Sta suscitando reazioni, come prevedibile, la pubblicazione su l’Attacco di ieri del verbale dell’audizione del presidente del Parco nazionale del Gargano Pasquale Pazienza davanti al XV Comitato della Commissione parlamentare antimafia. Avvenne il 3 agosto 2021, a presiedere il Comitato dedicato alle mafie pugliesi il senatore M5S foggiano Marco Pellegrini. Il tema era il rischio di infiltrazioni mafiose nell’ente di Monte Sant’Angelo, che gestisce centinaia di milioni di euro, fondi pubblici che non possono che far gola in un territorio dominato dai clan della Quarta mafia.
A Pazienza fu chiesto conto, tra le altre cose, della decisione di nominare a settembre 2020 quale direttore facente funzioni proprio Vincenzo Totaro, una scelta “inopportuna e clamorosa” secondo Pellegrini visto che si trattava dell’ex assessore del Comune di Monte Sant’Angelo (sciolto per mafia), dichiarato incandidabile con sentenza definitiva della Corte di Cassazione. Pazienza disse in audizione di non aver letto la sentenza prima della nomina e difese Totaro a spada tratta, addirittura leggendo passaggi della tesi del legale che assistette il montanaro in sede giudiziaria. Inoltre il presidente del PNG puntualizzò che non c’era altra via, perché senza consiglio direttivo la procedura di selezione del nuovo direttore effettivo non poteva essere avviata e perché nessuno si era reso disponibile tra i dirigenti dell’ente Parco.
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Pellegrini volle sapere se ci fosse stato il sentore di pressioni o condizionamenti dietro la mancata disponibilità dei colleghi di Totaro. Con sicumera Pazienza smentì in audizione questa possibilità, affermando che nemmeno l’ex facente funzioni Carmela Strizzi si era proposta.
Ma dall’ente trapela una versione diversa. Persone vicine a Strizzi riferiscono che quando ci fu il primo tentativo di individuazione di disponibilità per l’incarico la dirigente era in ferie e sarebbe stata contattata telefonicamente dall’ufficio di gabinetto del presidente, il cui referente le avrebbe detto che il presidente gradiva che nessuno avanzasse candidature. A quel punto Strizzi pensò che Pazienza volesse tentare la via di un soggetto esterno. Quando poi la dirigente, dopo qualche tempo, chiese di esser presa in considerazione per l’incarico informalmente le sarebbe stato detto di mettersi da parte.
Una ricostruzione non provata, ma che testimonia come all’interno del PNG c’è chi racconta cose differenti rispetto al presidente.
Di ufficiale c’è il carteggio già svelato da l’Attacco a ottobre 2021. Pazienza ebbe uno scontro fortissimo con Strizzi. Il 27 settembre Strizzi scrisse una prima volta a Pazienza e a Totaro comunicando la propria disponibilità a ricoprire nuovamente il ruolo di direttrice facente funzioni. Secca e lapidaria la risposta che il docente Unifg le diede il 12 ottobre: “La modalità con cui lei richiede di ricoprire l’incarico non è da me condivisa”. Strizzi non si diede per vinta e quello stesso 12 ottobre inviò una lunga nota a Pazienza ma anche al Ministero della Transizione ecologica, retto da Roberto Cingolani.
“Nella nota formulata dalla sottoscritta non vi è alcuna richiesta di incarico ma una semplice messa a disposizione. Inoltre, per quando riguarda la procedura “svolta nel pieno rispetto dei principi di trasparenza e partecipazione” mi preme sottolineare che nel corso della riunione con la presidenza e gli altri responsabili di Aree avvenuta il giorno 8 settembre 2020, a seguito del recesso dal contratto con la direttrice Maria Villani, la sottoscritta non aveva dato la disponibilità a ricoprire il ruolo di direttore f.f. per motivazioni personali e, comunque, riservandosi di rivedere la propria posizione in un secondo tempo. Si ricorda, altresì, che lei precisò, in quell’occasione, che le funzioni di direttore f.f sarebbero state svolte, a rotazione, anche dagli altri funzionari, fino alla conclusione della procedura di nomina del nuovo direttore dell’ente. Tale sua indicazione, già opportuna allora, acquisisce oggi un aspetto di particolare rilevanza essendo ormai trascorso più di un anno dalla nomina nel ruolo di direttore f.f. di Totaro. Infatti, l’attuale situazione sembrerebbe porsi in contrasto con quanto previsto dall’art. 52 del D.Lgs 165/2001 comma 2 lettera a) che in tema di mansioni superiori prevede 6 mesi prorogabili fino a 12 qualora siano state avviate le procedure per la copertura dei posti vacanti. Inoltre, tale attuale stato di fatto sembrerebbe in contrasto anche con quanto previsto dal L. 190/2012, in tema di prevenzione della corruzione, in cui è prevista l’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici allo svolgimento delle attività nel cui ambito e più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione. Tale ultima normativa confluisce nei vari piani nazionali anticorruzione nel ruolo dirigenziale essendo proprio questo il ruolo in cui in un ente parco si palesa il maggior rischio di corruzione essendo l’organo di direzione l’unico deputato ad esprimere, nell’ambito delle attività di gestione, la posizione dell’ente all’esterno e come tale potrebbe incidere concretamente sulle situazioni giudiziarie soggettive dei privati”. Strizzi, un vero fiume in piena, ricordò inoltre a Pazienza che “l’istituto della reggenza, per giurisprudenza oramai consolidata, è contrassegnata dalla straordinarietà e dalla temporaneità dell’incarico. Pertanto, in quel provvedimento avrebbe dovuto essere indicato il termine dell’incarico di direttore f.f. di Totaro, mentre nel testo del suo decreto è disposto che “le funzioni del direttore f.f. sono affidate a Vincenzo Totaro fino a diversa disposizione del presidente” senza alcuna indicazione di un termine”.
