Se è vero che, come evidenziano sistematicamente gli avvocati difensori dell’ex sindaco Franco Landella e degli altri ex eletti coinvolti, la relazione sulle infiltrazioni mafiose nel Comune di Foggia è debole rispetto ai collegamenti tra amministratori e batterie della Società foggiana, è anche vero che uomini legati ai clan si ritrovano sia nelle imprese destinatarie di appalti da parte di Palazzo di città sia nel settore degli alloggi popolari.
L’Attacco è in grado adesso, decifrati tutti gli omissis della relazione, di svelare quali e quanti tra boss, loro luogotenenti e affiliati occupino alloggi gestiti dal Comune di Foggia.
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Si tratta di soggetti organici ai gruppi mafiosi locali o legati da vincoli di parentela o frequentazione con esponenti di rilievo della mafia foggiana. Il caso che sino ad oggi era più noto è quello di Leonarda Francavilla, detta Dina, sorella di Emiliano e Antonello, esponenti di vertice della batteria Sinesi-Francavilla, nonché moglie del boss Mario Lanza – nome di spicco della medesima batteria, con numerosi precedenti penali anche per associazione di tipo mafioso. Lanza è stato coinvolto in importanti operazioni della DDA barese quali Corona, Rodolfo (in cui ha riportato una condanna per estorsione aggravata dal metodo mafioso), Piazza Pulita (in cui è stato condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso). Dina Francavilla, inoltre, è suocera convivente di Antonio Salvatore, anch’egli membro della batteria, arrestato nell'ambito dell'operazione antimafia Decima Azione del novembre 2018 e nell'ambito dell'operazione Decimabis di novembre 2020. Con il genero, la donna fu arrestata nel 2017 per estorsione.
Nel 2016 Dina Francavilla dichiarò, in autocertificazione, di possedere i requisiti previsti dalla legge - ovvero “non avere condanne penali per reati di criminalità organizzata con vincolo associativo collegati alla sussistenza di violazioni gravi, così come disciplinati dal codice penale” - per l'assegnazione di un alloggio popolare in deroga alle graduatorie, e richiese la regolarizzazione del rapporto locativo rispetto all’alloggio occupato sin dal 2010 in via Martiri di via Fani. L’istanza fu accolta con atto del 2018 a firma del responsabile del Servizio Politiche Abitative, Nicola Ruffo.
Al momento dell'adozione del provvedimento di accoglimento dell'istanza presentata dalla donna, il marito convivente Mario Lanza non aveva il requisito richiesto dalla legge, poiché era stato condannato per associazione di tipo mafioso nel 2008 pena di 4 anni di reclusione per il reato di associazione di tipo mafioso (operazione Araba Fenice) e nel 2016 alla pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione (operazione Corona).
“L'assenza del requisito fondamentale per l'accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica in capo al nucleo familiare della Francavilla non era stata rilevata dal Comune di Foggia che, peraltro, come dichiarato dalla dirigente del Servizio Politiche Abitative nel corso dell'audizione, non effettua tuttora alcuna verifica sulle autocertificazioni, prodotte dai richiedenti l'assegnazione di alloggi in deroga alle graduatorie”, hanno scritto la scorsa estate i commissari nella relazione, dopo aver ascoltato l’attuale dirigente Silvana Salvemini. A fine 2020 l’Arca Capitanata, ente proprietario dell'alloggio assegnato alla signora Francavilla, comunicò al Comune di Foggia che l'assegnataria non aveva adempiuto alla regolarizzazione contabile, risultando pertanto morosa. Il dirigente comunale Carlo Dicesare a novembre 2020 avviò il procedimento amministrativo volto alla decadenza dall'assegnazione in sanatoria.
Un secondo caso di alloggio occupato abusivamente da uomini dei clan è quello del 23enne Pasquale Nardella (lo stesso citato rispetto all’ex consigliere comunale Di Fonso), figlio di Antonio e genero del boss mafioso Pasquale Moretti, vertice della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza e figlio dello storico boss Rocco Moretti. In questo caso l’alloggio è in via Frassati.
