I precedenti più eclatanti dei presidenti rossoneri nel mirino della giustizia

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Una specie di maleficio, dal quale per taluni è stato difficile divincolarsi. Spesso la poltrona di presidente del Foggia è stata particolarmente scomoda. Nel senso che non è stato raro ritrovare taluni dei maggiori azionisti del club rossonero con le manette ai polsi. Talvolta per vicende estranee al pallone (come nel caso di Pasquale Casillo e Marco Russo). Altre, invece, per un coinvolgimento diretto (vedi nel caso di Fedele Sannella). Ecco i casi più eclatanti di 102 anni di storia nei quali la magistratura ha messo nel mirino i patron del sodalizio daunio di fatto orientando anche i futuri destini del club.

PASQUALE CASILLO. Nell'annata della mancata conquista della zona Uefa (stagione 1992-93) e al punto più alto mai toccato calcisticamente parlando, il ciclo aureo del calcio foggiano giunge al capolinea: nuovi e sconcertanti scenari si delineano, infatti, sul fronte societario. Crolla l'impero di Pasquale Casillo, il presidente in aprile divorato da uno spaventoso crack finanziario finisce in manette, portandosi dietro l'accusa più infamante: camorra. Il trinomio vincente Casillo-Zeman-Pavone si sfalda sotto i colpi di una crisi inarrestabile.

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Foggia assisterà attonita a quanto accade, preoccupata che in un attimo quel ciclo meraviglioso possa dissolversi nel nulla. In quel delicato frangente spetterà a Pavone il compito più ingrato, quello della ricostruzione. Ultimo baluardo di un Foggia in via di disgregazione, il ds barlettano accetta la scommessa. Ma sarà la partenza di Zeman a lasciare un vuoto incolmabile nella tifoseria: il boemo se ne andrà con le lacrime agli occhi e sceglierà la Lazio provando a ripercorrere quello stesso itinerario che nel '71 Tommaso Maestrelli intraprese nella capitale.

Al proprio successore Zeman lascia in eredità solo incertezze: chi sarà chiamato a sostituirlo dovrà misurarsi, infatti, con un recente passato che è un fardello forse troppo pesante da sopportare.

MARCO RUSSO. Nuovi guai giudiziari per il Foggia, il 23 luglio 2001 Marco Russo finisce in manette. Infamante l'accusa: riciclaggio di denaro sporco. Nell'elenco degli indagati della magistratura finisce anche Vittorio Galigani, braccio destro di Russo e mente pensante del Foggia. Sul suo capo pesa un avviso di garanzia che ha a che fare con gli intrecci fra le attività lecite e non del finanziere di Castelfiorentino e il mondo del calcio.

Per il 32enne azionista di maggioranza del Foggia i problemi con la giustizia iniziano proprio mentre si mette in moto il progetto di rilancio del calcio foggiano. Solo qualche giorno prima, al vernissage ufficiale di presentazione della squadra avvenuto alla vigilia della partenza per il ritiro di Peglio, oltre duemila tifosi allo Zaccheria avevano salutato con entusiasmo l'avvio del nuovo corso celebrato proprio nel segno di Marco Russo che, dopo i contrasti iniziali con Giorgio Chinaglia, da marzo era tornato sul ponte di comando del club investendo nel giro di pochi mesi due miliardi e mezzo.

Con l'uscita di scena dell'azionista di riferimento, il Foggia si ritroverà improvvisamente solo. Alle porte stavano per bussare scadenze importanti, prima fra tutte il ripianamento delle perdite accumulate nell'ultima allegra gestione, passo imprescindibile per la successiva iscrizione al campionato. L’ombra del fallimento torna a farsi minaccioso.

FEDELE SANNELLA. Il 24 gennaio 2018 Il patron del Foggia Calcio Fedele Sannella viene arrestato con l’accusa di riciclaggio nell’inchiesta condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Milano. Il filone, che a dicembre aveva portato all’arresto dell’ex vicepresidente del club rossonero Ruggiero Massimo Curci, risultano pagamenti a sportivi tesserati con il Foggia, in contanti che secondo l’accusa, sono frutto di riciclaggio.

Tra di essi figura anche Roberto De Zerbi, passato ad allenare il Benevento, che avrebbe ricevuto “in nero” 15.050 euro come risulta da alcuni appunti sequestrati dalla DDA di Milano. Nell’ordinanza si legge che Sannella, presidente del cda della Esseci srl, che detiene la totalità del capitale sociale del Foggia Calcio, è accusato di aver ricevuto da Massimo Curci, tramite il fratello Nicola Curci, un totale di 378mila euro derivanti da delitti di frode fiscale a danni di numerose società.

Oltre a De Zerbi saranno coinvolti anche i calciatori Enrico Guarna, Roberto Floriano, Alan Empereur, Pietro Arcidiacono, Cosimo Chiricò, Vincenzo Sarno, Antonio Junior Vacca e Pietro Iemmello, oltre all'ex viceallenatore Davide Possanzini.

Il Foggia Calcio ribadirà la propria estraneità: “Facendo seguito agli eventi che l’hanno coinvolta in data odierna con l’arresto del signor Fedele Sannella, nel ribadire la propria completa estraneità ai fatti di cui in contestazione e confermando la propria assoluta fiducia nell’operato della magistratura, ribadisce l’insussistenza di qualunque rapporto tra le vicende personali del signor Massimo Curci e quelle del Foggia Calcio avendo affidato prontamente ai propri legali il compito di fornire tutti i necessari chiarimenti a difesa della onorabilità del signor Sannella e di tutti i componenti della Società Foggia Calcio. La proprietà ribadisce altresì il proprio impegno, senza remore, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati”

Zone Transition

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A seguito dell’arresto del presidente dei rossoneri, sarà chiesto il commissariamento della società calcistica per un anno. Di fatto sarà l’inizio della fine, perché il club senza una guida perderà la bussola. La successiva pesante penalizzazione inferta sarà una zavorra dalla quale il Foggia non riuscirà a liberarsi. E così la retrocessione in C sarà inevitabile.

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