Pazienza affermò in audizione che “nel PNG con me vige la piena legalità”, eppure la normativa ricordata da Strizzi dice che l’incarico di Totaro avrebbe dovuto essere temporaneo e non certo durare ininterrottamente sino a oggi, quando sono passati ormai due anni.
“Faccio i complimenti al senatore Pellegrini per aver impedito che si divagasse concentrando l’audizione sui temi posti”, commenta a l’Attacco Vincenzo Rizzi, ambientalista dei Verdi ed ex consigliere comunale a Foggia.
“Ovviamente non esprimo giudizi perché dobbiamo aspettare la relazione finale, però mi chiedo perché non siamo stati ascoltati anche noi delle associazioni ambientaliste, così come perché non sono state ascoltate le dottoresse Strizzi e Villani”, è il riferimento alla direttrice licenziata da Pazienza.
“Per esempio noi avremmo potuto raccontare la nostra versione su quello che è successo e ci è successo rispetto all’Oasi Lago Salso, potevamo segnalare le tante denunce fatte su mille temi sul Gargano che però non sappiamo che esito abbiano avuto, mentre nel caso specifico di Villani il risultato è stato immediato. In ogni caso, da quanto l’Attacco ha pubblicato, emerge un quadro che mi rattrista non poco. Mi chiedo, rispetto alle risposte del professor Pazienza, cosa possa pensare il Magnifico Rettore dell’Università di Foggia, che rappresenta una istituzione che tanto si sta battendo per la legalità e per la lotta alle mafie. Mi chiedo, inoltre, perché ci è voluto così tanto tempo per rendere pubblica l’audizione, che ritengo estremamente utile a comprendere le difficoltà di governare un ente che dovrebbe essere un volano di sviluppo per tutta la Capitanata. E’ emersa anche il non voler comprendere l’inopportunità di coinvolgere in aspetti dirigenziali Totaro e Perna, anche e soprattutto per tutelarli. E poi vien fuori il costante tentativo di divagare accusando l’Attacco, giornale che ha fatto semplicemente il proprio dovere. Infine il presidente ha detto di chiamarci “ambientaloidi” come fosse un esercizio “giocoso”, ma così non è viste le altre dichiarazioni fatte sulla stampa da Pazienza in relazione alle nostre denunce, dimostratesi fatti vere e tali da smentire la narrazione fatta da lui, Totaro e Perna”, conclude Rizzi.
Assai critico anche Maurizio Marrese, presidente del WWF Foggia.
Zone Transition
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“L’audizione del professor Pazienza non fa altro che confermare quello che sosteniamo ormai da anni, ovvero che sarebbero opportune le sue dimissioni se non addirittura il commissariamento di questo ente Parco. Un ente che va avanti senza i requisiti minimi per il suo funzionamento come il direttore, il consiglio direttivo e l’ormai “paleontologico” Piano del Parco, con un prolungato pensiero monocratico, che non si confronta con la sua comunità e si chiude “a riccio” nei confronti della libera informazione. Questo ha portato residenti e visitatori a credere che il PNG sia inutile o addirittura deleterio per lo sviluppo del territorio, rendendo vane e tortuose anche le azioni di noi ambientalisti che custodiamo i valori dell’area protetta. Ogni giorno che passa dopo la nomina di Pazienza per noi diventa sempre più difficile e poco credibile difendere l’esistenza del PNG di fronte a cittadini e detrattori. Riprendendo quindi la terminologia molto usata dal presidente Pazienza, l’ente Parco è decisamente “cristallizzato”, privo di una strategia e limitato nelle idee e nelle iniziative, funzionante come una Pro loco visto che si limita a patrocinare eventi discutibili, premi e corsi mai iniziati. Speriamo”, conclude Marrese, “che anche la Comunità del Parco e la politica locale prendano coscienza della situazione prima che sia troppo tardi, perché i cortei, le processioni o le marce resteranno solo eventi di facciata se non si prendono anche chiare e palesi posizioni di fronte queste situazioni. I sintomi del fallimento sono sotto gli occhi di tutti: in primis l’abbandono dell’Oasi Lago Salso, la pessima gestione dell’Area marina protetta delle isole Tremiti, il consumo di suolo e la distruzione degli habitat naturali come più volte denunciato da noi del WWF”.