Pazienza audito all’Antimafia, Pellegrini: “Sconcertato. Legalità gli stava a cuore? Condotta doveva essere altra”

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Dopo gli ambientalisti anche dal M5S piovono reazioni critiche alle dichiarazioni rese dal presidente del Parco nazionale del Gargano Pasquale Pazienza davanti al XV Comitato della Commissione parlamentare antimafia. Avvenne il 3 agosto 2021, a presiedere il Comitato dedicato alle mafie pugliesi il senatore M5S foggiano Marco Pellegrini. Il tema era il rischio di infiltrazioni mafiose nell’ente di Monte Sant’Angelo, che gestisce centinaia di milioni di euro, fondi pubblici che non possono che far gola in un territorio dominato dai clan della Quarta mafia

“Sono rimasto anche io sconcertato”, afferma a l’Attacco Pellegrini. “Dall’atteggiamento iniziale sembrava che per il presidente Pazienza la convocazione fosse avvenuta sulla base della lettura dei giornali ma non era così e gliel'ho dovuto ripetere infinite volte in quella sede. La convocazione avvenne per cose emerse in precedenti audizioni, più che autorevoli, nel corso delle quali si era parlato anche dell’ente Parco. L’audizione di Pazienza era volta a trattare anche il caso della nomina del direttore facente funzioni, un ruolo davvero importante. Di fronte a dubbi e inopportunità - e mi limito a definirli così - mi sarei atteso che un ente tanto importante prestasse un'attenzione particolare alla nomina. Pazienza spiegò di aver interpellato per due volte i responsabili di area per sondarne disponibilità o preferenze, gli chiesi se ci fosse un verbale di quelle riunioni e quale fosse il principio seguito, come pure quale rotazione ci sia stata dopo di allora”. Fonti interne all’ente raccontano una versione differente e c’è lo scambio di note tra Pazienza e l’ex direttrice f.f. Carmela Strizzi che testimonia che una disponibilità era poi pervenuta senza alcun esito. “Per me l’ente doveva preferire un'altra soluzione”, continua Pellegrini. “Inoltre Pazienza disse in audizione di aver letto l’atto definitivo della Cassazione sulla incandidabilità di Totaro solo dopo e di aver a quel punto compiuto una istruttoria. Gli chiesi come l’avesse fatta: è emerso che l’istruttoria fu realizzata dal presidente senza interpellare né l’Avvocatura dello Stato né un legale che potesse consigliarlo, fu fatta direttamente da lui sulla base delle carte, ovvero accogliendo la tesi del difensore di Totaro e non quanto affermato dalla Corte di Cassazione. E’ un percorso abbastanza strano. La questione del Parco è di importanza tutt'altro che trascurabile nella nostra provincia. Il professor Pazienza escluse del tutto, in audizione, l'eventualità di rischi di condizionamenti e pressioni e lo disse sulla base della sua esperienza di presidente e ciò che aveva visto e sentito. Io sarei molto felice da cittadino se fosse come dice lui ma credo che legittimamente la Commissione antimafia abbia compiuto tale approfondimento. L’ente opera in un territorio che è epicentro della mafia garganica”. E dopo l’audizione cosa è avvenuto? “Abbiamo trasmesso gli atti, su mia richiesta votata all'unanimità, al Ministero vigilante, ovvero il Ministero dell'Ambiente. La Commissione antimafia ha sentito l'esigenza di trasmettere quanto è emerso proprio con particolare riferimento al direttore facente funzioni del PNG”. Il Ministero è stato chiamato in causa due volte dal docente Unifg, che ha sottolineato come Roma non sia mai intervenuta sul caso Totaro e nemmeno a seguito dell’ispezione successiva al licenziamento dell’ex direttrice effettiva Maria Villani. “Visto che Pazienza dice di avere molto a cuore la legalità in cui opera l’ente, mi sarei aspettato che segnalasse lui la questione Totaro al Ministero o che si premurasse di sapere se qualcun altro nel PNG l’avesse segnalato”, rileva Pellegrini. “Quanto alla ispezione ministeriale fui io a chiederla con una interrogazione parlamentare. Non ne conosco l’esito, quindi non so come saperlo lui. Di certo c’è che il PNG è stato censurato più volte proprio per come ha gestito la procedura di selezione del direttore effettivo”. L’attesa è ora per la pubblicazione della relazione conclusiva della Commissione antimafia. “Abbiamo approvato le relazioni dei vari Comitati martedì scorso in Commissione antimafia, verranno pubblicate nelle prossime settimane”, fa sapere il senatore pentastellato. “Spero che l'attenzione sulle tematiche relative al Parco da parte delle comunità non si allenti ma resti sempre alta”. “L’audizione del professor Pazienza ci lascia basiti. Dimostra ancora una volta che sui temi della legalità e sulla questione della nomina di Totaro a direttore facente funzioni c’è stata una totale superficialità da parte del presidente Pazienza, il quale sembra quasi non sapere che quella persona fosse stata dichiarata incandidabile”, commenta a l’Attacco l’europarlamentare M5S Mario Furore.
“Mi appare strano che un presidente dica di aver letto di aver letto la sentenza definitiva della Cassazione solo dopo la nomina e ad ogni modo non ha fatto niente a seguito della lettura. Non si è attivato nemmeno dopo aver capito che era una nomina quantomeno inopportuna viste le vicende che hanno interessato Monte Sant’Angelo. Peraltro, il presidente Pazienza ha citato la tesi difensiva di un noto professionista legato al senatore Pellegrini ma, guarda caso, non ha parlato della sentenza e ha detto non di averla letta prima della nomina. Quindi anche questo mi pare incongruo nella ricostruzione dei fatti resa da Pazienza, non ci convince affatto. Faccio invece i complimenti a Marco Pellegrini, che in maniera molto oggettiva e apartitica ha compiuto tale approfondimento con tutto il Comitato e la Commissione antimafia. Si parla di legalità, la Commissione non agisce per colore politico ma perché ci sono questioni da approfondire. Sono aspetti che evidentemente sfuggono a qualcuno. Li ringrazio per il loro lavoro, le cui risultanze sono state trasmesse al Ministero dell’ambiente. Mi auguro che dopo tale trasmissione il Ministero vigilante prenda una posizione”, puntualizza infine Mario Furore.

 

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