Sono trascorsi alcuni giorni dall’operazione Radici – sul sistema messo in piedi da imprenditori, agronomi e dirigenti regionali per ottenere illecitamente i fondi pubblici del PSR Puglia – ma quanto scoperto da Procura di Bari e Guardia di Finanza è ancora l’argomento caldo nel Gargano e in tutta la Capitanata.
Del resto si tratta di ben 21 indagati, 6 dei quali arrestati, in netta prevalenza originari o operanti nella Montagna del Sole.
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Da quel giorno si trovano ai domiciliari gli imprenditori garganici Matteo Fasanella, Nunzio Nargiso, Nicola Biscotti, Francesco Nasuti e il consulente agronomo Antonio Simone, di Vico del Gargano.
E’ invece chiuso in carcere il foggiano Lorenzo Mazzini, funzionario del dipartimento Agricoltura della Regione in servizio alla sezione di Foggia e presunto dominus dell’intero sistema.
Sono di Peschici gli imprenditori agricolo-forestali Nicola Biscotti e Vincenzo Rocco Elia Biscotti, rispettivamente figlio e padre, come pure Matteo Fasanella. Loro concittadina è Dina D’Amato, legale rappresentante di Cala Lunga spa, ovvero la famiglia D’Amato titolare di varie strutture turistico-ricettive.
Ci sono poi Dino Bianchi di San Giovanni Rotondo (residente a Pescara) i foggiani Angela Patrizia Foglio (amministratrice unica della cooperativa Tenuta Umbra) e Angelo Raffaele Gentile (residente a Peschici), Grazia Marino di Napoli (ma residente a Peschici), l’apricenese Nunzio Nargiso (legale rappresentante della Agri Verde), il montanaro Francesco Nasuti (residente a Vieste).
Non si tratta del primo guaio giudiziario per Mazzini, che fu implicato in indagini anche svariati anni.
Dopo quel fattaccio fu spostato dall’Ispettorato dell’Agricoltura all’Ufficio foreste.
Di recente il direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione, Gianluca Nardone, ha firmato un ordine di servizio per trasferirlo all’Incremento ippico, ma Mazzini è rimasto al proprio posto dopo l’intervento del segretario generale UIL FPL Luigi Giorgione.
Mazzini è infatti dirigente sindacale e per il trasferimento dei dirigenti sindacali serve il nulla osta della sigla di rappresentanza. Il dipendente regionale, in servizio presso la Sezione Coordinamento dei Servizi Territoriali di Foggia, era fra l’altro addetto all’istruttoria tecnico-amministrativa delle domande di partecipazione al bando regionale relativo al Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014/2020 – Sotto Misura 8.5 denominato “Aiuti agli investimenti destinati ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali”.
Secondo il GIP, Lorenzo Mazzini “dopo avere preso contezza della pendenza presso il proprio ufficio della domanda di partecipazione al bando da parte dell’azienda agricola di Orsara di Puglia Eredi Fragassi Antonio e dopo avere atteso che l’azienda fosse collocata in graduatoria in posizione utile per l’ulteriore corso della procedura, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, prendendo reiteratamente contatti con l’azienda Fragassi e con il progettista, compiva atti idonei diretti univocamente a costringere quest’ultimo (e, suo tramite, l’azienda di cui era consulente) a promettergli/dargli indebitamente – in cambio della risoluzione delle problematiche inerenti alla consegna tardiva della documentazione – somme di denaro ben determinate (segnatamente la somma di “500 euro per iniziare” e, a seguire, altre imprecisate somme di denaro per “ungere le ruote”), non riuscendo tuttavia nell’intento criminoso per cause indipendenti dalla sua volontà (segnatamente, per il rifiuto opposto sia dal progettista che dai rappresentanti dell’azienda)”.
Il no fu secco da parte dell’impresa, di cui sono titolari fratelli del noto cooperativista Ugo Fragassi.
Uno dei più conosciuti tra gli imprenditori coinvolti è il peschiciano Matteo Fasanella, legale rappresentante del Consorzio Biase-Fasanella, attivissimo nella zona del Gargano nord.
Un imprenditore leader nel settore dei trabucchi, come dimostra quanto avvenuto quello stesso 11 novembre – giorno dell’operazione Radici – negli uffici del Parco nazionale del Gargano.
L’ente ha autorizzato il subappalto a Fasanella da parte della molisana Nikante Costruzioni srl, che si è aggiudicata a giugno la gara per i lavori di ricostruzione dei trabucchi di Vieste per l’importo di 252.296,54 euro. Un subappalto pari al 30% (81mila euro) al Consorzio peschiciano che nel 2018 si aggiudicò per 32mila euro i lavori di ricostruzione del trabucco di Rodi Garganico. Fondi pubblici, dal momento che per recupero e valorizzazione dei trabucchi storici del Gargano la Regione Puglia ha stanziato 870.000 euro, mentre l’ente Parco ha cofinanziato l’iniziativa per 75.000 euro.
Zone Transition
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Sono numerosi anche gli agronomi interessati dalle indagini: Antonio Bernardoni di Revere, residente a Bitetto; i vichesi Carlo Cilenti, Orazio Cilenti, Davide Vergura, Antonio Simone (detto Nino) e Michele Elia Fasanella; Angelo Marino di Colle Sannita, residente a San Marco dei Cavoti; il carpinese Nicola Maria Trombetta. Marino è da settembre presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forpstali della Provincia di Benevento. Il profilo più pubblico in Capitanata è senz’altro quello di Trombetta, che fu sindaco nella sua Carpino tra il 2002 e il 2007 e da allora è stato ininterrottamente in consiglio come presidente, assessore e (adesso) consigliere di minoranza. Al contempo, Trombetta svolge da anni il ruolo di direttore del GAL DaunOfantino di Manfredonia. Stando ad alcuni beninformati, Trombetta si ritroverebbe suo malgrado coinvolto dalle indagini perché col collega Orazio Cilenti stava curando il progetto per conti dell’impresa del montanaro Francesco Nasuti. I due poi, sempre a detta di tali fonti, avrebbero rinunciato all’incarico nel momento in cui avevano subodorato una situazione inopportuna.