Non sono solo il reddito di cittadinanza e l’effetto Conte a trainare il M5S verso un’imperiosa crescita, almeno al Sud. Se fosse vero quanto pronosticato dai sondaggi delle scorse settimane (e da quelli informali che stanno girando ora che non è più possibile pubblicarli) il M5S potrebbe ottenere in Capitanata e Puglia uno dei risultati migliori a livello nazionale, contendendosi col Pd la prima posizione come partito. Il motivo di tale rinascita del Movimento, che appariva morto fino ai mesi scorsi, è probabilmente legato alla connotazione che Conte è riuscito ad imprimere: non solo ha riconnesso il M5S al proprio elettorato, ma ponendosi come il Melanchon italico (l’ex ministro dell’istruzione francese, attuale leader della sinistra d’Oltralpe) ha dato vita all’idea di un M5S di sinistra.
“Conte è stato molto abile a ricollocare i 5 Stelle nell’immaginario popolare come una sorta di sinistra sociale”, ha evidenziato l’ex presidente della Regione Nichi Vendola ieri su Repubblica. “Se fosse in corso una evoluzione in senso progressista di ciò che resta di un movimento populista a me non dispiacerebbe affatto”. Non appare dunque un caso che storici militanti di sinistra in vari centri di Capitanata abbiano deciso di votare stavolta per Conte.
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Come il settantenne Luigi Totaro, ex sindaco comunista di Mattinata, che ha pubblicamente spiegato le proprie ragioni.
“Ho militato con orgoglio nel PCI, condividendo la nascita del PDS, abbandonando i DS per lo spostamento al centro alla conquista illusoria dei moderati e la conseguente mutazione antropologa di quel partito che non rappresentava più la classe operaia e i ceti popolari. Il mio posto è sempre stato a sinistra meno che in Rifondazione Comunista perché non apprezzavo il parolaio Bertinotti che amava stare all'opposizione per non sporcarsi le mani, ignorando le sofferenze dei ceti popolari”, spiega Totaro.
“Ultimamente, idealmente ho aderito ad Articolo Uno, apprezzando molto l'operato del ministro Speranza e ammirando Bersani, un vero signore, oltre che un politico competente e preparato come pochi e soprattutto un compagno che si batte per una sinistra moderna e plurale. Non voterò, però, per Articolo Uno, la qual cosa mi dispiace, perché è alleato col Pd, che ormai è il partito dei ricchi, del tutto lontano dai valori della sinistra, dopo aver consegnato alla destra sovranista e populista gli operai e i ceti sofferenti che vivono nelle periferie. Non mi attrae il cosiddetto voto utile perché il Pd, non facendo l'alleanza con Conte, ha rinunciato in partenza a fare la battaglia per vincere, spianando così la strada alla vittoria della destra leghista e fascista col supporto dell'intramontabile ex Cavaliere Berlusconi. Il Pd di Letta e dei vari capotribù dorotei, espressione del potere per il potere, ha dimenticato le Agorà e ha corteggiato il duo Calenda/Renzi, due figuri la cui visione della società è per me inaccettabile. Dopo il fallito accordo col duo, ha cercato di rimediare con l'accordo con Sinistra Italiana e Verdi, di cui è poco convinto. Per cui il rimedio è peggio del male. Di fronte a questo scenario darò il mio consenso a Conte per diversi motivi: il Conte 2 è stato il governo più di sinistra dell'Italia repubblicana; Conte è persona perbene, onesta e preparata; Conte, puntando i piedi, ha ottenuto una montagna di soldi dall'Europa e i poteri forti, utilizzando Renzi lo hanno disarcionato perché non avrebbero potuto gestire i fondi del PNRR a proprio piacimento; Conte, pur essendo un moderato, ha presentato un programma di sinistra che prevede il reddito di cittadinanza, il bonus per l'edilizia, etc. Insomma punti che vanno a sostegno dello sviluppo e che mirano ad avere una società più giusta e solidale. Il mio augurio è che Conte, che sta lottando come un leone, venga premiato per questo suo impegno a favore dei ceti sofferenti è per il bene dell'Italia”. Dello stesso avviso di Totaro sono altri mattinatesi che, come lui, hanno sempre militato a sinistra.