Pasquale Nardella a gennaio 2020, in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla DDA di Bari, fu arrestato con Leonardo Ciavarella per la tentata estorsione aggravata dall’associazione di tipo mafioso ai danni di un commerciante foggiano. Pasquale Nardella presentò al Comune istanza di regolarizzazione del rapporto locativo dell'immobile occupato senza titolo dal settembre 2011 e, in precedenza assegnato ad altra persona deceduta nel 2019. Nardella disse di possedere i requisiti previsti per il rilascio dell'assegnazione in deroga, specificando che il nucleo familiare residente in quell'alloggio era composto anche dalla moglie Erica Moretti e dal loro figlio. A maggio scorso la dirigente Salvemini spiegò alla commissione di accesso che l'istanza di regolarizzazione presentata da Nardella non era stata esaminata dal competente Ufficio comunale né risultavano adottati da parte del Comune provvedimenti tesi ad ottenere il rilascio dell'immobile occupato abusivamente.
Un terzo caso riguarda Francesca Portante, figlia di Nicola, a carico del quale risultano pregiudizi di polizia in materia di stupefacenti. L’uomo è considerato contiguo alla batteria Moretti-Pellegrino-Lanza. A settembre 2020 Dicesare dispose il rilascio dell'immobile abusivamente occupato ma dopo alcuni mesi, quando è stata stilata la relazione per il Viminale, il provvedimento non risultava ancora essere stato portato ad esecuzione.
Nell'elenco dei provvedimenti di assegnazione di alloggi in deroga alla graduatoria, adottati dal Comune di Foggia, acquisito dalla commissione di indagine, risulta che, nel periodo tra il 15.07.2015 ed il 18.05.2021, i provvedimenti di tale tipologia sono stati 257. Tra tali beneficiari ci sono molti nomi legati alle batterie.
A giugno 2017 fu accolta la domanda di regolarizzazione presentata da Anna De Guglielmo, moglie del pregiudicato Domenico Aprile, cognata di Alessandro Aprile. Domenico Aprile fu deferito all’Autorità giudiziaria nel 2005, unitamente al padre e al fratello Giuseppe, per concorso in estorsione, tentato omicidio, porto e detenzione di armi, aggravati, perché avvalendosi con associazione di tipo mafioso posero in essere attività estorsiva a danno degli imprenditori Pasquale Galano e Giuseppe di Foggia. Nel 2017 fu regolarizzata anche la situazione di Sandra Dei, nipote del capo batteria Roberto Sinesi, moglie dello zio materno di Antonio Salvatore. La donna risulta deferita per frodi in materia di prestazioni previdenziali ai danni dell'INPS. A luglio 2020 fu accolta l’istanza di un’altra nipote del boss, Sara Dei, figlia del cognato del capo mafia. Nel 2017 il Comune disse sì ad Anna Maria Pignatiello, compagna di Alessandro Lanza, legato ai Sinesi-Francavilla come il fratello Mario, con lui arrestato nell'operazione Piazza Pulita, oltre che condannato per associazione di tipo mafioso.
Risale sempre al 2017 l’accoglimento dell’istanza di regolarizzazione presentata da Maria Altomare Lo Mele, sorella di Flavio Lo Mele, che fu assassinato nel 1999 nella guerra di mafia in corso quell'anno tra le batterie dei Sinesi-Francavilla e dei Moretti-Pellegrino-Lanza. Flavio aveva sposato Leonarda Francavilla, sorella di Giuseppe e Ciro, condannata per associazione mafiosa nel 2006 (operazione Araba Fenice), cugina dell'omonima Dina e di Antonello ed Emiliano Francavilla.
Nel 2018 fu regolarizzata dal Comune Incoronata Perdonò, sorella di Massimo, pregiudicato della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza nonché genero del boss Rocco Moretti, recentemente condannato per associazione mafiosa e per estorsioni aggravate dal metodo mafioso (Decima Azione). Nel 2019 fu accolta la domanda di Roberto Bruno, figlio di Giovanni (assassinato nell'ambito di una delle guerre di mafia da Franco Vitagliano) e Luigia Lanza. Roberto Bruno è nipote del boss Vito Bruno Lanza, recentemente condannato per associazione mafiosa.
