Dalle infiltrazioni mafiose in Amica agli interessi che orbitano intorno alle soluzioni Amiu Puglia ed Econord

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Il futuro del servizio di igiene urbana a Foggia non è prioritario solo per gli appetiti che si muovono intorno al multimilionario appalto. Nessuno può dimenticare il passato di infiltrazioni mafiose nella precedente partecipata comunale, Amica spa, svelate dalla maxi inchiesta della DDA di Bari Piazza Pulita. Oggi la città si interroga su quale sia la strada migliore da seguire: il rinnovo per altri 9 anni con l’attuale partecipata Amiu Puglia spa (in cui il Comune di Foggia ha il 21,87% mentre il resto appartiene al Comune di Bari), così come hanno già deciso di fare i commissari straordinari Magno-Giangrande-Grandolfo in carica a Palazzo di città d’accordo coi vertici Amiu Sabino Persichella e Antonello Antonicelli, oppure una gara europea, visto che già c’è stata la presentazione della manifestazione di interesse di un altro soggetto, la spa lombarda Econord presieduta da Claudio Milanese?

Ma c’è da chiedersi anche quali personalità orbitino intorno alle due soluzioni. “Bisogna fare un passo indietro di alcuni anni, alla fine ingloriosa della partecipata comunale Amica spa, tra cumuli di immondizie per le strade e l’inchiesta con vari arresti. Poi il fallimento di Amica e il milione di euro sparito impunemente tra curatela e tesoreria del Monte Paschi”, afferma a l’Attacco l’imprenditore foggiano Piero Forcella.

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“L’intervento di Amiu spa, voluto dall’ex sindaco Mongelli d’intesa con Emiliano e Decaro, bonificò il servizio e l’ambiente dalle decennali intromissioni della politica e della criminalità organizzata – basti ricordare l’arresto dei vertici della cooperativa Fiore - che avevano trasformato tutte le maestranze in “colonnelli”, con le coop infiltrate dalla Società ad effettuare il servizio. Poi arrivò Landella, che impose l’ingegnere-criminologo cerignolano Ambrogio Giordano come direttore tecnico, plenipotenziario per Foggia.  Da quel momento è stata collezionata una infinità di proroghe trimestrali con l’unico fine di costringere Amiu alla precarietà gestionale ed al deserto negli investimenti, con l’intento di tenerla sotto schiaffo in un limbo di perenne “ricatto”.

“Sono ripresi”, continua Forcella, “i potentati dei clan che impongono i loro, che intimoriscono le maestranze e soprattutto i dirigenti con l’unica finalità di alimentare disservizi e lamentele per interrompere la gestione dei baresi e ripristinare la “mucca da mungere” al servizio della politica locale. In Amiu in questi anni si è dato spago a Giordano, che ha impazzato sempre di più. Quel Giordano che ha cercato di piazzare ad Amiu, come sede, il chiodo dell’ex macello Mescia. Poi, in un crescendo rossiniano”, per Forcella, “dopo la caduta del mentore Landella, Giordano sarebbe arrivato a concepire di mettersi in proprio e rilevare l’impresa con la connivenza del colosso varesino Econord spa”.

Secondo i beninformati Econord sarebbe stata coinvolta dal redivivo Aimola, che conosce da tempo l’impresa. Quanto a Giordano, il suo incarico di direttore tecnico a fine agosto è terminato. Il contratto non gli è stato rinnovato e al suo posto c’è il direttore tecnico di Bari, l’ingegner Scelzi, sebbene sia lo stesso ex dirigente regionale Antonicelli a monitorare direttamente Foggia.

“Poi è storia di oggi”, conclude Forcella.

“I disservizi di Ager che non svuota il Tmb di Passo Breccioso e finalmente il contratto novennale che toglie ad Amiu ogni alibi e la vincola a stringenti clausole che arrivano a prevedere la revoca per inadempimento contrattuale”.

Ma al contempo aumentano le critiche al rinnovo automatico in favore di Amiu Puglia spa. Del tutto scettico si dice l’ex consigliere comunale Marcello Sciagura (oggi parte dell’associazione di cittadinanza attiva La società civile): “Più vado avanti e più me ne convinco, con noi Amiu, o meglio chi la gestisce, non ha avuto alcun rispetto. Già dopo i primi tempi la sua azione si è dimostrata carente sia nella proposta che nei fatti e sin dal 2015 ha dimostrato che gli investimenti per Foggia erano, e poi sarebbero rimasti, sempre a zero. Addirittura tali rimarranno per il periodo 2022-2025, almeno a leggere il piano economico finanziario presentato”.

Dopo l’intervista de l’Attacco al segretario provinciale di Sinistra Italiana Mario Nobile - che ha preso parte mercoledì scorso alla riunione di Amiu in assessorato regionale all’ambiente con le assessore Maraschio e Barone, i commissari straordinari e il numero uno Ager Grandaliano – interviene Giorgio Cislaghi, referente per l’ambiente delle Acli di Capitanata. “Perché gli straordinari commissari straordinari vogliono accelerare sull’affidamento “in house” del servizio di igiene urbana e raccolta dei rifiuti? Forse perché è difficile, visto quanto Amiu ha dato come servizio sino a oggi, spiegare il motivo per cui non si fa un bando per l’assegnazione dello stesso con regole di mercato come il governo dovrà deliberare entro fine anno”, afferma Cislaghi.

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“Se, e ribadisco se, questa è la motivazione, la decisione è solamente politica e non tecnica o di straordinaria amministrazione commissariale. Resta poi da capire come si possa considerare Amiu società partecipata in house, visto che mancano i presupposti stabiliti con atti del consiglio comunale. Cari “amici” di Sinistra Italiana, ci spiegate perché vi appiattite a difendere l’indifendibile, cioè Amiu, e non pensate a come garantire un servizio pubblico con i crismi di efficienza e economicità magari con un progetto che restituisca alla città una azienda veramente in house o, in subordine, una partecipata al 50% con un bando a “doppio oggetto”? Tra le cose che il governo deve fare c’è questo, insieme al decreto sui servizi pubblici locali, che va solo approvato in via definitiva e già prevede la possibilità di mantenere la gestione in house a patto di dare ‘espressamente conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato’”.

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