E’ una campagna elettorale “pancia a terra”, per riprendere un modo di dire caro ad un grillino della prima ora come Danilo Toninelli, quella del Movimento di Capitanata, i candidati stanno percorrendo in lungo e in largo il territorio e stanno incontrando tanta gente nei Comuni grandi e piccoli della provincia, riuscendo a cogliere sfumature forse più lontane dal clamore mediatico nazionale. E’ il caso di Giorgio Lovecchio, già deputato e nuovamente candidato nel collegio Puglia 1 della Camera.
“Sapevamo che ci sarebbe stato questo grande entusiasmo nei confronti di Conte – ha sottolineato il parlamentare a l’Attacco -, lo percepiamo concretamente ovunque. Non solo perché è un conterraneo ma perché è visto come l'emblema della persona onesta ed ha un fare rassicurante. E’ questa la leva che muove ad esempio i cittadini dei paesini più remoti a venire a Foggia questa sera, proprio per vedere e sentire il presidente. Non solo, checché ne dicano i giornali nazionali, gli elettori sanno che è stato realizzato l’80% delle proposte presenti nel programma del Movimento alle precedenti politiche”.
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E poi sembra essere ritornata la fiducia che avvicina le persone: “Vedono che in noi non c’è niente di losco e, altro elemento non secondario, vedono il presidente circondato da gente valida – ha aggiunto Lovecchio -. Anche gli attivisti in questo momento hanno il loro piccolo credito, piccolo rispetto al grande appeal di Conte, presso la gente. A conti fatti, tutti sono a conoscenza della nostra estrazione popolare, veniamo dal popolo. Questo e il fatto che non abbiamo lunghe carriere di militanza politica alle spalle, significa tanto e ci mette sullo stesso piano della gente. Questo il messaggio che volevamo dare e che stiamo provando a trasmettere in questa campagna elettorale”.
Ancora più a contatto con le comunità sono gli attivisti dei Meetup sparsi sul territorio, come quello di Cagnano Varano, nel quale è particolarmente presente il pentastellato Domenico Di Cataldo.
“Certo – ha illustrato a l’Attacco -, una campagna elettorale a cavallo tra fine agosto e inizio settembre non è facile per nessuno, i tempi sono risicati, specialmente per il Movimento, che deve parlare ai cittadini di tutto quello che era nel programma elettorale del 2018 e che ha fatto, nonostante la convivenza ‘forzata’ al Governo con due forze politiche, spesso avverse su certe riforme e provvedimenti (prima la Lega e poi il Pd), con una pandemia travolgente e improvvisa e una crisi economica in corso. Non è facile soprattutto per il Movimento perché la forza propulsiva delle idee innovative e vicine ai cittadini, all'ambiente, alla questione morale, spesso non è trasmessa dai maggiori media nazionali ed è ostacolata da tanti piccoli fattori. Oggi, al di là dei sondaggi che ci vedono in crescita, si percepisce la paura della gente nell'affidare la guida del Paese, in un momento storico particolare e delicato, alla coalizione di centrodestra i cui partiti hanno vedute molto divergenti tra loro sui temi fondamentali, o con leadership deboli come quella di Letta nel centrosinistra. E allora, non è difficile per il cittadino fidarsi di chi, in piena pandemia, è stato capace di prendere anche decisioni impopolari per il bene del Paese. Così come riconosce al Movimento il senso di responsabilità e l'affidabilità di una forza politica che ha fatto gran parte di ciò che ha promesso in breve tempo e senza badare a chi, di volta in volta, lo pugnalava, gli mangiava consensi, lo criticava, lo attaccava”.
Ecco quindi, considera l’attivista, che forse il cittadino che vota il Movimento, oggi non lo considera più un voto di protesta ma di merito. “Vota, in altre parole, una forza politica che è capace di adeguarsi ai tempi, di realizzare quanto promesso, che pone degli obiettivi e li raggiunge, una forza politica ormai matura, eppure sempre vicina alle esigenze delle famiglie, delle piccole e medie imprese, dell'ambiente, della legalità. Sempre ‘dalla parte giusta’. Però, in molti piccoli centri come il mio, a dettare la linea e a influire molto saranno i voti portati al politico di riferimento di turno, dai politici locali e dagli amministratori, in virtù di storiche amicizie, di consensi personali da ‘controllare’, indipendentemente da idee, programmi e proposte. I telefoni dei vecchi politici locali, in questi giorni squillano con richiami da destra e da sinistra, tutti in cerca di voti, proprio seguendo la logica sopra menzionata. E questo inevitabilmente penalizza da sempre il Movimento”.
Ma i pentastellati oggi possono contare su quella che Di Cataldo definisce una “simbiosi perfetta” tra Conte e M5S.
Zone Transition
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“Credo che il presidente attiri molti consensi ma sbaglia chi crede che il Movimento possa fare un buon risultato solo grazie a Conte, così come sbaglia chi pensa che lo voterà solo chi percepisce il RdC. Il Movimento tutto si guadagnerà ogni singolo voto con onestà, con le idee, con la determinazione, con la forza di un cambiamento avviato fin da quando ha messo piede per la prima volta in Parlamento, con il coraggio, con i risultati ottenuti, con la fiducia, con il lavoro di migliaia di attivisti in trincea”.