“Il Pnrr è una questione molto seria che Fratelli d'Italia pone seguendo alcuni schemi molto chiari. Il primo è quello della considerazione oggettiva che il Pnrr è stato approvato dopo lo scoppio della pandemia e prima dello scoppio della guerra, quindi è assolutamente inadeguato su alcune questioni”. Raffaele Fitto, eurodeputato di Fratelli d'Italia, torna a parlare di uno degli argomenti più caldi di questa campagna elettorale. E lo fa a margine di una conferenza stampa convocata nel capoluogo barese dopo le dichiarazioni del presidente nazionale Anci, Antonio Decaro durante un convegno organizzato dalla Cgil sul Mezzogiorno.
“Ad esempio - ha spiegato Fitto - bisogna intervenire sul costo delle materie prime che non consente di realizzare gli appalti, non lo diciamo noi ma ce lo dice l'associazione nazionale dei costruttori: oltre il 70% delle gare d'appalto non è realizzabile per l’aumento del costo delle materie prime. Esiste poi un tema energetico, il Repower Eu che la Commissione europea ha assunto e che è oggi in discussione in Parlamento non può essere utilizzato nel nostro Paese perchè prevede un utilizzo per gli Stati membri delle risorse a debito. L’Italia - lo voglio ricordare - ha utilizzato già per intero la quota dei 122 miliardi a debito, quindi questo non potrà essere utilizzato. La proposta quindi di Giorgia Meloni e di Fratelli d'Italia è molto seria e consapevole e cerca non di stravolgere il Pnrr ma di adeguarlo, rimodulando, e lo fa non perchè siamo dei rivoluzionari che vogliono sfasciare l'Europa, come ci vogliono dipingere, ma perchè vogliamo utilizzare gli articoli che il regolamento prevede”.
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La replica a Decaro arriva direttamente dal coordinatore regionale di FdI, l’on. Marcello Gemmato, candidato come capolista: “Il presidente Decaro avrebbe dovuto trovare soluzioni" all'utilizzo del Pnnr “visto che è esponente di spicco del Pd, partito che da 10 anni governa l'Italia”.
Gemmato riprende le dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Bari che, al convegno Cgil, ha detto: “I soldi per i Comuni non si toccano. Se qualcuno pensa di toglierci quelle risorse noi sindaci faremo la rivoluzione”.
“Il voto del 25 settembre - ha aggiunto Gemmato - sarà un test politico anche per la Puglia e noi siamo convinti che vincendo in Puglia e con Fratelli d'Italia primo partito si può dare l'inversione al governo regionale".
“Forse - osserva Fitto - Decaro è consapevole del fatto che il prossimo governo sarà di centrodestra guidato da Giorgia Meloni e questo è un dato da sottolineare. La seconda cosa che voglio dire al presidente Anci è che non mi sembra abbia delle caratteristiche del rivoluzionario. Forse, all’interno del centrosinistra farebbe bene a lasciare questo compito a chi riesce meglio a fare il Masaniello. Il Pnrr è una questione serie che Fratelli d’Italia pone in maniera molto chiara. Siamo quindi perfettamente in linea ancora una volta c’è chi urla cercando di rappresentare un mostro e chi, come Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, presentano seriamente delle proposte nell’interesse del Paese”.
I termini per la revisione del Pnrr si spiegano in questo modo: “Non ci sarebbe alcun trasferimento - spiega Fitto - noi dobbiamo adeguare le opere pubbliche. Se un progetto costava ieri una determinata cifra e oggi i costi sono aumentati del 20% quell’opera pubblica non è appaltabile. Quindi la rimodulazione dei fondi Pnrr prevede l’indivuduazione e l’utilizzo delle risorse per poter realizzare le infrastrutture. Aggiungo che se noi individuiamo le risorse messe a disposizione dalla politica di programmazione 2014-2020 per l’Italia con 17 miliardi a disposizione, dopo 8 anni ne sono stati spesi solamente quattro. Sono dati della Ragioneria Generale dello Stato. Mi sembra che questo elemento debba farci riflettere sulla incapacità che il sistema Italia ha di spesa delle risorse. Quindi il tentativo che mettiamo in campo è quello di parlare seriamente di cose concrete e realizzabili e dunque di uscire da un sistema nel quale questi interventi non sono stati realizzati nel corso degli anni. Faccio l’ultimo esempio sull’approvvigionamento idrico, esigenza fondamentale per l’Italia e per una regione come la Puglia. Si tratta di 6 miliardi a disposizione nella programmazione fino al 2020, di questa ingente somma a disposizione sono stati spesi poco più di 300 milioni. Sono dati questi che fanno paura - conclude Fitto - perchè ci fanno capire che non bisogna difendere l’esistente ma bisogna capire cosa non funziona per cambiarlo, e queste sono le proposte di Giorgia Meloni che entrano a pieno titolo nel programma politico-elettorale di Fratelli d’Italia”.
Zone Transition
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“Rimodulare il Pnrr - aggiunge Matteo Colamussi, dg Fal - è una necessità per non accumulare altri debiti, per non lasciare le opere a metà. Il rischio che corriamo è che il 30 giugno del 2023 la gran parte dei fondi non solo non saranno spesi, ma le opere non saranno ultimate. Spiace constatare dall’altra parte considerazioni come quelle del presidente Decaro in cui invocava rivoluzioni per la presunta sottrazione dei fondi. E’ come se Giorgia Meloni una volta al governo possa eliminare il Pnrr. Nulla di tutto questo, la rivoluzione la faremo attraverso la massima attenzione sulle procedure che sono l’ostacolo per ogni soggetto attuatore. Sfido ogni Comune ad aver già oggi messo in campo tutte le risorse che sono a disposizione. E’ notorio che c’è carenza di personale non solo nelle aziende pubbliche ma anche negli uffici preposti. In Europa per realizzare e rendere funzionale un’opera ci si mette 4 anni, in Italia solo per avere un permesso impieghiamo lo stesso tempo. E’ scandaloso”.