L’ora di guardare oltre Canonico

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Nicola Canonico di qua, Maria Assunta Pintus di là. E in mezzo Davide Pelusi, che in passato ha provato a fare da ago della bilancia. E che adesso si è rassegnato a un ruolo molto marginale in seno al Calcio Foggia 1920. Anche se il successo a tutto tondo nell’arbitrato che ha promosso nell’agosto del 2021 e che lo vede uscire vincitore su tutta la linea, lo riabilita nel Cda rossonero e sembrerebbe restituirgli nuova forza. In realtà la pensa molto diversamente il patron,

che pur prendendo atto dell’esito del lodo, per il prossimo 3 novembre (e solo un paio di giorni prima di finire nel mirino della magistratura) ha convocato l’assemblea dei soci per ribadire la vecchia intenzione di proseguire da solo e al comando nella sua avventura in seno al Foggia. Ora magari per qualche tempo dovrà rivedere le sue posizioni Canonico, e restare necessariamente dietro le quinte ad attendere gli eventi.

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Niente di più facile che in questo frangente decida di trasferire pieni poteri al figlio Emanuele, già vice-presidente, almeno fino a quando la sua posizione non sarà chiarita e potrà così riprendere il bastone di comando. E’ evidente, però, che al di là di quelle che possano essere le intenzioni (peraltro legittime) da parte della proprietà di non indietreggiare e passare la mano, appaia evidente che si ponga sempre più attuale la questione dell’avvicendamento al vertice del sodalizio rossonero.

Un passaggio pressoché obbligato, per garantire la possibilità a nuovi soggetti di mettere nel mirino la scalata al club. Sedici mesi di presidenza-Canonico sono stati un autentico stillicidio, e più che sufficienti per comprendere che con l’imprenditore di Palo del Colle al comando non c’è futuro. In quest’ottica il ruolo che attende i soci di minoranza Pintus e Pelusi nei mesi a venire potrebbe risultare decisivo per dare un indirizzo diverso, più stabile, e soprattutto più decoroso al Calcio Foggia 1920. Di questi tempi se ne avverte davvero il bisogno.

All’indomani dell’arresto del presidente del Foggia Canonico l’Attacco ha intervistato Davide Pelusi.

Non c’è mai pace per il Foggia.

Vero, anche perché in generale il calcio a tutte le latitudini non è semplice. Sono diverse le società che stanno attraversando un momento di difficoltà. Ai massimi livelli di questi tempi capita anche al Liverpool, i risultati però spesso sono lo specchio di ciò che accade anche a livello societario. A Foggia gli alti e bassi sono molto frequenti, purtroppo.

Quanto l’ha sorpresa la vicenda Canonico?

Relativamente, era ormai da qualche tempo che si sussurrava che stesse per accadere qualcosa che lo riguardasse, le voci di corridoio erano sempre più insistenti, diciamo quindi che non ero completamente impreparato. Sono ovviamente amareggiato ed arrabbiato al tempo stesso. Ma preferisco rivolgere il mio sguardo al campo.

Secondo Pelusi il Foggia quanto è in pericolo?

Ritengo che quanto accaduto negli ultimi giorni non è che cambi di molto la scena, tutt’al più la aggrava. Anche se non è possibile in questo frangente capire quali potranno essere i risvolti che gli arresti domiciliari di Canonico potranno comportare. So solo che diventa sempre più difficile quantificare il numero di controversie legali che il club ha in piedi, credo di aver preso il conto, un giorno sì e l’altro pure ci sono soggetti che intraprendono azioni per far rispettare i propri diritti che sono stati disattesi. Quì c’è una questione etica che investe la proprietà che è fondamentale, e che si riverbera in negativo su atteggiamenti e comportamenti che vengono perpetrati, purtroppo.

Che scenario si prefigura all’orizzonte?

Nebuloso ed indefinito. Entro il prossimo mese non credo che si avvertirà alcun tipo di contraccolpo. Viceversa immagino che le prossime scadenze di dicembre saranno la cartina di tornasole su quello che è il reale stato di salute del Foggia. La squadra per il momento rimarrà serena e concentrata sul campo, ad ottobre ha ricevuto regolarmente gli emolumenti riferiti al bimestre agosto-settembre.

