Ha destato più di una reazione la notizia, pubblicata in anteprima da l’Attacco, della revoca della gara per la riqualificazione di viale Pinto, procedura che, come è noto, è finita sotto la lente di ingrandimento della magistratura insieme ad altre tre dell’era Dattoli, compresa quella sull’elitrasporto organi che ha portato agli arresti domiciliari (poi revocati) dell’allora direttore generale dell’Azienda Vitangelo Dattoli, del dirigente Costantino Quartucci, degli imprenditori di Alidaunia Roberto e Roberta Pucillo e del faccendiere Antonio Apicella. Le altre gare rientrerebbero invece in un altro filone di inchiesta in cui ci sarebbero altri indagati.
L’indagine è nata dall’esposto presentato da Roberto Pucillo, convinto dell’esistenza di un complotto per far vincere la gara dell’elisoccorso in Puglia a un’azienda del nord. Partendo da lì, il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bari ha scoperto, per quella che la Procura ha definito eterogenesi dei fini, che tanti si davano da fare sugli appalti ospedalieri.
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Tra questi, come detto, i lavori di riqualificazione di viale Pinto, chiusa ormai da anni al traffico sarebbe dovuta diventare una piazza, isola pedonale moderna e al servizio dei foggiani, non solo dei fruitori dell’ospedale, con un investimento di denaro pubblico di svariati milioni.
Nel 2020 esplose lo scandalo, allora si parlò dell’ipotesi che fosse stato consegnato “in anteprima” il progetto esecutivo dell’appalto dei lavori a privati facendo in modo che capitolato e disciplinare calzassero su misura attraverso l’inserimento di una categoria Soa posseduta dall’impresa da favorire.
A febbraio di quell’anno le Fiamme Gialle, come raccontato tempestivamente da l’Attacco, sequestrarono pc e cellulari di molti soggetti coinvolti dell’indagine. Milioni di files passati al setaccio dagli investigatori avrebbero messo in luce alcuni movimenti e connessioni tra pubblico e privato. “Contro natura”, li definì senza mezzi termini la magistratura.
Oggi a proporre la revoca della gara risulta essere stato Massimo De Santis, dirigente della S. S. D. manutenzioni e impianti degli Ospedali Riuniti.
Nella richiesta di misure cautelari della Procura di Foggia per i fatti legati alla gara dell’elitrasporto organi gli investigatori, nel tracciare il profilo di Dattoli, fanno riferimento anche alle altre gare, compresa quella di viale Pinto: “In ordine alla gara per l'affidamento dei lavori per la riqualificazione di viale Pinto, si evince dagli atti come il 25 settembre 2018 il direttore generale con delibera n. 662 da mandato al dirigente della struttura gestione tecnica ingegnere De Santis Massimo di affidare ad un professionista abilitato l'incarico della ‘progettazione urbanistica/architettonica del nuovo assetto degli OO.RR e della riqualificazione di viale Pinto’. Il De Santis con determina dirigenziale n. 3458 del 5 ottobre 2018, conferisce l'incarico di progettazione preliminare all'ingegnere Nicola La Macchia. Anche la progettazione esecutiva viene, successivamente, affidata all'ingegner Nicola La Macchia (con determina del Rup De Santis del 24 giugno 2019). La nomina del suddetto ingegnere è stata voluta da Vitangelo Dattoli anche se, a dire del De Santis, si tratta di una persona incompetente ‘stiamo discutendo di una persona che, come dire.... io ho avuto fiducia di Vitangelo ma a quanto sto capendo quale è la sua prima progettazione, non ci si può arricchiare (è la parola registrata negli atti, ndr) con chi è troppo così inesperto... forse è rimasto sorpreso pure lui (Dattoli) che ti devo dire’”.
Gli accertamenti in ordine alla volontà di creare un bando di gara ad hoc per aggiudicare la gara ad una delle società partecipanti, al momento non hanno dato esiti ma “di certo – precisarono gli inquirenti - emerge dalle indagini sinora svolte l'interesse di Vitangelo Dattoli di aggiudicare la gara” ad una precisa società che avrebbe avuto la possibilità, secondo gli investigatori, di visionare gli atti di gara anzitempo.
