“La mia campagna elettorale è la più difficile d’Italia”, confessa a l’Attacco nel comitato di San Nicandro Garganico. Il paese, cioè, che l’ha adottata dopo aver lasciato la sua Catania per seguire l’amore. L’amore di Marialuisa Faro (in corsa alla Camera, capolista nel plurinominale Foggia-Bat) è il marito Rocco Carbonella, sannicandrese doc, che la sostiene fin dagli albori “grillini” e non la lascia mai sola neppure dopo il passaggio ad Impegno Civico di Luigi Di Maio dopo la rottura con il Movimento di Conte. Rocco fa da spalla in tutte le tappe “porta a porta” su cui la moglie sta fondando la campagna elettorale. La famiglia, per la deputata, ora diventa fondamentale, specie da quando Faro non ha più rete politica sul territorio e di certo non mancano gli hater che la accusano di “tradimento” per il recentissimo “cambio di casacca”. Ha dovuto nominare un legale per difendersi dai commenti livorosi che le arrivano sui social. Spesso da parte di intransigenti fan pentastellati.
Così, lavorando in sordina, è proprio su amici, parenti e clienti della sua ex agenzia di viaggio che Faro conta per raccogliere consenso. La candidata spera anche nell’aiuto di certa politica scontenta dei partiti di riferimento: “In diversi riconosceranno il mio lavoro e mi daranno una mano”. Il voto del Gargano, secondo la candidata di Impegno Civico, questa volta sarà “incerto”.
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“Molta gente voterà le persone, non i partiti”. Ma l’impresa resta ardua: tra i suoi diretti competitor anche Giuseppe Conte in persona. Nemesi del “salto nel vuoto” che la deputata uscente ha compiuto con il passaggio a Di Maio. “Testimonia la mia coerenza checché ne dicano gli attivisti 5 Stelle. Potevo prostrarmi a Conte e restare tra i pentastellati: sarebbe stato più facile assicurarmi la poltrona”, racconta all’interno del suv di famiglia mentre ci rechiamo al bar “Artemide”, dove chiederà dell’amica Costanza (titolare dell’esercizio) che si è offerta di darle una mano nel proselitismo al voto. “Costanza è una delle tante persone che ha potuto giovare della mia attività parlamentare. Grazie all’intervento legislativo che varò un fondo perduto per le attività aperte dopo il 2019. Il suo bar – racconta - aprì in pandemia e inizialmente non rientrava tra gli aiuti di governo”.
Poi Faro abbassa il finestrino e saluta due signore a piedi: “Sono ‘5 Stellissime’ – commenta - amano Conte. Ma mi vogliono bene e mi hanno chiesto del perché io sia andata via dal Movimento. In molti sostengono che, senza di me, il simbolo 5 Stelle è morto in paese”. Non c’è distacco emotivo, in Faro, da un pezzo fondamentale della sua vita, da cui, però, è rimasta delusa. La deputata uscente parla con un trasporto che tradisce arrabbiatura. “Gli incoerenti sono gli attivisti 5 Stelle, non io – sottolinea -. Hanno attaccato Di Maio per aver fatto il governo con il Partito democratico. ‘Mai con il Pd’, lo slogan scagliatoci contro. Ma quel governo è stato votato dagli iscritti. Tutto ciò che abbiamo fatto è stato votato dalla base. Secondo loro avrei dovuto dimettermi rinunciando al lavoro per il territorio? E perché l’alleanza giallo-rossa in Regione Puglia non viene contestata? Dove sono finiti, con Conte, i principi democratici degli Stati generali? Nel M5S – conclude il ragionamento – mai nessuno si era permesso di bloccare i capolista come accade ora: tutti i candidati erano sempre stati votati dalla base”.
Faro sa fare anche mea culpa: “Forse non abbiamo saputo ben comunicare agli iscritti il cambiamento da partito di governo intrapreso. Necessario. Perchè da soli non si va lontani”.
La deputata pare sentirsi ancora nel Movimento 5 Stelle. “Ma in quello operativo, però. Rappresentato da Castelli, Macina, Nesci, Azzolina, Spadafora”. Il gruppo, cioè, dei big ex pentastellati che ha seguito Di Maio. “Quelli che hanno fatto davvero qualcosa per l’Italia e per la provincia di Foggia”, ribadisce Faro. “Conte cosa ha fatto per questo territorio? Un Cis Capitanata 1 per i soli comuni ‘turisticamente rilevanti’: molti progetti, tra l’altro, sono stati abbandonati. Non si è neppure espresso sulla grave scia di sangue in provincia. L’ex presidente del consiglio gode del volto ‘paterno’ mostrato in pandemia. Ma null’altro”, conclude la deputata. Non c’è tempo, però: vuole illustrare a l’Attacco ciò che lei ha fatto per la sua San Nicandro. Due, tra le altre, le azioni che hanno dato lustro al paese. La trasformazione in opera pubblica della poetica “Pietra scritta” (abbandonata per anni sul ciglio stradale) di Giuseppe Ruscitto, ex dipendente comunale. “Riposa tu che sei stanco, mira il sentiero fatto strada”, l’incisione in latino sul monolite ora valorizzato nel punto panoramico più bello della città. Davanti a noi il Lago di Lesina. Nitide, in lontananza, le Isole Tremiti.
Faro - autrice della prima mappa turistica di San Nicandro (agli atti del Comune) - è anche artefice della recente pubblicazione dell’opera filatelica in ricordo di Domenico Fioritto, padre costituente sannicandrese. Ci mostra il francobollo davanti alla sua normalissima casa a pianterreno, in una contrada del paese. “Raccontatelo a chi mi definisce: ‘l’élite’”, frecciata sarcastica della deputata.
Polemiche a parte, Faro snocciola le conquiste del territorio frutto del suo lavoro: dagli oltre 300 milioni di euro per l’allungamento della “garganica” 693 all’ottenimento di altri 22 milioni per le strade di Capitanata fino alla difesa (e salvataggio) dei Bilanci dei Comuni subappeninici dagli attacchi alle royaties tentati dalle lobby del rinnovabile. Così come l’inserimento, tra le opere “strategicamente rilevanti” della Provincia , dello svincolo stradale che risolverà la logistica dell’area artigianale di San Nicandro. O il programma di sviluppo per il paese scritto a 4 mani con il sindaco Matteo Vocale.
Zone Transition
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Infine la riflessione, stimolata da amici, davanti ad un calice di prosecco presso il ristorante “La Costa”, nel borgo antico. “Quando ho lasciato i 5 Stelle avrei dovuto preoccuparmi dell’unica rappresentanza parlamentare di cui il paese poteva essere privata”. Bando ai rimorsi: “Pochi o molti che siano, i miei saranno tutti voti ‘personali’”, questa la soddisfazione. Nel pomeriggio le arriverà il numero del magazine “Political” tutto dedicato a lei dalla giornalista Manila Gorio, affascinata dalla sua storia. “Manila mi ha vista piangere quando ho rotto con il Movimento”, confessa Faro. E questa settimana, allora, il rush finale. Che parte da Foggia, dove oggi Faro sarà con la sottosegretaria alla Giustizia, Macina, per una conferenza stampa al Samì.