Il processo nei confronti di Taulant Malaj, il panettiere di origine albanese incriminato per aver assassinato a Torremaggiore, il 7 maggio scorso, sua figlia Jessica (16 anni) ed il suo vicino di casa Massimo De Santis (51 anni), avrà inizio il prossimo 22 marzo. L’uomo è inoltre accusato di tentato omicidio nei confronti di sua moglie Tefta che, secondo l’imputato, aveva una relazione con De Santis.
La decisione della Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia, Francesca Mannini, segue il rigetto della questione di legittimità costituzionale di alcune norme di legge e ha dichiarato inammissibile la richiesta di giudizio abbreviato avanzati dagli avvocati difensori di Malaj, Michele Maiellaro e Giacomo Lattanzio.
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“Sono soddisfatto dell’esito dell’udienza perché è stata superata la fase delle questioni processuali relative alla legittimità costituzionale di alcune norme e all’ammissibilità del giudizio abbreviato, tutte rigettate – è stato il commento dell'avvocato Roberto De Rossi, legale di Tefta Malaj - Ora affronteremo con grande determinazione la fase del merito del giudizio. Non è che il primo passo di un percorso lungo e certamente complesso”.
Contattato telefonicamente da l’Attacco, l’avvocato De Rossi ribdisce: “La mia assistita non è animata da alcuna sete di vendetta ma soltanto da un legittimo e fisiologico desiderio di giustizia. Il dibattimento vaglierà tutti gli aspetti processuali, tra cui anche la comminatoria della pena”.
Malaj deve rispondere sia di duplice omicidio sia di tentato omicidio nei confronti della moglie Tefta e, in relazione alle accuse, “occorrerà comprendere se sussistano profili riguardanti la presunta incapacità di intendere e di volere dell’imputato, così come invocato dalla difesa dell’imputato nell’udienza attinente all’ammissibilità della richiesta di rito abbreviato che io, ovviamente, non condivido”.
La linea difensiva è chiaramente indirizzata. E non potrebbe essere altrimenti, vista la presenza di un video dell’impianto di sorveglianza all’interno dello stabile che attesta senza ombra di dubbio la responsabilità di Malaj. “La paura che la mia assistita nutre nei confronti del proprio marito e della famiglia del marito è evidente – aggiunge il legale – Quand’anche fosse balenato in lei un desiderio di vendetta, che peraltro ritengo improbabile, non potrebbe attuarlo, vista la sua indole mite. Attualmente risiede in una casa protetta insieme al figlio di 5 anni, che ha assistito all’omicidio della sorella, e vive nel terrore di incontrare il marito. Anche quando lo incontra in aula, comincia a tremare”.
La voglia di giustizia della donna è animata soprattutto da ciò che è accaduto alla figlia Jessica, rimasta uccisa dal padre nel tentativo di difendere sua madre, che era evidentemente il vero obiettivo dell’omicida: “La mia assistita è scampata alla strage per miracolo. Quando si è risvegliata in ospedale, è venuta a conoscenza della morte di sua figlia e questo è stato un colpo psicologico devastante. Inoltre, ad aggravare la situazione è il fatto che debba prendersi cura del figlio di cinque anni che è stato testimone di quanto accaduto”.
Per quanto riguarda il dibattimento processuale, l’avvocato sottolinea: “In aula cercheremo di dimostrare e di provare, insieme alla pubblica accusa, la gravità del fatto in tutti i suoi aspetti, dall’inizio del proposito criminoso fino alla condotta successiva al reato”.
Zone Transition
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Il duplice omicidio avvenne aTorremaggiore, il 7 maggio 2023. Malaj, convinto che sua moglie, avesse una relazione con De Santis,uccise l’uomo con un coltello. Entrato poi nell’appartamento, aggredì Tefta, anch’essa colpita con diverse coltellate. Nel tentativo di fare da scudo alla madre, sua figlia Jessica fu assassinata. Alla scena si ritrovò ad assistere l’altro figlio della coppia, dell’età di 5 anni, il quale attualmente vive e risiede insieme alla propria madre in una casa protetta destinata a donne vittime di violenza.