A poco più di un mese dagli arresti arriva la conclusione dell’inchiesta sulla sanità foggiana che il 13 dicembre ha fatto finire agli arresti domiciliari Vitangelo Dattoli, l’ex direttore generale del Policlinico di Foggia. Lo si apprende dalle colonne di Repubblica.
Il manager è in libertà dal 30 dicembre: dopo aver presentato le dimissioni dagli Ospedali Riuniti, è tornato come direttore sanitario al Miulli di Acquaviva delle Fonti.
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La pm Anna Landi ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a Dattoli e alle altre persone che erano finite ai domiciliari prima di Natale, ovvero l’imprenditore Roberto Pucillo e la figlia Roberta Valentina; il cognato Antonio Apicella; Costantino Quartucci, dirigente degli Ospedali Riuniti, e Rita Acquaviva, dirigente dell’Asl Foggia.
Indagini chiuse anche per il dirigente degli Ospedali Riuniti Salvatore D’Agostino, il rup della gara dell’elitrasporto Attilio Lucio Dal Maso e l’avvocato Luigi Treggiari. Sono accusati a vario titolo di turbata libertà degli incanti, turbata libertà di scelta del contraente, falso ideologico, rivelazione di atti coperti da segreto per aver cercato di dirottare in favore di Alidaunia le gare per l’elisoccorso e l’elitrasporto.
Il coinvolgimento di Dattoli riguarda soltanto il secondo appalto, a causa del suo presunto interessamento in favore di Pucillo Una tesi che il manager ha provato a smentire (insieme con il suo avvocato Antonio La Scala) prima davanti al gip, poi al Riesame (che lo ha rimesso in libertà) e quindi in un interrogatorio difensivo davanti alla pm.
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Gli indagati (difesi dagli avvocati Matteo Starace, Raul Pellegrini, Giulio Treggiari, Michele Buono, Maria Grazia Lattanzio, Gianluca Ursitti, Enrico De Michele e Roberto De Rossi) hanno la possibilità di presentare memorie difensive o chiedere gli interrogatori.