“Canonico mi avvertì delle intercettazioni”. Queste le parole dell’ex consigliere regionale e avvocato Giacomo Olivieri, uno dei principali indagati nell’inchiesta “Codice Interno” sul presunto scambio elettorale politico-mafioso, durante un interrogatorio andato in scena lo scorso 6 maggio. Il diretto interessato (che non è indagato in questo filone d’indagine), l’attuale patron del Foggia Calcio, ha smentito tale ricostruzione.
Olivieri ha ammesso di aver “pagato” per i voti che nel 2019 sono andati alla moglie Maria Carmen Lorusso, candidata al Comune di Bari nelle file del centrodestra e per questo finita ai domiciliari. Ma, ha detto, non sapeva che quelli a cui si è rivolto (Tommaso Lovreglio, Gaetano Strisciuglio) erano presunti mafiosi. E comunque a Japigia quei contatti gli avrebbero portato “12 voti”.
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L’interrogatorio, poi, virerà sull’episodio delle fughe di notizie. “Al 99 per cento ricordo che è lui (Canonico, ndr) - ha spiegato Olivieri agli inquirenti -. Vorrei riservarmi un 1 per cento per non inguaiare una persona, però se ascolto la voce sono sicuro al 100 per cento. Canonico aveva, immagino, ascoltato qualcuno che gli aveva detto che c’era un’inchiesta, che c’erano pedinamenti…”.