Anche pc e cellulare di De Santis sono stati oggetto di attenzioni da parte della finanza.
E’ proprio sulla figura dell’ingegnere che oggi spuntano altri dettagli, che a quanto pare non sarebbero sfuggiti neppure al commissario straordinario del Policlinico, Giuseppe Pasqualone, subentrato proprio dopo le dimissioni di Dattoli, il quale, secondo beninformati, avrebbe in qualche modo “neutralizzato” la discrezionalità del dipendente, nell’esercizio di alcune funzioni. Fonti interne all’ospedale riferiscono infatti che gli atti sottoscritti da De Santis debbano preventivamente passare al vaglio di altri dirigenti amministrativi, compreso il commissario stesso.
A parte questo, l’ingegnere sembra non godere in generale delle simpatie del personale dell’ospedale per via di quello che è stato definito un atteggiamento eccessivamente autoritario. Ma quello che più sorprende è il numero di suoi parenti che lavorano o hanno lavorato nell’orbita dell’Azienda.
Suo figlio Roberto, ad esempio, è stato dipendente della GA.MI. impianti s.r.l. Unipersonale che in Rti con IM.TEC di Iatarola Michele e C. s.n.c, nel 2020 ha vinto la gara (da 4 milioni di euro) per la manutenzione degli impianti elettrici dell’ospedale. Anche i due figli dell’attuale compagna, Luca e Massimo Lemme sono stati assunti da due società che hanno commesse con il Policlinico, sempre nell’ambito della manutenzione, il primo nella Thyssenkrupp per la manutenzione ascensori (aggiudicata nel 2020 dal valore di 2,6 milioni di euro per tre anni), il secondo è dipendente della Termoidraulica Srls. Risulta dagli atti (non più disponibili sull’albo pretorio aziendale ma ancora presenti sul sito Empulia che raccoglie tutte le procedure regionali, quindi di più complessa individuazione, ndr) che responsabile di queste procedure di gara è stato lo stesso De Santis.
Ha “rischiato” l’assunzione anche la figlia Alessia, che ha partecipato al concorsone regionale per Oss, interamente gestito dal Riuniti, salvo poi essere dichiarata decaduta, essendo una delle tante operatrici che aveva conseguito il titolo presso Pegaso, l’istituto europeo di formazione foggiano non riconosciuto a livello regionale. A quanto pare però sarebbe riuscita a trovare un impiego, seppure temporaneo, tramite un’agenzia interinale.
Alessia è fidanzata con Claudio Rubicco che, coincidenza, è un dipendente del Policlinico.
Da segnalare, infine, l’assunzione in ospedale di Daniele Campaniello, vecchia conoscenza di De Santis. I due si conoscevano sin dai tempi in cui il dirigente era in servizio presso la Asl Foggia dove da sempre era considerato deus ex machina dell’area gestione tecnica e Campaniello era responsabile di commessa per Tecnologie Sanitarie, che si occupava di manutenzione della strumentazione biomedica aziendale. Le cose si complicarono quando emersero una serie di proroghe del servizio che portò anche alla sostituzione dei responsabili della Asl.
A quel punto De Santis chiese la mobilità verso il Riuniti ma c’è chi ritenne che il trasferimento avesse le sue ragioni nell’incompatibilità tra lui e l’allora manager barlettano Vito Piazzolla.
Si dice che De Santis entrò nell’ospedale foggiano in punta di piedi, ritagliandosi di anno in anno un ruolo sempre più importante. Che fosse molto vicino a Dattoli è cosa nota ma forse non si aspettava le attenzioni della magistratura.
Da sottolineare che la presenza del figlio in GA.MI venne evidenziata all’allora dg da alcuni sindacati. Il manager si sarebbe limitato a riferire che avrebbe sottoposto la questione all’ufficio legale ma non ci furono particolari conseguenze.
Zone Transition
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Contestualmente all’avvio delle indagini avrebbero rassegnato le proprie dimissioni dal posto di lavoro il figlio Roberto e uno dei due Lemme.