“Ci sono evidenti discrepanze tra quanto emerge dalle indagini e quello che in modo del tutto confuso ha raccontato l’indagato, Emanuele Carella. Ci sono molti dubbi”.
I dubbi diventano domande, sollevate in queste ore dall’avvocata Ilaria Zedda, che difende con l’avvocato Maurizio D’Andrea di Foggia l’operaio 21enne accusato di omicidio volontario per la morte del collega e coinquilino Paolo Troccola, quest'ultimo anch'egli foggiano, avvenuto nel Picentino.
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“Carella era davvero da solo in casa, a Niviano, con Troccola? Qualcuno lo ha aiutato? Chi c’era realmente in quella casa la sera del 9 novembre?”, chiede l’avvocata Zedda. Aggiunge: “Lui è molto confuso, ha fatto cenno a sue responsabilità poi ritrattate. C’è confusione”.
Il 5 dicembre sarà riaperto l’appartamento di via Monti, rimasto sigillato in questi 18 giorni. Ci saranno le forze del Ris di Parma, il Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, per accertamenti irripetibili. E come consulente di parte, nominata dalla difesa, interverrà in via Monti anche la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone.
Paolo Troccola sarebbe stato ucciso da almeno 30 coltellate. È quanto si apprende dall’autopsia eseguita dal medico legale Maurizio Merlano di Pavia, nominato dalla procura e affiancato dalla collega Francesca Ambrosetti, incaricata dai familiari di Emanuele Carella, il 21enne incriminato di omicidio volontario.
Zone Transition
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I legali della famiglia Troccola spiegano: “È stato detto che Troccola, una persona perbene, avrebbe insultato la sorella di Carella. Ma onestamente questa storiella non regge, per niente”.
(Fonte: liberta.it)