Stop di Valiante a due imprese edili, fari puntati sui Tabanelli. Presunta protezione mafiosa emersa in Omnia Nostra

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Affondano verosimilmente nelle indagini della maxi operazione antimafia Omnia nostra le ragioni delle due interdittive antimafia adottate nei giorni scorsi dal prefetto di Foggia Maurizio Valiante nei confronti di due imprese edili di Manfredonia riferite ai fratelli costruttori Tabanelli, insieme ad una terza relativa invece a impresa agricola di Rignano Garganico nuovamente interdetta dopo il controllo giudiziario. Probabilmente nemmeno dopo il commissariamento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose nel 2019 a Manfredonia si era davvero compreso quanto fosse penetrante la pressione della quarta mafia e del clan locale denominato negli scorsi anni Romito-Ricucci-Lombardi-La Torre. Lo si sta capendo meglio dopo le indagini della DDA che nel 2021, con Omnia Nostra, coinvolsero ben 48 indagati, 32 dei quali arrestati. Il procedimento giudiziario che è scaturito è ora in corso davanti alla Corte d’appello di Bari, dopo le condanne già arrivate in primo grado

Tra i vari episodi contestati dall’accusa c’è quello del 14 luglio 2018, quando il sipontino Pietro La Torre e il foggiano Massimo Perdonò (della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza, nipote acquisito del boss Rocco Moretti) avrebbero minacciato di morte – anche con una pistola – il pregiudicato Nicola Ricciardi affinché fossero restituiti veicoli e attrezzature rubati pochi giorni prima alle imprese Tabanelli Primo srl e Tabanelli srl dei fratelli Tabanelli, considerati dall’accusa sotto la protezione del clan.

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“Con l'aggravante di essersi avvalsi delle condizioni previste dall'art. 416bis c.p. ed al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa”, riportavano i pm della DDA nell’avviso di conclusione delle indagini, “tanto in considerazione delle qualità personali di la Torre e Perdonò, organici ad associazioni mafiose alleate tra loro, delle ragioni poste a fondamento della minaccia, da individuarsi nell'esigenza di favorire  Leonardo e Giovanni Tabanelli, imprenditori di Manfredonia sotto la protezione dell'associazione mafiosa, e delle modalità della condotta illecita, volta a rafforzare la consapevolezza altrui dell'attuale forza intimidatrice della struttura criminale di appartenenza”. 

“L’interessamento di La Torre e Perdonò per il recupero dei mezzi rubati ai fratelli Tabanelli è stato espressione dell’attività dell'associazione criminale operante a Manfredonia, allo scopo di realizzare una sorta di giustizia privata a tutela di soggetti sottoposti alla “protezione” del sodalizio”, le parole del gip nell’ordinanza.  

Dopo la notizia delle interdittive, a Manfredonia le indiscrezioni che circolano da giorni riconducono l’intervento prefettizio alle imprese di Giovanni e Leonardo Tabanelli, seconda generazione impegnata nell’edilizia, dopo oltre 50 anni. L’impresa principale è la Tabanelli Primo srl, che offre servizi diretti a privati, imprese e amministrazioni pubbliche. Dapprima fu impresa individuale, poi nel 2013 avvenne la costituzione come società a responsabilità limitata. Oggi ha un capitale sociale di 100mila euro, controllato al 50% da ciascun fratello, e 18 addetti. Il legale rappresentante è Leonardo, classe 1971. La sede è presso l’area industriale del parco Sopim, dove tuttora è visibile lo scheletro dell’ex stabilimento giapponese Ajnomoto. Nel 2022 si aggiudicò dal Consorzio per la bonifica della Capitanata i lavori di sistemazione idraulica del canale Santa Maria dell’Ischia (Rapulla) e messa in sicurezza della sp 42 bis, gara che partiva da 1.388.262,89 euro; dal Consorzio di bonifica del Gargano l’appalto per la manutenzione del torrente Carbonara a Mattinata, che con variante ha superato il milione di euro. 

Nel 2020 l’impresa ottenne i lavori di sistemazione idraulica del torrente Acquamela in agro di Cerignola e, in ati con SPIM srl, gli interventi rivolti all’attivazione e all’esercizio dei sistemi di collettamento e riutilizzo in agricoltura delle acque reflue urbane a servizio del Comune di Margherita di Savoia. Alla Tabanelli Primo srl nei giorni scorsi Arca Capitanata ha liquidato una parte del pagamento dovuto all’impresa. A partire da novembre 2022, la cabina di regia istituita presso la Prefettura di Foggia ha avviato un importante programma volto allo sgombero e al recupero degli alloggi di proprietà di Arca Capitanata occupati senza titolo in Capitanata e, in particolare, nei comuni di Foggia, Manfredonia, San Severo e Cerignola. Degli alloggi ad oggi sgomberati ventisette sono nelle disponibilità di Arca Capitanata in attesa di essere ristrutturati, interventi del valore di 1.006.400 euro. 

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La Sezione Politiche Abitative della Regione Puglia, lo scorso anno, impegnò in favore di Arca Capitanata l’importo di 796.058,85 euro per fronteggiare le richieste e l’ex IACP di via Caggese individuò 21 alloggi da ristrutturare, raggruppati in cinque lotti. Tra questi rientra il lotto E, per un importo complessivo di finanziamento pari a 145.520 euro, comprendente immobili a Foggia (via degli Aviatori e via Padre Angelico da Sarno) e Manfredonia (piazza Giannone e via Martiri di Cefalonia). E’ questo il lotto che, per l’esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria, ha visto l’individuazione della Tabanelli Primo srl, con affidamento per un importo lordo di 107.000 euro.

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