A Lucera stesso endorsement è arrivato da Mario Monaco, ex assessore comunale classe ’71 ed ex Pd. “Io il 25 settembre darò il mio voto utile a Conte e al M5S, non perché pensi che Conte sia la riedizione di Che Guevara o il movimento pentastellato sia una sorta di Pci riveduto e corretto per l'occasione, ma perché, molto semplicemente, credo che abbiano inciso in profondità sul tessuto sociale e politico del Paese, con provvedimenti importanti e decisivi per sostenere larghe fasce della popolazione cadute in povertà, o in procinto di esserlo, come il reddito di cittadinanza, o che hanno riattivato fondamentali circuiti economici come la filiera dell'edilizia, con il superbonus, al quale gli economisti più avvertiti, e onesti, attribuiscono molta della crescita economica del Paese”, afferma Monaco.
“Per non parlare dell'assegno unico, altro provvedimento fondamentale soprattutto perché i soldi arrivano direttamente sul conto corrente, altrimenti molte persone non li avrebbero mai avuti, del tentativo di allentare le maglie della precarietà, con il Decreto Dignità, e della caduta di Draghi che non ci sarebbe mai stata senza la ripresa d'iniziativa di Conte che ha ridato ossigeno politico al M5S, che invece Di Maio aveva appiattito su posizioni governiste totalmente subalterne al banchiere e povere di ricadute elettorali. E, se permettete, questo è per me il vero valore aggiunto. Poi, certo, tante cose non mi sono piaciute, tipo la riduzione del numero dei parlamentari, o l'appeasement verso l'Unione Europea con l'esaurimento della carica critica nei confronti di istituzioni non democratiche e prone ai desiderata della finanza. Ma, al netto di queste cadute, complessivamente la loro azione ha caratterizzato, nel bene e nel male, questa legislatura, tutti non parlano d'altro che dei provvedimenti presi da questa inedita piattaforma politica che dal situazionismo del "vaffa" è arrivata al governo del Paese, che viene descritta come una masnada di incompetenti, e che tanto ignoranti non devono essere per suscitare la netta ostilità da parte di poteri economici consolidati e delle loro appendici politiche. Hanno messo al centro del dibattito pubblico italiano alcuni temi fondamentali, e hanno imposto soluzioni, criticabili o meno, ma hanno avuto la forza di farlo: qualcuno ricorda una battaglia politica di Casini nella sua ultratrentennale occupazione delle cariche pubbliche? Un provvedimento utile ai cittadini? O di Berlusconi che l'unica cosa che fa dal 1994 è inventare bugie una dietro l'altra, andate a vedere la sua pagina sponsorizzata, invero delirante, e scoprirete che si auto-attribuisce il merito della fine della Guerra Fredda! E hanno la faccia tosta di accusare Conte di ogni nefandezza”, continua Monaco.
“In conclusione, individuo comunque una forte criticità, ovvero la rianimazione politica ed elettorale del M5S è da attribuire in gran parte al ritrovato dinamismo di Conte, uomo di indubbia abilità e dotato di un indiscutibile consenso personale, che ha avuto l'intuizione politica di riorientare il suo partito a sinistra, riposizionandolo su temi sociali molto sentiti dalla popolazione, preoccupata per il futuro non proprio roseo che si annuncia. Grande merito ma anche grosso limite, la personalizzazione della politica è un tratto strutturale della politica contemporanea, ma può essere anche il motivo della caduta dei corpi collettivi quando il leader non incontra più il favore popolare, e in questi anni ne abbiamo viste di stelle e partiti decaduti, c'è bisogno di corpi intermedi e di intelligenze collettive. Ma questo è un altro discorso, e spero che possa essere ripreso dopo il 25 settembre, con un bel risultato per Conte e il M5S”.
A Foggia dal M5S trapela l’intenzione di voto da parte dell’ex vendoliano Beppe Di Brisco, presente anche al comizio di Conte (così come il giuslavorista di Sinistra Italiana Marco Barbieri). A San Severo circolano rumors in tal senso rispetto all’ex assessore comunale DS Michele Irmici e allo storico dirigente CGIL Rino Ferrara. “E tanti che sono approdati in Articolo 1 sceglieranno M5S stavolta”, spiega una fonte.
Zone Transition
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A votare per Conte, però, saranno stavolta a sorpresa anche persone che provengono da destra. Ne è un esempio l’ex consigliere comunale e candidato sindaco foggiano Giuseppe Mainiero, civico dopo l’abbandono anni fa di Fratelli d’Italia e da ultimo avvicinatosi al presidente della Regione Michele Emiliano con la sua nuova formazione, Resto a Foggia, con cui concorrerà alle comunali 2023.