Rincari sino al 300%, il sistema delle imprese è già con la testa al 26 settembre

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Il costo dell’energia e quello ingiustificato di altri prodotti e materie stanno producendo effetti deleteri soprattutto per le piccole-medie imprese e le famiglie. Il titolare di un negozio che tratta prodotti per la casa a San Nicandro Garganico ha deciso di tenere aperto solo dalle 8 alle 12,30. Ma c’è chi sta pensando a restare chiuso in inverno, come diverse attività sulla costa non solo garganica.

La questione implementa provvedimenti immediati e indifferibili, lì dove il credito d’imposta potrebbe arrivare troppo tardi come salvagente per un gran numero di attività. A ciò s’aggiunge la burocrazia elefantiaca e contradditoria dello Stato.

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Intanto accade che: “Si sta ancora vendemmiando e l’energia elettrica diventa importantissima perché la utilizziamo anche la notte per avere i silos refrigerati – ha esordito a l’Attacco, Gianfelice d’Alfonso del Sordo, delle omonime cantine -. L’uva non si pressa più con i piedi e, quindi, la prima bolletta d’agosto, con gli aumenti, m’è arrivata tre volte tanto, a parità di consumi, di 8.000 € circa, rispetto ai 2.500 nel 2021 nello stesso periodo di fatturazione. La vendemmia terminerà ad ottobre e mi aspetto una cifra che potrebbe diventare un serio problema. Anche le altre cantine sono nelle stesse condizioni, visto che settembre è il mese in cui c’è il massimo consumo di energia elettrica, non solo per la spremitura delle uve. Noi, tra l’altro, ci siamo già dotati di pannelli fotovoltaici e cercheremo di ampliare la superficie”. Le conclusioni di d’Alfonso: “Cosa ci aspetta per la bolletta di settembre-ottobre, non so. Poi non ci resterà che fare delle scelte, perché abbiamo un prodotto, il vino, che va sul mercato e non si può raddoppiare il prezzo. Spero che il governo faccia azioni immediate per dare respiro ora, senza aspettare il credito d’imposta perché c’è chi non ha flusso di cassa immediato”.

Misure urgenti, incisive e veloci, così come chiesto al governo da Pasquale Bonsanto titolare dello storico Snack Bar a San Severo: “Il calvario inizia a novembre 2021 quando in una lettera venivo inviato, dal mio fornitore di energia, a transitare in regime di ‘salvaguardia’. Ho accettato, malgrado avessi sempre pagato regolarmente e ho ricevuto la bolletta di novembre 2021-gennaio 2022 di 12.000 Euro (in un anno, pagavo di media 25.000 €, una media di 2000 € al mese). Mi sono rivolto al gestore e l’unica cosa che ha potuto fare è stata la rateizzazione. E così ho fatto. Le bollette successive da marzo a luglio sono aumentate in modo esponenziale fino a quella di agosto di 10.208 €. In pochi mesi è raddoppiato quello che pagavo in un anno (mancano ancora settembre-dicembre)”.

La soluzione di Pasquale Bonsanto: “In primis, mi interessa lavorare, sono in attività da una vita e nell’impresa ci sono anche i miei figli. Poi, se in 9 mesi ho pagato 19.000 € ho circa 40.000 di oscillazione, rispetto al passato e serve liquidità immediata per questa cifra da contenere. Altrimenti, può succedere che devo iniziare a licenziare e per evitare il calo degli incassi, non posso raddoppiare i prezzi. Un caffè costa 1,20 €. Oltre all’energia – ha continuato Pasquale Bonsanto – sono aumentate le materie prime e, quindi, dovrei avere almeno 1.500 € di fatturato al giorno per contenere le spese. Ho investito tutto nell’impresa, famiglia compresa, e non voglio chiudere. Le attività produttive, alla fine, devono scontrarsi con il mercato: ecco perché occorre liquidità immediata”.

Michele Saccia, della storica famiglia di albergatori, è il titolare del Park Hotel Valle Clavia di Peschici e anche lui mostra la bolletta, questa volta del metano: “I costi dell’energia mi sono triplicati, malgrado 400 m3 in meno di consumi di metano, rispetto all’anno scorso, e non ancora mi arriva la bolletta dell’energia elettrica. Sul Gargano è stata una tragedia, l’estate 2022. Ma c’è stato un aumento indiscriminato di tutto e faccio uno dei molti esempi che potrei fare: noi usiamo tanto olio di semi, e da 0.90 €/litro l’ho pagato a 3,12. E i prezzi con i tour operator, che si fanno ad ottobre, sono rimasti sempre quelli”.

L’imprenditore solleva un’altra questione: “Per dare i servizi, perché siamo un 4 stelle e sono oltre 50 anni che abbiamo questa attività, non ho trovato manodopera. Ho messo annunci pubblici, sui social, garantendo 1.500 €/mese al cameriere senza curriculum. Non m’ha risposto nessuno. I pochissimi riscontri mi sono arrivati con la richiesta di pagamento in ‘nero’ perché non volevano perdere il reddito di cittadinanza. Siamo un’azienda sana, storica, nota in tutta Italia e quest’anno è la prima estate che prego finisca presto – ha concluso Saccia -. Ora, prima di fare il listino prezzi 2022, aspetto la bolletta dell’energia elettrica e seppur il momento è difficile, guarderò sempre avanti”.

Zone Transition

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Leo Vescera, titolare de Il Capriccio a Vieste: “Siamo tra incudine e martello al netto della speculazione. Le mie bollette sono triplicate, a parità di consumi: luglio 2021, 2.600 €; luglio 2022, 8.600; agosto 2021, 2.680 €; agosto 2022, 9.100. Possiamo mai aumentare il prezzo del menù? Non verrebbe più nessuno. Sto cercando di mantenere senza tagli, i dipendenti e il resto, perché vorrei restare aperto tutto l’anno. Ma ci sono tutte le altre spese che sono aumentate, rispetto a qualche mese fa. La richiesta al governo è quella di lavorare a costi sostenibili, perché il nostro petrolio è il turismo, la cultura, la zootecnia, l’artigianato, con tutti i riflessi negli altri settori. Non si può più tergiversare”. 

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