terremoto giudiziario che ha fatto traballare i vertici della sanità a Foggia e l’arresto di sei persone, tra cui il direttore generale dei Riuniti, Vitangelo Dattoli, ha messo a tacere i partiti

sui quali sembra calata una cortina di silenzio.

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Nessuno intende proferire parola sulla vicenda giudiziaria e dunque tra i banchi della maggioranza e dell’opposizione, in maniera “bipartisan” prevale qualsiasi forma di garantismo e di “fiducia nell’operato della magistratura chiamata ad individuare reali responsabilità”.

Dattoli attualmente ai domiciliari non si è dimesso dall’incarico o perlomeno – come fa sapere il suo legale l’avvocato Antonio Lascala – non ancora. Dipenderà probabilmente dagli esiti dell’interrogatorio a cui il direttore generale dovrà sottoporsi “pronto a chiarire qualsiasi equivoco”.

La guida del nosocomio foggiano dovrebbe passare nelle mani del direttore amministrativo, l’unico ad essere rimasto fuori dal presunto scandalo. Lo conferma l’assessora regionale al welfare Rosa Barone: “Con il ruolo che ho sento di dover tutelare la sanità pugliese e quella foggiana in particolare, cercando di far sì che non ci sia un ulteriore stallo. La città non se lo può permettere, la provincia come sapete bene è la penultima in Italia nella graduatoria della qualità della vita, e non può permettersi una ulteriore blocco. Credo che tutte le misure e i provvedimenti che erano stati intrapresi dal direttore generale Dattoli per il potenziamento dei Riuniti di Foggia devono essere portati avanti dal direttore amministrativo con il supporto della Regione Puglia. E io cercherò per quanto nelle mie possibilità di sostenere e favorire un’accelerazione in questa direzione perché credo che la città di Foggia non si possano assolutamente permettere un ulteriore stallo”.

Anche il M5s, alla pari delle altre formazioni politiche di maggioranza e opposizione in Consiglio regionale non ha assunto una posizione ufficiale. “Sicuramente – spiega al quotidiano l’Attacco Rosa Barone - ci sono situazioni ambigue, la giustizia dovrà fare il suo corso, ci sono indagini delle quali solo l’altro ieri abbiamo preso conoscenza. Senza ombra di dubbio, e questo accade anche a livello nazionale, sussiste un forte legame fra politica e sanità. Non è una questione esclusiva della nostra regione, ma credo che questo nesso così forte molto spesso non porta bene. Ovviamente non accade in tutti i casi in quanto ci sono manager come lo stesso Vitangelo Dattoli che ha dimostrato sul campo di essere una persona perbene e capace. E’ ovvio che le vicende giudiziarie portano alla luce un aspetto da approfondire e valutare nelle sedi più appropriate ma ribadisco ancora una volta che il rapporto che lega la politica alla sanità dovrebbe essere definitivamente sciolto”.

“Queste cose non dovrebbero sentirsi né accadere – sottolinea il consigliere regionale Paolo Dell’Erba di Apricena - Purtroppo fino a quando la magistratura non si esprime con un giudizio è inutile trarre delle conclusioni affrettate. Certo, le notizie che giungono non sono buone, fanno male al territorio, un territorio che, lo dicono le classifiche di queste settimane, è agli ultimi posti. Se poi la classe dirigente ci mette del suo significa che siamo messi molto male. Garantisti fino in fondo ma l’ospedale Riuniti di Foggia è una struttura di particolare rilievo, c’è l’Università che lavora a braccetto dunque è un fiore all’occhiello per il territorio dauno. Purtroppo quando accadono queste vicende ci si resta male anche perché di Dattoli devo dire che è una persona competente. Se poi è scivolato sulla classica buccia di banana i problemi sono i suoi”.

“In relazione alle vicende giudiziarie specifiche non entro nel merito – chiarisce il capogruppo della Lega, Davide Bellomo – Mi auguro che le persone coinvolte possano dimostrare che le accuse mosse a loro carico sono totalmente infondate. Come abbiamo già avuto modo di dire i presidi all’interno degli enti non funzionano. Anche nel caso in cui i singoli soggetti dovessero veder accertata la loro estraneità dai fatti di cui sono accusati è perché evidentemente non c’è stata una adeguata trasparenza sulle procedure e sui meccanismi di prevenzione dei reati. E’ una riflessione che rivolgo a vantaggio di tutti coloro che domani potrebbero subire un procedimento penale che come tale va considerato. Sulle vicende ultime valuteremo dal punto di vista giudiziario quali saranno le evoluzioni però questa è una riflessione che dovrebbe fare la Regione. Ci sono tutti gli strumenti da parte dell’Ente affinché tutti gli atti siano trasparenti. In questo modo anche la magistratura eviterebbe di accusare con il rischio di ritrovarsi con provvedimenti del tutto ingiustificati ma che finiscono col segnare la vita delle persone. Quanto al “sistema” Emiliano non fatemi dire, lui ha tante colpe tra queste di governare malissimo la Regione però dei singoli procedimenti ne rispondono le persone. Lui, in quanto a capo dell’amministrazione è bene che attui una serie di meccanismi per evitare che accadano situazioni come questa”.

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“Spero che questa storia finisca perché abbiamo bisogno di serenità - dichiara Antonio Tutolo -. Non abbiamo bisogno di blocchi nella sanità. E’ chiaro che sono fiducioso nella magistratura, ma sono anche curioso di leggere gli atti”.

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