La compagnia carabinieri di Vico del Gargano ha coordinato le operazioni connesse all’epilogo di una complessa attività d’indagine di contrasto al “Caporalato”, dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di imprenditore agricolo 53enne di Cagnano Varano, con gravi precedenti di polizia, ritenuto responsabile, in concorso, del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (artt. 603 bis e 110 c.p.).
Le indagini condotte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, con l’ausilio dei reparti del comando provinciale carabinieri e il locale nucleo cc ispettorato del lavoro, hanno origine dall’incidente stradale mortale avvenuto il 6 agosto 2018, a Lesina in località "Ripalta" sulla SS 16, dove 14 cittadini africani subsahariani, a bordo di un furgone Ford "Transit" diretti a Termoli e provenienti da Capojale di Cagnano Varano, hanno impattato frontalmente con autoarticolato. Nel sinistro, per le gravissime lesioni riportate, morirono 12 braccianti e due subivano gravi ferite.
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Nell’immediatezza, il personale della stazione cc di Lesina espletò il difficile compito di effettuare i rilievi del sinistro, mentre la sezione operativa del Nor della compagnia cc di San Severo disimpegnò il complesso accertamento per risalire all’esatta identità delle vittime, operazione portata a compimento mediante la verifica delle impronte papillari.
L’evento ebbe ampia risonanza mediatica e richiamò l’attenzione delle autorità nazionali sulla provincia di Foggia nell’ambito della problematica riguardante lo "sfruttamento" della manodopera agricola straniera, della condizione e sicurezza dei luoghi di lavoro, del degrado alloggiativo dei braccianti e del loro trasporto con veicoli inadeguati e fatiscenti.
Al riguardo, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, che ha avviato e sviluppato una complessa attività d’indagine, in collaborazione con il nucleo cc ispettorato del lavoro di Foggia, ha fatto emergere che nei mesi di luglio-agosto 2018 l’allora 51enne cagnanese e il figlio 26enne hanno assunto e impiegavano nei loro terreni per la raccolta di pomodori 17 braccianti agricoli nord africani, reclutati da un “caporale” extracomunitario 39enne (deceduto nell’incidente), sottoponendoli a sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno che veniva desunto dalle condizioni di lavoro accettate e dalle condizioni degli alloggi in cui erano costretti a vivere caratterizzate da case rurali, distanti dai terreni di lavoro, privi di porte, finestre, servizi igienici e acqua corrente.
Dalle indagini svolte è emerso che i 14 braccianti nordafricani coinvolti nel sinistro del 6 agosto 2018, di età compresa dai 21 ai 41 anni, quella mattinata avevano svolto l’attività di raccolta di pomodori sui terreni dell’azienda agricola della località marina di Capojale.
Grave il quadro indiziario emerso a carico dei due indagati: reiterata retribuzione dei braccianti gravemente sproporzionata, metodica violazione della disciplina degli orari di riposo dei lavoratori, violazione della normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e sottoposizione dei lavoratori a condizioni di lavoro degradanti. Tutte risultanze documentate dalle dichiarazioni rese da altri braccianti e da quelli sopravvissuti all’incidente stradale, dalle consulenze tecniche svolte e dall’analisi delle documentazioni aziendali.
Determinante, ai fini dell’attività investigativa, la difficile analisi e “decifrazione” a opera del pm, di un block notes, rinvenuto all’interno del furgone Ford “Transit” il giorno dell’incidente, mediante il quale l’inquirente riusciva a documentare che quel manoscritto altro non era che il "brogliaccio" promemoria usato dagli intermediari per l’impiego degli extracomunitari.
I collegamenti riguardanti le responsabilità dell’attività di "caporalato" svolta dall’extracomunitario 39enne, ha portato gli investigatori ad attivare nel Molise analoga attività investigativa, dove lo straniero risultava aver svolto quell’illecita attività a favore di un’altra azienda agricola, che aveva visti impiegati anche i braccianti deceduti nel sinistro.
Zone Transition
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Le importanti risultanze delle indagini hanno portato il Tribunale del riesame di Bari, in accoglimento dell’appello proposto dal Pubblico Ministero, all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per i delitti di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nei confronti dell’imprenditore agricolo 53enne cagnanese, eseguita dal comando compagnia carabinieri di Vico del Gargano e dalla stazione di Cagnano Varano.