Hanno permesso l'aggressione di un detenuto - Luigi Canistro, originario di San Severo - nel carcere di Avellino da parte di altri quattro reclusi, consentendo a questi di entrare nella sua cella.
Tre agenti della Polizia penitenziaria sono stati arrestati dai Carabinieri del Comando provinciale di Avellino in esecuzione di un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Avellino su richiesta della Procura irpina.
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L'ordinanza dispone gli arresti domiciliari per i tre agenti gravemente indiziati dei reati di lesioni personali aggravate e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Le indagini coordinate dalla Procura di Avellino sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale congiuntamente con personale della Polizia penitenziaria.
Acquisita la notizia di reato circa il pestaggio subito da un detenuto all'interno della propria cella, la Procura ha delegato una serie di accertamenti che hanno permesso l'identificazione dei responsabili. Dagli accertamenti è inoltre emersa l'attività compiuta dai tre poliziotti penitenziari diretta alla falsificazione delle relazioni di servizio prodotte dagli stessi in merito ai fatti in questione, allo scopo di depistare le indagini in corso.
L'aggressione ha cagionato al detenuto lesioni personali, giudicate guaribili in 15 giorni, consistenti in "trauma al bulbo e deviazione setto nasale", come da referto medico dell'ospedale Moscati di Avellino.
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La vittima ha raccontato che uno degli agenti “non solo mi ha dato anche lui dell'infame, assumendo che me l'ero meritata, ma addirittura chiuse la porta blindata, nonostante che io fossi a terra sanguinante, probabilmente per evitare che la psicologa potesse accorgersi di me o ascoltare le mie invocazioni di aiuto. Sono rimasto chiuso in questo modo nella cella fino alle ore serali di quel giorno, quando l'agente di turno, diverso da quei tre di cui ho parlato finora, mi aprì il blindato e poté constatare le condizioni in cui ero”.