Personalmente non ho alcuna possibilità di controllo su quanto accade, sarà interessante a questo punto verificare cosa succederà a gennaio con la riapertura del mercato, devo ritenere che il nuovo tecnico avrà avanzato qualche richiesta specifica per potenziare l’organico. Speriamo che il Foggia nel frattempo resti slegato dalle vicende di Nicola Canonico, sarebbe un guaio se venisse per una qualunque ragione bloccato il conto corrente del club. Anche che qualche sponsor dopo li ultimi eventi potrebbe tirarsi indietro. Ci può stare.

L’arbitrato che riabilita Pelusi nel CdA può in qualche maniera cambiare le carte in tavola?

In qualche modo sì, perché se non altro fa chiarezza e pone delle condizioni che andranno rispettate. Il lodo ha ristabilito le regole, ma ho la sensazione che non muterà quell’atteggiamento di ostilità unilaterale che ho sempre notato verso la mia persona. Si vogliono reiterare vecchi comportamenti verso me e l’altro socio, continuo a notare troppa presunzione ed arroganza. A meno che l’ultima vicenda che ha chiamato in causa Canonico non lo porti a più miti consigli. Talvolta nelle difficoltà ci si ravvede, chissà.

In questi giorni è in contatto con l’altro socio Pintus? State pensando ad una strategia comune?

Certo che sì, lo hanno fatto anche i nostri legali, anche se abbiamo esigenze diverse, profondamente differenti. Ognuno deve proseguire sulla propria strada per tutelare i propri diritti.

La scorsa estate il Foggia ha perso una grande occasione con Salandra?

Non so, anche Canonico inizialmente pareva agli occhi dei più la soluzione ottimale. Certo i presupposti di un imprenditore del calibro di Salandra sono molto diversi, a livello di etica e di capacità. Devo ritenere anche che avrebbero potuto portare a risultati diversi. Ma uso comunque il condizionale. Le somme si tirano sempre alla fine.

La perdita di Zeman e Pavone quanto ha pesato?

Molto, tanto, anche perché tutti in principio pensavano ad un progetto triennale che guardava in prospettiva. In realtà si è trattato invece di una operazione esclusivamente di marketing. Lo dicono i fatti.

Boscaglia prima, ed ora Gallo. Dall’esterno che valutazioni si sente di fare?

E’ molto difficile dare una chiave di lettura che risulti il più possibile attendibile. A distanza devo riconoscere che in pochissimo tempo Gallo ha dettato la svolta, probabilmente dietro le quinte deve essere stato svolto un ottimo lavoro dall’area tecnica, e ci includo ovviamente anche il ds Lauriola e non solo i tecnici. Di Boscaglia posso dire di averci parlato una sola volta, e in quella occasione mi ha confermato che le sue erano decisioni autonome, senza alcun tipo di interferenza. La cosa, devo dire, mi ha un pò sorpreso, ma non ho motivo di credere il contrario, visto che Boscaglia ci ha tenuto anche a sottolineare che a Brescia con un presidente come Cellino ha sempre ragionato con la sua testa.

Se le chiedessero di tornare in sella al Foggia, magari assieme a Pintus, come reagirebbe?

Dico che la tentazione sarebbe forte, il Foggia è parte di me, mi si presenterebbe l’occasione di riattaccare quel braccio che mi è stato staccato. Andrebbero però capite tante cose, occorrerebbe muoversi con molta cautela. Purtroppo credo che ci si stia incamminando verso un punto di non ritorno. Quanto disti questo punto di non ritorno non lo ho ancora ben chiaro.

Ma è proprio così difficile fare calcio a Foggia?

No, tutt’altro. Bisogna essere soltanto chiari sugli obiettivi ed avere le disponibilità economiche giuste, fare i passi giusti e proporzionati alle risorse a disposizione, senza strafare. Foggia calcisticamente è una piazza fin troppo matura per non comprendere progetti su questa falsariga fondati su basi concrete.

Ma oggi i conti del club sono da (s)profondo rosso?

Non credo, anche se bisognerebbe approfondire la situazione. Al di là delle fantasie che si è cercato di far passare non credo che le perdite ad oggi siano davvero così consistenti. Sento parlare di oltre 4 milioni, mi sembra una cifra spropositata. Poi però è chiaro che bisogna distinguere i debiti dalle perdite.

E’ arrivato il momento di pensare al dopo-Canonico?

Zone Transition

Zone Transition

Più che al dopo-Canonico penso che sia giusto che esista sempre un’alternativa ad un possibile fallimento. Una exit-strategy che rappresenti una via di uscita. E’ giusto che esista, oltretutto seve a pungolare chi è in sella a fare meglio.

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