Si sentono perseguitati dalla Prefettura di Foggia i tre soci dei Bagni Bonobo di Siponto, dopo che all’impresa Biessemme srl lo scorso 27 aprile è stata riconfermata l’interdittiva antimafia adottata quattro anni fa.
Era il 5 novembre 2018 e il prefetto era Massimo Mariani. Era trascorso allora poco più di un anno dalla strage di mafia del 9 agosto 2017, quando il boss sipontino Mario Luciano Romito fu ucciso insieme a suo cognato e a due innocenti agricoltori, i fratelli Luciani. Nello stesso periodo dell’interdittiva all’impresa considerata sotto l’influenza dei Romito, la Prefettura vagliava la richiesta al Viminale di poter dare il via all’iter di accesso volto a verificare la sussistenza di infiltrazioni mafiose al Comune di Manfredonia, iter conclusosi a ottobre con il commissariamento.
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Poi, ad aprile 2020 Biessemme srl fu ammessa al controllo giudiziario dalla Corte di Appello di Bari, che nominò l’avvocato Tommaso Covella amministratore giudiziario e la dottoressa Giulia Romanazzi in qualità di giudice delegato al procedimento.
L’amministratore unico Francesco Romito detto Checco, l’ex consigliere comunale Antonio Conoscitore (per un certo periodo delegato ai rapporti con l’Agenzia del turismo, poi dichiarato incandidabile a seguito del commissariamento per mafia del consiglio comunale) e Pasquale Capuano due anni fa pensarono di vedere la luce in fondo al tunnel, grazie all’ammissione al controllo giudiziario. Nei giorni scorsi si stavano preparando alla riapertura per un’altra stagione estiva.
Il lido-ristorante è da anni il centro nevralgico della movida del Golfo, un locale che macina decine di migliaia di euro di incasso a sera e che ha dato lavoro ad una ventina di dipendenti. Nei mesi caldi era normale vedere le auto incolonnate sul lungomare di Siponto per raggiungere i Bagni Bonobo, la meta più cool per ballare in riva al mare e godersi una cena a base di pesce.
Adesso, a meno di una sospensiva da parte del TAR (un’ipotesi che comunque richiede diverse settimane), è improvvisamente saltata l’estate 2022 per i tre soci.
Sono passati 4 anni, sono cambiati tre prefetti (Massimo Mariani, Raffaele Grassi e l’attuale Carmine Esposito) ma il convincimento dello Stato – tramite l’Ufficio territoriale del Governo – è che l’impresa continui a essere soggetta a possibili condizionamenti e infiltrazioni mafiose.
Venerdì scorso il Comune di Manfredonia ha revocato le autorizzazioni e concessioni, azione obbligata dopo l’interdittiva: via la SCIA per l’avvio di nuova attività di stabilimento balneare e annessa attività di somministrazione di alimenti e bevande, via le concessioni demaniali marittime per lo stabilimento balneare. Con lo stesso provvedimento della dirigente all’Urbanistica Palazzo San Domenico ha disposto che l’area demaniale marittima in concessione, con tutti i relativi manufatti ed opere, vengano lasciate libere entro 30 giorni dalla notifica dell’atto.
Risale a gennaio 2019 l’interdittiva antimafia anche nei confronti dell’agenzia di onoranze funebri di Grazia Romito, sorella di Mario Luciano e Michele Antonio (quest’ultimo padre di Francesco). Mentre è di febbraio scorso l’interdittiva per la Bar Centrale sas di Francesco Romito, che gestisce il ristorante sulla scogliera “Guarda che luna”, gestito di fatto da Michele Antonio.
Un atto prefettizio, quest’ultimo, assunto anche sulla base delle recenti risultanze investigative dell’operazione Omnia Nostra, in cui Michele Antonio Romito non è indagato ma citato più volte. In quell’ordinanza il GIP della DDA barese fa emergere chiaramente il convincimento degli inquirenti circa l’attualità del legame tra Michele Antonio e il clan, oggi riorganizzatosi in Romito-Ricucci-Lombardi-La Torre e protagonista da lungo tempo di una sanguinosissima guerra coi Montanari, ovvero i Libergolis (guerra che costò la vita nel 2009, a Siponto, anche ad un altro fratello, Franco).
Nel giro di pochi giorni la famiglia Romito è passata dall’entusiasmo per la riapertura del “Guarda che luna” – grazie all’ordinanza cautelare del TAR che ha momentaneamente sospeso l’interdittiva – alla mazzata del nuovo provvedimento contro i Bagni Bonobo. “Nel 2018 sulla base di supposizioni sul “più probabile che non” venimmo travolti da un’interdittiva antimafia. Provammo a difenderci con tanta sofferenza e pazienza e riuscimmo ad ottenere il controllo giudiziario, grazie al quale riuscimmo ad aprire e svolgere la nostra attività dimostrando in 2 anni costantemente al professionista incaricato dal tribunale penale che la società Biessemme srl, titolare del lido Bagni Bonobo, era estranea a qualsiasi contesto criminale”, ha commentato Francesco Romito a nome anche di Conoscitore e Capuano.
“Appena qualche settimana fa l'amministratore giudiziario, nella sua relazione finale dopo due anni di attività dichiarava che “per l'intera durata della misura del controllo giudiziario, la Biessemme srl ha tenuto un comportamento collaborativo e costruttivo, fornendo tutte le informazioni, notizie e documenti richiesti ai fini del corretto espletamento dell'incarico. Non vi sono mai stati segnali e/o circostanze che abbiano potuto far presumere che la società abbia operato in un contesto diverso da quello legale”. Purtroppo solo qualche giorno fa la Prefettura di Foggia ha inteso confermare nonostante ciò la misura interdittiva non solo con dubbi rispetto alla corretta procedura prevista dalla legge a tutela del diritto di difesa e del diritto al contraddittorio ma colpendo, a pochi giorni dall'avvio della stagione estiva, i titolari del lido unitamente ai dipendenti ed alle loro famiglie. Ad oggi ti rendi conto che è quasi impossibile difenderti contro un Gigante potentissimo che attraverso quella che dovrebbe essere una misura preventiva finisce per determinare una vera e propria sanzione”, ha stigmatizzato Romito.
Zone Transition
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“Allo stesso momento ritentiamo che sia assolutamente giusto informare i cittadini con articoli di stampa ma è ugualmente giusto non scrivere “Il Comune revoca le concessioni al lido dei Romito” quanto piuttosto “il Comune revoca le concessioni al lido di Francesco Romito, Antonio Conoscitore e Pasquale Capuano”! Infine, vogliamo ribadire che abbiamo sempre avuto fiducia nella magistratura e continueremo ad averla anche questa volta certi che il nostro operato è sempre stato improntato al rispetto delle norme motivo per il quale nei prossimi giorni ricorreremo contro questo nuovo atto della Prefettura informando già dalla prossima settimana la nostra clientela che ci ha sempre mostrato fiducia in questi anni sui successivi sviluppi”.