Nel 2016 Roberto Bruno, ritenuto appartenente ai Moretti-Pellegrino-Lanza, rimase gravemente ferito a seguito dell’agguato in cui perse la vita Roberto Tizzano. Roberto convive con la madre Luigia, figlia del boss Vito Bruno Lanza. Quest'ultima, unitamente al padre, è coinvolta nell'operazione Baccus per usura.
La sentenza di assoluzione della donna, all'esito del relativo giudizio in data 22 aprile 2021, è stata annullata dalla Corte di Cassazione, che ha accolto la richiesta della Procura Generale di Bari e della Fondazione Antiusura Buon Samaritano, rinviando gli atti alla Corte di Appello di Bari per la celebrazione di un nuovo giudizio dinnanzi ad altra sezione della stessa Corte.
“La commissione ha, inoltre, evidenziato che tra i beneficiari dei provvedimenti di assegnazione vi sono mogli, figli o affini di esponenti di spicco della Società Foggiana, ammessi a godere di un tale importante beneficio prioritariamente rispetto ad altri richiedenti (in tutto 323) e nell'assoluta assenza di un criterio cronologico nella trattazione delle pratiche”, sottolinea la relazione prefettizia.
“Non so dirvi che criterio veniva seguito per l'evasione di tali pratiche”, ha affermato Salvemini a maggio ai commissari. “Dalla consultazione dell'elenco relativo ai beneficiari, che prima del mio arrivo non esisteva, escludo che possa essere stato seguito un criterio cronologico in quanto ad esempio relativamente all'annualità 2015 sono presenti sia pratiche evase che pratiche non evase”.
Nell’elenco dei 323 richiedenti la regolarizzazione del rapporto locativo, presentate al Comune di Foggia da altrettanti occupanti sine titulo, le cui pratiche risultano tuttora pendenti, la commissione ha riscontrato la presenza di soggetti appartenenti alla criminalità organizzata o contigui alla stessa. C’è Maria Ferrantino, moglie del boss Raffaele Tolonese, elemento di vertice della batteria dei Trisciuoglio-Tolonese-Prencipe, con precedenti penali per reati associativi. Come pure Rosaria Lo Mele, sorella di Maria Altomare Lo Mele, soggetto contiguo ad esponenti di rilievo della mafia foggiana. Rosaria Lo Mele è la moglie di Paolo Fernando Mancini, arrestato nell’operazione della DDA Osiride, relativa ad alcune estorsioni realizzate da esponenti della Società Foggiana nel settore delle onoranze funebri con l'intento di acquisirne il controllo. Carmela Lo Mele, sorella di Rosaria, ha pure presentato istanza di regolarizzazione del rapporto locativo. E’ la moglie di Ciro Caione, condannato alla pena di 2 anni e 2 mesi di reclusione per associazione mafiosa (operazione Araba Fenice). La stessa istanza è stata presentata da una terza sorella, Ida Lo Mele.
Zone Transition
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E ancora, ci sono: Rita Sciusco, moglie del boss Vito Bruno Lanza; Valeria Esposito, moglie di Savino Lanza, recentemente condannato per associazione mafiosa; Giovanna D’Agrippino, moglie di Leonardo Lanza, condannato per associazione mafiosa; Rosa De Cillis, moglie di Fabio Tizzano, arrestato nell'ambito dell'operazione Decima Azione (uomo della Società Foggiana, fratello di Francesco Tizzano, condannato in Decima Azione a 18 anni di reclusione in quanto giudicato colpevole di alcune estorsioni e di associazione mafiosa); Nicoletta Saliani, moglie di Cosimo Damiano Sinesi, recentemente condannato per associazione mafiosa (Decima Azione), nipote del boss Roberto Sinesi; Maris Lanza, figlia di Dina Francavilla e Mario Lanza, nonché moglie di Antonio Salvatore.